mercoledì 9 settembre 2020

IL SANGUE DEI VINTI di Giampaolo Pansa

Stavolta la Gloss trasgredisce una delle sue stesse regole. Del resto, solo i cretini non cambiano idea. Cit. Forforismi Pastorology https://www.facebook.com/forforismipastorology

Così oggi recensisce il libro di un autore che già conosceva letterariamente e politicamente parlando ma le cui opere non sono mai state traslate in fiction, televisiva o cinematografica.


Giornalista per quotidiani di grande caratura e scrittore, senza risparmiare critiche anche al Partito Comunista Italiano, Pansa fu tra i rappresentanti della linea editoriale vicina alla sinistra di opposizione. Volendosi documentare circa una sua raccolta di racconti ambientata durante la II Guerra Mondiale, la Gloss vi si applica con l'attenzione dovuta, desiderando essere coerente con un suo hasthag Instagram #ilibriscrivonoilibri. Dopo aver pubblicato alcuni libri concernenti il fenomeno dei partigiani, si dedica al “sangue dei vinti”, ovvero di coloro che, dopo il 25 aprile, da dominatori dell’Italia passarono ad essere dominati, se non trucidati. A volte persino ingiustamente, come risulta dalla stesse ricerche del Pansa. Operazione che gli fa onore. in quanto possibile testimonianza di onestà intellettuale e giusto distacco. Possibile, perché tra le righe della dedica che il Pansa fa al Lettore, si legge il timore di essere travisato per poi vedersi abbandonato se non avversato dalla sua amata sinistra. Come se invocasse scuse preventive. Questo atteggiamento, dunque, può anche essere interpretato come asservimento al padrone. Proprio lui che,se la Gloss interpreta bene il suo pensiero, non ne avrebbe voluti.


Prima di spiegare le motivazioni per cui non è stato gradito da Gloss, le solite osservazioni sulla copertina: efficace, in quanto utilizza cromatismi immediati e che colpiscono l’attenzione del potenziale acquirente da libreria mainstream.


Tutto sommato, il libro è abbastanza noioso, perché, ridotto all’osso, trattasi di mera elencazione di nomi e fatti e date, quindi la Gloss esercita uno degli imprescrittibili diritti del lettore alla Pennac. Con rammarico, perché non potrà conoscere come andrà a finire la storia di relazione tra il protagonista e l’unico personaggio inventato, la bibliotecaria che gli fa da controcanto, piazzato lì per astuta convenienza. Un dispiacere cui porrà rimedio con il prossimo ottimo libro che leggerà.

Consigliato a coloro che volessero documentarsi circa il difficile periodo post bellico italiano, con serena obiettività.

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