domenica 4 febbraio 2024

IL QUADRIFOGLIO MECCANICO di Attilio Piovano

Una raccolta di racconti singolari che scatenano curiosità, spasso e spirito di ricerca nel lettore. Due parole sarebbero da spendere sul Maestro Attilio Piovano, titolare di Storia ed Estetica della Musica al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, (ultimo accesso 04 febbraio 2024), ma è tanta la notizia lui riguardante che Gloss esaurirebbe lo spazio della recensione. Invita a cercarlo in Rete, se ne rimarrà piacevolmente sorpres3. Tuttavia conoscerlo solo in Rete sarebbe inadeguato: Attilio ha caratteristiche personali tali
da consentirgli con grande merito di essere proprio dove sta, ai vertici delle attività artistiche e culturali e musicali torinesi. Le si coglie al volo al primo contatto. Conosciuto a un evento proposto dal Centro Studi Pannunzio che aveva come luogo il Conservatorio e, nello specifico, la Collezione di strumenti musicali, costituita dal confluire di fondi di svariate provenienze e altrettante svariate vicissitudini, Attilio rivelò la propria passione per catalogazione, compilazione di elenchi, classificazione di elementi e… la comunicazione. Una logorroica come Gloss riconosce con facilità i suoi simili. Nel sostenere che la scrittura sia terapia, in quanto supporto emotivo che migliora lo stato di salute psicologico e influisce in modo positivo anche su quello fisico, Gloss afferma che scrivere aiuta a guarire o perlomeno a migliorare sé stessi, a limare certi spigoli. Gli spigoli di Attilio, se le consente di definirli tali, sono proprio legati alla sensazione di maniacalità che trasmette agli uditori. I racconti de IL QUADRIFOGLIO MECCANICO sono diversissimi tra loro come personaggi, ambientazioni, metalinguaggi ma sono dotati di un comune denominatore: la catalogazione/compilazione/classificazione a livello ossessivo. Trasponendo i propri difetti nei personaggi, la scrittura gli è utile per scartavetrare la personalità. Il Piovano ne è consapevole. La lezioncina di psicologia da settimana enigmistica, come ama definirla Gloss, finisce qui perché insegna nulla a un autore che già sa, anche di sé. Ma creerà la giusta aspettativa nel lettore. Troverà racconti divertenti animati da personaggi poliedrici, simpatici nelle loro fissazioni e bizzarri capricci nei quali chi legge facilmente può identificarsi. Chi può professarsi libero da smanie e chiodi fissi scagli la prima nota. Il Piovano dà prova di grande maestria nell’approfondire i più variegati argomenti, arrivando persino all’adozione di un linguaggio formalizzato, per analizzare e studiare un diverso ambito da quello letterario (medico, linguistico, nautico, farmaceutico, a seconda del racconto.) Curiosamente, mai fa riferimento alla musica. O quasi. La proposta di termini desueti o poco utilizzati palesano la dottità del Piovano. Se in un paese come il nostro, l'Italia, vige un linguaggio affetto da tronismo acuto, si perde vocabolario. Con la perdita di vocabolario, si perde cultura. Con la perdita di cultura, si perdono diritti. Con la perdita di diritti, si perde umanità. Con perdita di umanità, si arriva a violenza e guerra. Tramite i suoi approfondimenti e le sue proposte lessicali e la sua dottità, il Piovano pone un freno al tronismo e, per sillogismo, alla violenza. Dottità, un neologismo necessario a ovviare all’istupidimento del termine ‘saggezza’ nel piovanesco splendore intellettuale. Non nel caso del Piovano, a volte parole brillanti, ampie, ricche, che per pigrizia si infilano in locuzioni stereotipate fino a morirci. Un neologismo arricchente, vivificante, rinnovativo come dottità ha quel pizzico di ironia in più che rende coinvolgenti le parole altrimenti troppo consuete. La dottità come attributo fondante del nome di uno dei sette nani, diverte se infilata in un racconto. L'azione del divertire va intesa secondo il suo stesso etimo: dal latino [divertĕre] ‘volgere altrove, deviare’, non solo fisicamente, nel senso dello spazio, ma anche mentalmente, allontanandosi dall'abitudine del quotidiano. Il brano musicale fa godere di un’esecuzione strumentale nel pieno della sua dottità. E diletta. Leggendo un grande autore come il Piovano se ne apprezza la dottità priva di sbavature. È un crinale, la dottità, dove la saggezza incontra ironia e divertimento. I racconti de IL QUADRIFOGLIO MECCANICO ne sono ricchi. Altra dote è l'apparente assenza di senso, per dirla alla David Byrne e Jonathan Demme, #stopomakingsense (ultimo accesso 04 febbraio 2024. E fa dei racconti de IL QUADRIFOGLIO MECCANICO una sorta di manifesto patafisico. Gloss non ne può più di favole moraleggianti esopiche, ormai valide solo a.C. e apprezza vieppiù il Piovano. Piccola annotazione da ex Art Director nella "Milano da bere": la copertina offre un'altra sorpresa, Tanti pregi, un difetto. C’è molto rumore mentale in questi racconti, dispersivo d’attenzione. “La musica non sta nelle note, ma nel silenzio tra esse.” Wolfgang Amadeus Mozart, al contrario della sua serietà, tenne un epistolario pieno di umorismo allegro e osceno infarcito di frequenti riferimenti coprofili e coprofagi con la cugina Maria Anna Thekla. “Wolfgangus Amadeus Mozartus”, come scherzosamente amava firmarsi, offre un consiglio al musicologo: talvolta deve tacere la penna per lasciar fluire l’immaginazione del lettore. Ah già, è capricorno. Non può. E forse meglio così. Faccia attenzione al rischio di presunzione: Gloss ha reperito un termine non appropriato al contesto. Consigliato a coloro che ambiscono a porre un freno al baratro culturale dell’Italia, affetta da tronismo acuto, arricchendo il proprio lessico per diletto ma anche a tutela dei diritti umani.