Da anni mi arrivava alla mente e al cuore le indicazioni di amic* pro buddismo. Ma la mia formazione filosofica in Storia delle Religioni mi aveva lasciata interdetta sul buddismo delle origini, ovvero quello indiano, ispirato al nichilismo e auto privazione di gioia e desiderio per espiare il karma negativo, arrivando alla felicità in chissà quale vita futura, in chissà quale mondo lontano nel tempo e nello spazio. Ho sempre creduto che la nostra mentalità occidentale, così imbevuta di desideri e materialità, ne sarebbe stata incompatibile. L’avevo accantonato.
Da un paio di settimane, invece, le indicazioni si sono fatte più pressanti e da tre persone in cui avevo già riposto la mia fiducia. Una, una donna che ha letto il mio saggio CORPI RIBELLI - resilienza tra maltrattamenti e stalking , aiutandola a prendere LA decisione. Si sta trasformando in una vera amica, si era già avvicinata la buddismo giapponese per conto suo.
Una seconda, un ragazzo milanese con un partner rimasto invalido dopo la recente e improvvisa trombosi. Animato da grande compassione e gioia, nonostante, proprio perché pratica il buddismo giapponese.
Una terza, un ragazzo genovese che mi ha avvicinata tramite una chat per incontri. Costui pratica buddismo giapponese da 9 anni. Tutte e tre, indipendentemente l’uno dall’altra, mi hanno parlato del buddismo riformato dal monaco giapponese Nichiren Daishonin, ben diverso da quello delle origini, perché ha trovato il modo di essere felici in QUESTO mondo usando il proprio patrimonio di DESIDERI.
Il genovese al primo incontro mi ha portato in dono un libercolo con una prima infarinatura teorica che ho letto in meno di due ore, in cui era spiegato che niente di meglio della pratica mi avrebbe convinta della validità del Daimoku.
Perciò il giorno 10 giugno 2015 ho chiesto al genovese di portarmi al Centro Culturale di Studi Buddisti di Corsico (MI). Lui acconsentì. In meno di un quarto d’ora di recitazione assieme ad un’altra ventina di buddisti a me sconosciuti, ho capito molto di più di quanto qualsiasi testo teorico avrebbe potuto fare. Appena uscita, ero leggera, beata, ben disposta, più sorridente del solito. Il giorno dopo avrei subito una polipectomia per la cui riuscita ero preoccupata. Eppure il mo stato d’animo si era alleggerito.
Nel Centro è presente una libreria dove ho fatto incetta: un rosario per la recitazione, un minimanuale di PRATICA QUOTIDIANA DEL BUDDISMO DI NICHIREN DAISHONIN, e questo IL BUDDA NELLO SPECCHIO, di Woody Hochswender, Greg Martin, Ted Morino. Che ho letto tutto d’un fiato nelle due ore precedenti l’operazione, riempiendomi così tanto di entusiasmo e di gioia da parlarne già alla compagna di camera, prima ancora di averlo finito.
Non posso parlarne qui: lo dovrei riscrivere. Dico solo che contiene, oltre alle linee teoriche, le indicazioni per la pratica e alcuni esempi di individui comuni che hanno ricevuto benefici insperati. Conclude con un forte messaggio di speranza per la propria vita. Che mi ha mosso l'anima.
Consigliato ai disillusi dal cattolicesimo (come me), a persone che hanno fatto della spirituale una dimensione imprescindibile della propria vita (come me), ai cercatori folli di un senso (come me), ai malati nelle carni e nello spirito , (come me). E siccome ritengo di essere banalmente uguale a tutti, lo consiglio a tutti.
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