mercoledì 12 dicembre 2018

IL SOGNO DEL RAGNO


Il genere della cosidetta 'Fantascienza ucronica' mi ronza in testa da parecchio tempo, ma non ne avevo ancora trovato da leggere e da recensire a livello de LA SVASTICA SUL SOLE in cui Philip K. Dick si è chiesto cosa sarebbe succcesso se a vincere la II Guerra Mondiale non fossero stati gli alleati ma i nazisti. FirenzeLibroAperto è stata foriera di tante cose, tra cui anche il contatto di un contatto (vedi LA COMPAGNIA DEI VIAGGIATORI DEL TEMPO di Massimo Acciai Baggiani) che si è tradotto in un'opporunità per studiare tale genere. L'ucronìa si realizza quando, dato un personaggio o periodo storico noto ai più, l'autore ne utilizza le principali istanze, scavalcando a piè pari gli spiegoni, per poi sceglierne uno sviluppo alternativo, idealizzato e di fantasia. Per usare una definizione del Mezinger stesso: “... ciascuno di noi può modificare la Storia. Almeno in un racconto. L’ucronia è la Storia sognata da noi.”


IL SOGNO DEL RAGNO di Carlo Menzinger di Preussenthal, facente parte della serie VIA DA SPARTA, è uno del crogiuolo di romanzi che ha come base il sistema distopico di Sparta, dove: “... i vestiti erano un ostacolo a questo diritto (di prendere gli schiavi a proprio piacimento e soddisfazione sessuale - ndr) e quindi un’offesa a Sparta oltre che un segno di mollezza. (…) Ogni bella ragazza sapeva che difficilmente di sera avrebbe potuto percorrere una via per intero senza dover cedere ad almeno un rapporto sessuale. Era diritto di ogni uomo o ragazzo prendere ogni donna volesse, purche fosse un’ilota.” Dove 'Riti della Catarsi' al cinquantacinquesimo anno di vita ogni uomo o donna spartiate impediscono l'invecchiamento della popolazione, severamente suddivisa tra uomini e donne, perché, in una delirante stereotipata ripartizione di ruoli - delirante se non fosse attualissima - “gli uomini sono forti e coraggiosi, le donne sono deboli e codarde; gli uomini capiscono le cose essenziali della vita, le donne si perdono in frivolezze; gli uomini sono fatti per combattere, le donne per allevare bambini; gli uomini parlano poco e dicono cose importanti, le donne si perdono in chiacchiere inutili; gli uomini amano la natura e le cose vere, le donne amano i ninnoli e i trucchi e sono ingannatrici. Gli uomini disdegnano il lavoro e amano la guerra, anche se e grazie a questa che spesso muoiono, le donne perdono tempo in lavori inutili e odiano la guerra, anche se e grazie a questa che vivono. ”

Aracne, ilota incinta, e Lucius, vitelliano* che si occupa di storia e ci permette di approfondire il 'sistema Sparta', vi si ribellano. Infatti a più riprese in diversi dialoghi, Lucius ne spiega a Aracne (e a noi) vantaggi e svantaggi: “«Pensi fosse cosi male la vita comune? Ti sembra che qui uomini e donne si scannino a vicenda?» «Non saprei, Aracne. Per Sparta è male, perché gli sparitati pensano che la vicinanza della donna renda l’uomo fiacco e meno coraggioso. Se ha una moglie da cui tornare o dei figli da proteggere, diviene meno disposto a combattere e a rischiare la propria vita. Se deve combattere per tutte le donne e per tutti i bambini di Sparta, la cosa è diversa. La sua vita è meno importante e può anche rischiarla. Se muore, non lascia vedove e orfani. Contano l’onore, il desiderio di mostrare il proprio coraggio, l’amore per Sparta, la difesa dei compagni. Un guerriero spartiate non si ritira mai davanti al nemico, a costo della morte. Nessuno soffrirà per la sua scomparsa. Donne e bambini saranno nelle mani di Sparta. Che un marito o un padre muoia non sarà mai una tragedia per le mogli o i figli. Sparta non tollera il matrimonio per gli iloti, ma per un altro motivo. Teme che questo aumenti la quantità dei figli, mentre il numero degli iloti è sempre tenuto sotto controllo. Le donne poi devono essere sempre a disposizione di tutti gli uomini, affinché non perdano tempo con corteggiamenti, un’usanza orientale assai deprecata. Le ilote e gli iloti devono essere sempre a disposizione dei desideri sessuali degli spartiati. I maschi sono subito fatti entrare nell’esercito, in modo che, inseriti in una gerarchia rigida, non pensino a ribellarsi. (…) Anche noi (iloti) in fondo, beneficiamo di un mondo più ricco. In città ci sono strade lastricate, ordine assicurato dai militari, medicine per curare ogni malattia, ospedali, cibi che un tempo non esistevano, in parte creati con l’ingegneria genetica, in parte provenienti da terre lontane. Sparta ha assicurato pace e tranquillità al mondo intero e benessere ai suoi sudditi… anche a noi, sì, nonostante le caccie agli iloti, nonostante si lavori per loro, nonostante abbiano cancellato le memorie degli altri popoli dai loro libri… (…) Con il matrimonio si crea un sodalizio tra una donna e un uomo. L’uomo s’impegna a combattere per Sparta e Sparta lo premia affidando alla sua donna, finché vive, terre e averi. La donna s’impegna ad amministrare le ricchezze cedute dall’Impero, facendone fonte di sostentamento per se stessa, per lui e per i figli e facendole crescere e fruttare in modo che quando Sparta ne riprenderà possesso valgano di più. Da quelle ricchezze il militare prendeva le risorse per acquistare armi e mezzi per combattere e perpetuare l’arricchimento proprio, della propria famiglia e di Sparta, cui tutto appartiene e cui tutto torna. Questo volevano le donne dai loro uomini. Cos’altro? Le donne però, oltre ad amministrare le terre, potevano fare altri mestieri. Alcune erano ingegnere, altri guaritrici, altre consulenti, altre imprenditrici, traduttrici, interpreti, insegnanti… Gli uomini no. Gli uomini giovani erano guerrieri. Solo da vecchi, i pochi che riuscivano a superare i cinquant’anni, negli anni che gli restavano prima dei Riti della Catarsi, potevano diventare politici o affiancare le loro donne nella gestione del patrimonio. Era un meccanismo grazie al quale, passo dopo passo, secolo dopo secolo, Sparta si era trovata a dominare il mondo, ma nel quale gli uomini non avevano scelta. Il loro destino era segnato sin dalla nascita: combattere!»” In un siffatto regime, non avevano posto disabili e inetti, solo destino loro riservato era il Monte Taigeto, l'equivalente della romana rupe Tarpea.

Eppure “L’uomo non può togliere la vita a un altro uomo, neppure se ritiene che questi abbia una vita che sia indegna di essere vissuta.” Ecco un'istanza nuova: è quella di Isacco, e con lui tutti i Gesuisti**. Il suo socio Samuele alla domanda: “«E non li portate al gineceo e al ginnasio per farli educare?» «Educare alle atrocità di Sparta? No di certo. Studiano con noi il Tanakh, il resto della Bibbia e gli insegnamenti di Gesù. L’agoghé non fa per loro. Non li educhiamo alla guerra.» (…) «Gesù ci ha insegnato ad amarci l’un l’altro» ” (…) “È l’uomo l’animale più infido. Siamo noi ad aver costruito il nostro mondo sulla menzogna e il complotto. Siamo noi a uccidere senza motivo, per gioco o malvagità.” Trattasi di una sorta di anteposizione di Homo hominis lupus di Thomas Hobbes. “L’uomo regna con la debolezza, aggiogando quella altrui alla propria, rendendo debole il suo avversario per dominarlo.”

Il Mezinger attualizza ulteriormente la sua opera con alcune affermazioni auliche, ad esempio: “La cultura e la conoscenza sono un pericolo per il potere.” oppure parlando di “sovrani giustiziati per colpe che un normale spartiate avrebbe espiato con l’esilio o anche solo la carcerazione” ci ricorda ironicamente un nostro sovrano contemporaneo, il quale fu giustiziato “... appena il popolo si rese conto che controllava la circolazione delle informazioni e voleva porsi persino al di sopra gli efori***” Il nome attribuitogli è preclaro esempio di satira.

In APPENDICE trovo le risposte a tutte le mie curiosità e la conferma alla cultura classicista del Menzinger, più alcune sue invenzioni, per sua stessa ammissione, come: “Nel romanzo, inoltre, ho inventato la figura del Gran Polemarco, posto a capo della Gran Mora, ovvero di 6 Mora, cioe 2.400 uomini e del Polemarco Generale (detto anche Generale), che era a capo dell’Esercito, ovvero di 10 Gran More, cioe 24.000 uomini.” e ancora: “L’Impero di Sparta, come da antica tradizione e comandato da due re, ma ho immaginato che, col tempo, il ruolo sia evoluto e che, in considerazione della vastità dell’impero, ciascun re abbia assunto competenze territoriali, abbiamo così un Re d’Oriente e un Re d’Occidente, a capo il primo di Asia e America e il secondo di Europa e Africa. L’Australia è invece interamente controllata da Nippon-Koku, che controlla anche gran parte dell’Asia e parti di Africa e America. Africa e Europa hanno mantenuto i loro nomi ma gli altri continenti nel romanzo sono definiti con termini diversi (Asia: Chitrinodermia, Americhe: Eurotrodermia, Australia: Arrernte).”

Ma anche di neologismi, non senza la ormai nota dose di ironia che salverà il mondo e che fa grande un'opera letteraria, tra i quali ritrovo alcuni appuntati in attesa di mia ricerca. Ne riporto solo una parte, quella più ad alto tasso di divertimento:

Biobarca: barca trainata da delfini mutanti
Brutia: Abruzzi
Cemo (cellulosa modificata): una sorta di plastica ricavata dalla cellulosa geneticamente modificata
Centiode o Periodo Centesimo: periodo di tempo in cui è diviso il giorno, pari a un centesimo del tempo tra un’alba e la successiva
Coge: codificazione genetica, sistema di codificazione delle informazioni mediante il CO.GE., sostitutivo dell’informatica.
Discensore: ascensore, in quanto la città di Sparta in questa ucronìa è costruita sottoterra
Euantropogenetica: studi di genetica volti al miglioramento dell’uomo
Galloceltici: francesi
Jenisseia: Siberia, dal nome degli jenisseiani, antichi abitanti della regione.
Lacedemone: la città di Sparta, capitale dell’Impero
Lacentiode: centiode lacedemone, calcolato dall’alba della capitale dell’Impero
Lamilliode: milliode lacedemone, calcolato dall’alba della capitale dell’Impero
Luciferai: addetti all’accensione dei lampioni stradali.
Maestro di memorie: storico, insegnante di storia.
Megarpie: gigantesche cavalcature alate, simili a aquile, prodotte dalla genetica nipponica
Menta catsica: latte di capra alla menta
Mutante: guerriero spartano nato tramite manipolazione genetica
Omogamici: uomini che si sposano tra loro
Periodatore a polvere: orologio a polvere di marmo, simile a una clessidra
Persianata: cosa frivola ed effeminata, da Persiano.
Portocalada: spremuta d’arancio aromatizzata
Poteria: bar, locale per bere
Psicosofe: filosofe che si occupano di psicologia, ovvero di Psicosofia, studio dei ragionamenti della mente umana
Saltadune: velocissimo e altissimo cammello mutante.
Scuri o Sudati: abitanti del sud, termine dispregiativo usato dagli scandinavi nei confronti di migranti venuti dal sud
Thalassiano: Mutante anfibio
Thule: territorio comprendente Groenlandia, Canada Settentrionale e Alaska. Il nome deriva da un’antica popolazione di quei luoghi e dalla città omonima della Groenlandia
Vladina: stampante a caratteri mobili.

A parte qualche imprecisione di stile di stampa (mi riferisco all'apposito manuale edito da ogni casa editrice alle cui regole tutti gli autori debbono sottostare,  vedi DALL'INTERNO DELLA SPECIE di Andrea De Alberti, come il tipo di virgolette da usare per un discorso diretto, il tutto scorre abbastanza liscio. Se ne deduce che la casa editrice è fornita o di apposito Editor, o di grafici che sanno fare il loro mestiere. O semplicemente, che il Menzinger è un ottimo scrittore che non teme il congiuntivo. Data la qualità dello scritto e degli studi storici che lo sottendono, propenderei per l'ultima ipotesi.

Essendo stata per tanti anni Art Director nella Milano da bere, non posso esimermi dal commentare anche la copertina, che per cromatismi complementari è azzeccata, ma per efficacia comunicativa, no. Una stellina in meno su GoodReads.

Consigliato a storiografi per la precisione delle ricerche, a fantascientifici ucronici per la fantasia, alle attuali femministe per farle arrabbiare un po' (se non fossi stata costretta ad abbracciare anche l'altra metà del cielo con STANDING OVULATION le donne sono superiori agli uomini - anche nella violenza, sarei una di quelle), ai maschilisti per gratificarli.

*Italiano
** Seguaci di Gesù
*** Giudici

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