Dopo l'illuminazione ottenuta grazie alla sua opera UNA COSA DIVERTENTE CHE NON FARO' MAI PIU', se c'è un autore che mi costringe ad interrogarmi circa la mia qualità di scrittura ed i contenuti delle mie produzioni, ebbene quello è David Foster Wallace.
In VERSO OCCIDENTE L'IMPERO DIRIGE IL SUO CORSO, DFW obbliga il lettore a leggere per ore di un niente inconcludente, con stile minimalista, eppure riesce a farne lavorare le sinapsi come nemmeno Joyce o Dante tinto di umore nero. Con questi paragoni, credo di aver fatto il migliore apprezzamento in campo letterario. Non c'è un plot, eppure riesce a creare il filo del discorso. La storia non si sviluppa dal punto A al punto C, passando per B e qualche colpo di scena, non vi sono personaggi che mutano, come ci viene insegnato in certe dozzinali scuole di scrittura (vedi Holden), eppure il lettore viene agganciato e travolto dalle parole e dalle immagini che creano.
Sono al 3° libro di DFW (il secondo è stato BREVI INTERVISTE CON UOMONI SCHIFOSI) e ancora non sono stata capace di sviscerarne il COME FA. Guardo le sue foto e lo interrogo. Gli chiedo se faccia uso di droghe (sì). Disseziono le sue note autografe. Ma poi ho capito che non è questa LA domanda. Temo sia morto (suicida) senza aver lasciato risposte. Leggerò l'opera INFINITE JEST che la critica internazionale gli ha riconosciuto come frutto di GENIO.
(NB: ho trovato la risposta nel discorso che fece alla cerimonia di laurea, qui: Nella trincea quotidiana in cui si svolge l’esistenza degli adulti non c’è posto per una cosa come l’ateismo. Non è possibile non adorare qualche cosa. Tutti credono. La sola scelta che abbiamo è su che cosa adorare (cit.)
http://www.nazioneindiana.com/2008/10/08/kenyon-college-and-me/
Ma a questo punto, qual era la domanda?)
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