lunedì 27 aprile 2020

L'INCENDIO di Mario Soldati

L'INCENDIO di Mario Soldati è un romanzo a-tipico, nel senso che fuoriesce dagli stilemi tipici del romanzo, dove, per riuscire gradevole al lettore medio, il plot dovrebbe muoversi da A a Z passando per
un paio di punti di svolta e due decisivi colpi di scena. Eppure, Soldati fu anche sceneggiatore e ben dovrebbe conoscere determinati paradigmi necessari allo scorrimento della vicenda, così ben studiati e bypassati da Quentin Tarantino. Pare se ne impipi bellamente, e qui sta la Grandezza dei Grandi, conoscere le regole per trasgredirle. Inizia incerto se tra un saggio di pittura e uno incentrato sull'amore, infine i personaggi scelgono in maniera autonoma il primo, pur attraversando traversie amorose, sia del protagonista - voce narrante, sia del pittore, coerente alla sua totale incoerenza. Ai cinici del XXI secolo, Soldati rivela come Arte Pittorica e Ars Amandi nelle loro varie declinazioni, dall'amore tradito a quello omosessuale, dalla pittura più leziosa del bucolico quotidiano a quella della più cruda denuncia sociale, fossero non solo ben tollerate nella seconda metà del secolo scorso, ma persino incoraggiate e sostenute. Sfumature oggi inaccettabili, in un Millenium scaduto nel disimpegno affaristico e nel bigotto perbenismo. Va detto che INCENDIO è il titolo del primo quadro acquistato dalla voce narrante, già precedentemente maritato ad altra donna, come dono destinato alla propria amante che va in isposa a nuovo uomo. E che il pittore co-protagonista, temporaneamente migrato in Sud Africa allo scopo di ritrarre i lavoratori delle miniere di diamanti e le loro disumane condizioni di lavoro, attua un'accorta quanto da lui inaspettata strategia volta all'incremento del valore delle sue opere.
Consigliato come nave scuola a quegli autori emergenti che pretendono di essere nuovi senza manco aver letto Soldati.

lunedì 6 aprile 2020

MA È STUPENDO! di Diego Passoni

L’emblematica copertina conquista la recensora, che fu Art Director pubblicitaria negli anni della Milano da Bere e che è convinta della capacità di vendita di una dal disegno forte e provocatorio:
trattasi di statua della Madonna negli stilemi iconografici del cattolicesimo (forse è la Madonna di Lourdes) ma con bandiera arcobaleno drappeggiata, a simboleggiare l’aderenza alle tematiche gaye. Nel video dedicato alla serie #ilibriscrivonoilibri, la recensora difatti legge il brano dedicato a “Nostra Signora” assurta ad emblema dell’esclusione delle donne dalla chiesa cattolica, della loro emarginazione dalla Società maschilista cattolica. Quindi, secondo il Passoni, per proprietà transitiva, madre di tutti gli esclusi, omosessuali compresi. Questa mezza paginetta gli fa pressoché perdonare l’atteggiamento quasi fanatico che esprime in tutte le altre duecentoventidue pagine del romanzo, di zelante esaltazione cattolica. Che appare incongruente rispetto alla posizione anti femminile che il Passoni stesso ha rilevato nel corso del proprio personale percorso di vita in seno alla chiesa. E di cui forse non è pienamente consapevole. Eppure il titolo del libro è la sua personale versione del salmo MAGNIFICAT. Da donna di scienza votata alla pratica buddista, la recensora rileva invece quanta parte abbia avuto in questo suo percorso la Legge di Causa Effetto: il Passoni ha rivolto la sua esistenza alla tutela degli emarginati e degli oppressi, mettendo ottime cause e conseguendone effetti ideali. Per lui e per tutti e tutte. Consigliato a coloro che vorrebbero cogliere i benefici concreti della pratica di Causa Effetto.