giovedì 14 giugno 2018

L'UOMO OMEGA


È la prima volta, tra tutta la letteratura erotica derivante da EROSCULTURA di Daniele Aiolfi, che leggo di un feticista del piede, perversione prevalentemente maschile che prevede l’utilizzo di oggetti, detti feticci, quali mutande, reggiseni, calze, scarpe, stivali, o altri accessori di abbigliamento femminile o parti anatomiche come piedi, capelli e talvolta anche difetti fisici come cicatrici da cui ricava piacere sessuale. Spesso il feticcio è necessario al soggetto per raggiungere l’eccitazione sessuale e la sua assenza può determinare una disfunzione dell’erezione.

L'autore Ivan Nigò, sotto pseudonimo, si esplicita uomo omega, rendendosi “necessario collante amoroso della coppia.”. I piccoli refusi reperiti qua e là (c'è un sospetto “incese”, un “alo” invece di “allo”, un “le” al posto di un “gli”), si fanno subito dimenticare dalla sorprendente ricchezza chimica del suo linguaggio in generale, in particolare riguardante quella parte anatomica oggetto della sua adorazione e del sentore di sporco che ne emana e che noi esseri comuni senza parafilie  chiameremmo puzza di piedi. Riporto, a mero esempio non esaustivo, un elenco dei termini utilizzati dal Nigò per definire un odore, declinato in tutti i suoi innumerevoli sinonimi, come “richiamo, sapore, odorino, puzza, influsso, sudorazione, zaffata, profluvio, esalazione, afflato, brezza, effusione, olezzo”: umilievole, persistente, sincero, fermo, muschiato, intimo, improbabile, complicato, soporifero, ancestrale, incomparabile, sbalorditivo, condensato, indecente, ipnogeno, invasivo, viscoso, leggero, rappreso, puerperale, ammonico, munifico, sconcio, basico, faceto, lezzoso, sfacciato, bizzarro, stordente, e così tante altre denominazioni, aggettivi nominalizzati o vezzeggiativi, da farmi sospettare che dietro lo pseudonimo Ivan Nigò si nasconda un chimico, esteta e dotto, sia di scelte lessicali che di conoscenze antropologiche. A proposito di uomo omega, trovo errata la strategia di spiegarne il significato in due righe come introduzione, così invece ben chiosato sul finire dell'opera, togliendo al lettore la curiosità. Anche perché essendoci ben poco sviluppo di un plot, (un uomo si innamora nell'infanzia di una sua coetanea, Francesca che inseguirà per tutta la vita a tal punto da assoggettarsi persino al marito di lei, Carlo), ciò che c'è di pregiato in questo scritto è il concedersi totale nelle descrizioni di rapporti carnali, da rendere il libro avvincente successione di secrezioni umorali e indimenticabili scene di sesso, anche tra uomini. Il quasi conclusivo chiarimento circa la funzione omega di un uomo, alla fine, resta la vera e unica sorpresa. Peccato dunque anticiparla.

Dicevamo, il Nigò Maestro delle spiegazioni odorose: “E come fanno le giovani laboriose sarte, che con la scarpetta impegnata nell'instancabile prestazione, premono sul pedale repulsore che muove la ruota della cucitrice, smuovendo sotto i loro piedi l'aria caliginosa di aulenze tessili risentite dal vivido odore plantare che immane costretto sotto al banco da lavoro, così Marinella animava il clima sottostante di laide frescure sofisticate, che si risvegliavano dal suo piede zeloso per premiare la mia appassionata devozione con l'intima pratica con cui lei mi aveva avvezzato.”

Per mero esercizio stilistico, ho ricopiato altri passaggi magistrali che non riporto qui, tranne questo:
La voglia di cadere ai suoi piedi più maturi, che tanto in questi anni avevo sospirato, mi fece fantasticare di prostrarmi umilmente sotto il tavolo, dove, nella mia fabulazione, Francesca si sarebbe sfilata per metà la scarpa sostenendola in un equilibrio instabile con l'alluce inarcato, e io mi sarei permesso di annusare arrischiandomi nell'interstizio tra la soletta e la pianta del piede mentre lei dondolava la scarpetta per ventilare gli afrori che la calzatura le procurava, e importunata dei miei sfioramenti e dagli ansimi affannati provenienti da sotto il tavolo, Francesca si sarebbe certo decisa a sgridarmi. Conoscendola, sapevo che si sarebbe tolta le scarpe, mettendo un piede di fianco all'altro e piegando le ginocchia per alzare le gambe, mi avrebbe afferrato per i polsi con le mani e tirato a sé, portandomi la faccia ad aderire sulle piante dei suoi piedi affiancati, per tacitarmi la bocca e rendermi mansueto con l'odore intimo dei suoi piedi. Così sarei stato teneramente calpestato e Francesca, pigiando alternativamente con i piedi sulla mia faccia, avrebbe di certo preteso che annusassi bene, anche tra le dita, nonostante le conseguenze della calura estiva lo sconsigliassero vivamente, facendomi in questo modo rivivere le sensazioni che in gioventù mi dispensava per farmi sospirare il suo esoso affetto.”

Giacché sono dal 2007 impegnata in azioni di contrasto per la prevenzione delle violenze di genere nel rispetto dei diritti del singolo individuo, https://ilpiacerediscrivere.it/intervista-a-stefania-pastori-1/ CORPI RIBELLI resilienza tra maltrattamenti e stalking è acquistabile al https://stores.streetlib.com/stefi-pastori-gloss/corpi-ribelli-resilienza-tra-maltrattamenti-e-stalking),
devo ammettere che la ricerca di abiezione, di umiliazione, di sottomissione brutale mi ha turbata, ma posso capire, senza giudicare, che alcune persone lo faccia per proprio piacere.
E l'atteggiamento violento con cui si imponeva tra le mie chiappe per farmi sentire il suo cazzo, stranamente mi rassicurava, e stava facendomi comprendere che le botte che ricevevo con tanta animosità nel culo, erano la giusta cura per la malattia affettiva cui mi aveva portato Francesca, anche se non potevo nascondermi che questa era una facile scusa per giustificare il mio fallimento, poiché in verità avevo già goduto nel sentirmi posseduto da un maschio, e non mi dispiaceva affatto provare il brivido dell'infamante declinazione sessuale con cui Carlo mi traviava per farmi esternare tutta la mia vergogna e l'imbarazzo delle mie squallide azioni davanti a Francesca, sempre pronta a perdonarmi.”

... odori ascosi nelle pieghe più profonde che mi facevano arrossire il viso di vergogna per l'incontenibile turbine degenerante”
... oggi mi lasciassi marchiare dallo sperma”
Non si impietosì delle mie discolpe, infilandomelo in bocca per non ascoltare altre scuse.”
È innegabile che ognuno trova nelle proprie flatulenze qualcosa di estremamente piacevole quanto incondivisibile, se non con il nostro più nascosto ego erotico, ma sperimentare un simile piacere annusando il culo di un altro maschio che si può permettere di scoreggiarti in faccia, non era cosa da tutti i giorni. Però, con Carlo, trovai la giusta ispirazione per provarci, sapendo che mi sarei dovuto umiliare partecipando con mutismo e rassegnazione ai suoi turlupinanti richiami anali.”

Descrizioni dalla tecnica letteraria efficacissima a parte, si direbbe che Ivan Nigò le abbia davvero vissute di persona queste sue esperienze. Ma questa è solo una mia considerazione di carattere personalissimo.

Consigliato a coloro che vorrebbero trovare conforto nel condividere una propria parafilia come il feticismo, agli etero-curiosi e, più in generale, a coloro che sono in cerca di emozioni forti e alternative.