domenica 27 settembre 2020

IL NEGOZIATORE di Frederick Forsyth

Dalla perfetta tecnica narrativa finalizzata alla costruzione paradigmatica di una spy story, l’ennesimo romanzo di Forsyth lo stabilizzò nell’89 sul trono degli scrittori di caratura

internazionale, tra quelli vengono alcune volte tradotti in fiction TV o cinematografiche e che si documentano approfonditamente prima di scrivere. Il lessico di stampo giornalistico, tanto da attribuire ai propri libri il carattere di report di stampa, e l'attenzione per la dimensione internazionale lo portano perfino ad essere contattato dall’FBI per compiere un viaggio in Italia finalizzato a studi sul fenomeno della 'Ndrangheta. Ne IL NEGOZIATORE Gloss e i lettori grazie a Forsyth vengono a conoscenza di come si muovono CIA, FBI e Servizi Segreti di mezzo mondo quando si tratta di defenestrare un presidente USA e di organizzare una rivolta negli Stati Arabi.

Il suo GIORNO DELLO SCIACALLO resta tuttavia imbattibile nell’originalità della trama, nell’estrema capacità documentativa dell’autore, nelle ripercussioni sulla vita reale di una romanzata. Infatti, il terrorista venezuelano conosciuto come Comandante Carlos prese il soprannome di Sciacallo, dopo che venne ritrovata una copia del romanzo di Forsyth tra i suoi effetti personali. Con cittadinanza palestinese, marxista-leninista e filo-islamico, è attualmente detenuto nelle carceri francesi, dove sta scontando una condanna all'ergastolo.

Tornando a IL NEGOZIATORE, non è lettura essenziale alla sopravvivenza della passione del leggere e dello scrivere. Dopo il  GIORNO DELLO SCIACALLO i lettori possono farne tranquillamente senza.



Netnografia: L’arresto del Comandante Carlos, detto Sciacallo

https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=ACu2a3EFCdc&feature=emb_logo



mercoledì 9 settembre 2020

IL SANGUE DEI VINTI di Giampaolo Pansa

Stavolta la Gloss trasgredisce una delle sue stesse regole. Del resto, solo i cretini non cambiano idea. Cit. Forforismi Pastorology https://www.facebook.com/forforismipastorology

Così oggi recensisce il libro di un autore che già conosceva letterariamente e politicamente parlando ma le cui opere non sono mai state traslate in fiction, televisiva o cinematografica.


Giornalista per quotidiani di grande caratura e scrittore, senza risparmiare critiche anche al Partito Comunista Italiano, Pansa fu tra i rappresentanti della linea editoriale vicina alla sinistra di opposizione. Volendosi documentare circa una sua raccolta di racconti ambientata durante la II Guerra Mondiale, la Gloss vi si applica con l'attenzione dovuta, desiderando essere coerente con un suo hasthag Instagram #ilibriscrivonoilibri. Dopo aver pubblicato alcuni libri concernenti il fenomeno dei partigiani, si dedica al “sangue dei vinti”, ovvero di coloro che, dopo il 25 aprile, da dominatori dell’Italia passarono ad essere dominati, se non trucidati. A volte persino ingiustamente, come risulta dalla stesse ricerche del Pansa. Operazione che gli fa onore. in quanto possibile testimonianza di onestà intellettuale e giusto distacco. Possibile, perché tra le righe della dedica che il Pansa fa al Lettore, si legge il timore di essere travisato per poi vedersi abbandonato se non avversato dalla sua amata sinistra. Come se invocasse scuse preventive. Questo atteggiamento, dunque, può anche essere interpretato come asservimento al padrone. Proprio lui che,se la Gloss interpreta bene il suo pensiero, non ne avrebbe voluti.


Prima di spiegare le motivazioni per cui non è stato gradito da Gloss, le solite osservazioni sulla copertina: efficace, in quanto utilizza cromatismi immediati e che colpiscono l’attenzione del potenziale acquirente da libreria mainstream.


Tutto sommato, il libro è abbastanza noioso, perché, ridotto all’osso, trattasi di mera elencazione di nomi e fatti e date, quindi la Gloss esercita uno degli imprescrittibili diritti del lettore alla Pennac. Con rammarico, perché non potrà conoscere come andrà a finire la storia di relazione tra il protagonista e l’unico personaggio inventato, la bibliotecaria che gli fa da controcanto, piazzato lì per astuta convenienza. Un dispiacere cui porrà rimedio con il prossimo ottimo libro che leggerà.

Consigliato a coloro che volessero documentarsi circa il difficile periodo post bellico italiano, con serena obiettività.

venerdì 4 settembre 2020

IL COLIBRÌ di Sandro Veronesi

Ci sarebbe voluta una mini vacanza per acquistarsi il diritto di leggere il Premio Strega dell’anno horribilis 2020. La Gloss finalmente approda alle sponde gialline della copertina dell’ultimo romanzo di

Sandro Veronesi e, da buona ex Art Director convinta fin dagli anni della Milano da Bere che le copertine siano venditori muti, si domanda il perché di tale scelta cromatica. I colibrì non sono canarini. Il colibrì della narrazione del Veronesi è il protagonista, Marco: non solo per dimensioni corporee, cui negli anni dell’adolescenza viene posto ormonale rimedio, piuttosto per l’inusitata capacità dell’uccellino - e di Marco - di restare librato in volo, bruciando enormi energie, pur di stare fermo. La Gloss suppone sia la parodia di ciascuno di noi, così spaventati dalla vita, così impauriti dal cambiamento, così inermi di fronte alla sua impermanenza, da non voler cambiare, da voler restare immobili ad ogni costo, anche quello del dispendio di tutte le energie, fino a morirne. Ma i motivi per cui la copertina è color canarino, forse, si cristallizzano negli sforzi del protagonista, fino a costituire un appassionante giallo che giallo non è. O forse ancora una mera operazione di marketing, visto che il genere giallo è fra i più letti e i bancali delle librerie mainstream sul lettore di passaggio agiscono con l’acquisto d’impulso. Nella psicologia del colore, il giallo è simpatia, dinamismo, velocità: in perfetta sintonia con la vita relazionale di Marco, nell’incessante movimento che la caratterizza, tra drammatici lutti e laceranti separazioni. Ma anche novità come la nascita di una nipotina, “l’uomo nuovo”. Come a sottolineare il visionario auspicio del Veronesi, nelle donne risiede il futuro dell’Umanità.

Consigliato agli amanti delle saghe familiari, ma anche a quelli che prediligono scritture argute che rinverdiscono le sinapsi.