lunedì 14 febbraio 2022

GABBA GABBA HEY RAMONES di Nicholas Rombes

Nella sua ignoranza musicale, Gloss mai avrebbe pensato di attribuire l'etichetta di "punk" a un gruppo come i Ramones. Ma l'autore di questo libro lo fa, sullo sfondo del ribellissmo dettato dall'amore per i B Movies, per il rifiuto di tutto ciò che è mainstream, per il nutrimento a base di cibo spazzatura, per la ricusa di tutto ciò che di bello ci lasciò la cultura Hippy, per la proposta di brani molto brevi (un minuto, un minuto e mezzo) ma incisivi, per l'opposizione all'impegno civile di sinistra, nel promulgare una cultura considerata di destra, ma che è inneggiare al razzismo e alla violenza, in realtà posizioni ignoranti e anti umaniste. Gloss non è d'accordo. Per lei, il punk è sì rigettare il già detto, il già fatto, le cose scontate. È sì ambire ad andare contro corrente. Ma piuttosto che essere fascista, il punk è un ribelle anarchico, senza la violenza. Gloss non conosce così a fondo i testi delle canzoni dei Ramones per dire che sono punk, ma le capigliature figlie dei fiori da una parte e dall'altra, i giubbotti di pelle nera, li identificano come appartenenti alla contro cultura, all'impossibilità di allineamento alla società e ai suoi stilemi. In poche parole, i Ramones incarnano la contraddizione del loro tempo. E il contraddirsi è sintomo di intelligenza. Cit. Forforismi Pastorology. "Per quanto si possa dire che il punk ha lottato a lungo e duramente contro la rispettabilità, non si può negare che il giro newyorkese di inizio e metà anni Settanta da cui è emerso fosse una miscela inebriante di artisti, registi, giornalisti e attori. È quasi inconcepibile oggi immaginare un giro della nostra epoca popolato da artisti, scrittori e registi come il movimento punk degli inizi, con gente come Andy Warhol, William S. Burroughs, Patti Smith, Mary Harrong (...)". Da studiosa d'arte, Gloss condivide il pensiero dell'autore, un po' meno è d'accordo sull'inserimento di Patti Smith nel movimento punk. Degni di nota per una recensora letteraria appassionata di musica i parallelismi tra punk e letteratura." (...) il commento quasi annoiato (...) con le battute «second verse, same as the first» (...)" autoriflessive come certi esperimenti di metanarrativa, tendenze culturali affini a Kurt Vonnegut, Thomas Pynchon, Hubert Selby, Charles Bukowski, William Gaddis e altri : “romanzi che rompevano la cornice diegetica." Alla fine, anche Gloss resta convinta che il punk funzionasse meglio quando era sfuggente, non catalogato dai critici musicali, destinato al fallimento, all'autonichilismo assieme ai suoi gruppi più noise (Sex Pistols, Dead Boys). In conclusione, per dirla alla Rotten, il punk non è "anarchia politica. È anarchia musicale". Consigliato agli amanti del genere punk, mai veramente nato, mai del tutto morto.