Tramite una compagna di fede, ho
ricevuto alcuni contatti utili allo scopo di sviluppare la mia
attività per Kosen Rufu*, che, nella fattispecie, si propone di
incrementare e favorire l'avvicinamento alla Cultura in modo
democratico e open mind. Dopo alcuni mesi di intenso lavorìo,
finalmente ricevo risposta dalla Libreria IL CAMMELLO sita nella
periferia torinese, che ha il merito di aver avviato il Club degli
Autori. Il quale organizza eventi letterari, invitando scrittori noti
sull'intero territorio italiano, ma dà anche spazio ai cosiddetti
“autori a Km 0”. Tra questi, vi è Flavio Passi, non solo
scrittore, ma anche editore. È il primo a farsi avanti nel recepire
una mia rece. Voi che mi seguite da ormai quasi due anni, sapete
quanto sia pistina nel recensire, badando persino a piccolezze come
la punteggiatura. Nonché al contenuto, allo sviluppo del plot e
all'approfondimento dei personaggi, cercando di vestire i panni di
un editore che è, prima di ogni altra cosa, imprenditore e guarda al
libro come mero prodotto per guadagnare. Colgo infatti subito fin
dalle prime pagine del suo IL GIOCO DEL RE il valore tecnico e letterario del Passi, che mi
cattura alla lettura, risuonandomi nell'interiorità con passaggi che
ricordano opere mie, come il seguente: “Un’altra estate è
andata, pensai. Un altro anno è passato e non mi è rimasto niente:
serate con amici, feste, avventure, donne… E poi? Cosa è rimasto?”
Questo in particolare mi rimanda ad una delle mie POESIE SPOLLICIATE, in cerca di editore, scritta in quel di Bologna, in occasione di un workshop di Editoria
ai tempi del Digitale, che della temporanea amicizia tra
quattro donne aspiranti scrittrici, recita così:
“Ma Valentina la osserva e la
incalza/con domande (giuste? Non sapremo)/Ed io la snobbo. Roberta si
fa i suoi./Un bicchiere di vino condiviso/Alimenta l'amicizia di una
sera./Cosa resta?”
“«Se c’è un problema, esiste la
soluzione» diceva. «E se non esiste soluzione, allora non può
esserci alcun problema.»” Circa l'ottimismo sempre, un mio
Forforisma Pastorology afferma che “i problemi sono fatti per
essere risolti”. Senza ottimismo, non si va da nessuna parte. Evidentemente, il Passi
lo sa bene. Deve aver sofferto molto nella vita, ma soprattutto
essersene arricchito. Si chiama resilienza.
“«... ci tengo a mettere in chiaro
che con me bisogna esser cauti. Non ho problemi a conoscere uomini,
anzi direi che mi piace, ma preferisco il loro cervello al loro
cazzo.»” E qui il Passi mirabilmente introduce al tema principale,
ovvero l'erotismo, il cui principale organo è il cervello.
Ovviamente profferito da una donna., che viene definita ninfomane. In
realtà, è solo un'allegra porcellona, in quanto la ninfomania non
lascia possibilità di scelta, è una malattia gravissima, mentre la
protagonista femminile sceglie oculatamente i suoi amanti. Molti sono
i passaggi letterari che si riferiscono al cervello come organo
erotico, sempre con eleganza e mai volgari, tra questi: “Davanti al
mio sguardo una mano si muoveva sinuosa in cerca di profondità,
l’altra sfiorava veloce il pistillo di quel magnifico fiore che
sembrava esplodere per quanto era grande. Non resistevo, provavo ad
avvicinarmi con la bocca per assaporare quello spettacolo che si
apriva davanti ai miei occhi, ma non ci riuscivo. (…) Era terribile
ed eccitante allo stesso tempo.”,“Una donna capace di trascinarti
negli inferi dell’anima, nel baratro della perdizione, in quel
luogo in cui ogni emozione risultava amplificata, moltiplicata
all’infinito. (…) Era un’avventura pericolosa, è vero, ma
sarei stato disposto a qualsiasi conseguenza pur di non rinunciare a
quel brivido.”,“Sapevo cosa avrei visto varcando quella soglia
(…) Barbara era da sola sul letto, vestita soltanto di lingerie
provocante, che si muoveva sinuosa come una pantera davanti agli
spettatori increduli. Il grande materasso era circondato da sbarre, e
Barbara aveva lasciato tutti fuori dalla gabbia. Non potevano
toccarla, non potevano fare niente se non guardarla e provare ad
avvicinarsi sperando di essere sbranati.”,“«Cambio molti uomini,
ma lui è l’unico che resiste. (…) Ecco chi è il Re. Ma con te
mi è successa una cosa strana: per la prima volta ho trovato una
persona che lo ha messo in discussione»”,“Quell’abbandono,
così violento e inaspettato, era stato come una terapia per me: poco
alla volta, superare un dolore del genere, mi aveva fatto capire che,
nonostante tutto, si sopravvive. E si vive.”
“«Un sottofondo musicale è quello
che ci vuole» Pensai. E quella era la serata giusta: non potevo che
mettere “The dark side of the moon”. Poi, dopo essermi seduto a
fianco a lei, le offrii da
bere.” La musica attraversa anche l'opera del
Passi, a conferma della necessità di trovarvi ispirazione. Conosco
autori e poeti che, per raggiungere l'ispirazione, si fanno di erba,
di crack, di sesso, di coca, di pere. Io mi faccio di musica. Ogni
cosa che scrivo, sia essa prosa, poesia o saggistica, è dopata da
una qualche sonorità musicale. Evidentemente, anche il Passi ne avverte il bisogno.
“«E… Qual è il gioco che più ti
dà adrenalina?» Chiesi curioso. «Quello dove è più facile
vincere.» Rispose ridacchiando. «E tu vivendo a Sanremo dovresti
saperlo: chi gioca al casinò, se è intelligente, può giocare
soltanto alla roulette, l’unico gioco più o meno onesto. Ma
probabilmente non frequenti l’ambiente.»” In realtà, da amici
sanremesi addetti ai tavoli da gioco, so per loro stessa ammissione
che anche la roulette è giostrata sapientemente dalle loro stesse
mani e da appositi congegni che pilotano le vincite.
“Mi vedevo per un attimo felice ma
subito dopo pensavo alla mia condizione di infelicità: un’esistenza
banale, senza amore e con pochi affetti. Una vita alla deriva, senza
una meta, senza un obiettivo. Ma in fondo, mi chiedevo, la vita ha
davvero un obiettivo?”,“Già, perché è così che funziona:
viviamo cercando la felicità ma quando la troviamo non sappiamo
riconoscerla e, dopo troppo tempo, alcuni posti, profumi, visioni ci
ricordano momenti felici. E allora ci troviamo increduli a constatare
come la felicità ci sia stata, ormai lontana e inutile, mimetizzata
nella vita.”,“Fabio, sai qual è la triste verità? Che esistono
persone con una vita talmente noiosa e monotona, che per sopravvivere
hanno bisogno di vivere la vita altrui.”, ma anche: “«... quando
il sipario sarà sceso su di noi, allora non ci sarà davvero più
tempo, questo devi ricordarlo. Non buttare via la cosa più preziosa
per la paura della fine. Ed è proprio per questo, perché il tempo
corre troppo, che non devi sprecarlo. Quando arriverà il tuo momento
non dovrai avere rimpianti, (…) nulla è eterno.»”,“Piansi.
Guardai verso il cielo e piansi senza freni, senza controllo. Non era
un pianto isterico, ma nemmeno un pianto di dolore o gioia. Era un
pianto di trascendenza, un pianto che mi fece sentire una piccola
parte del cosmo.”, “... l’innamoramento dovrebbe essere
altruismo, ma in realtà è puro egoismo. (…) Difficilmente ci
innamoriamo di chi ha bisogno di noi e, soprattutto, se stiamo con
qualcuno e percepiamo che questa persona dipende da noi, cosa
facciamo? Solitamente lo scarichiamo, perché non vogliamo accanto
persone che dipendono da noi, vogliamo persone forti, utili a noi e a
quello che cerchiamo, non vogliamo essere noi a soddisfare i bisogni
altrui.” L'aspetto fisico del protagonista è un po' troppo 'reaganian godfereccio' per produrre simili pensieri. Mi verrebe
allora da attribuirli direttamente al Passi, che deve essere un
filosofo della vita.
A proposito di edonismo reaganiano, lo
ritroviamo simboleggiato da auto di lusso: “Avrei potuto prendere la
Smart, (…) ma qualcosa mi spinse verso le chiavi dell’Ammiraglia:
così avevo ribattezzato la mia nuova Mercedes SL 500.”, da
ristoranti di lusso: “Oltrepassammo il confine con la Svizzera e mi
diede indicazioni per il ristorante, sul lago di Lugano.”,
aperitivi di lusso: “«Oggi sono euforico e ho voglia di
divertirmi! Ci vediamo alle sette qui sotto per l’aperitivo. Pensi
tu ad avvisare gli altri?» «Okay, ci penso io. Alle sette al
Sottovento.» Il Sottovento era proprio sotto casa mia, in Piazza
Bresca, l’antica piazza in cui un tempo vivevano i pescatori di
Sanremo perché situata proprio a ridosso del porto.”, abitazioni
di lusso: “La piazza (Bresca) era diventata, col tempo, il ritrovo
della movida sanremese. (…) Era una fortuna abitare lì.” ma
anche: “Quando Barbara, dall’esterno, schiacciò un pulsante
(...) restai a bocca aperta. Quella casa sembrava un’astronave
galleggiante nel buio. All’interno si aveva la sensazione di
volare: era stata costruita sul bordo della strada, verso valle e,
avvicinandosi a una delle vetrate perimetrali, sembrava di essere
divorati dalla gola di rocce che inghiottiva la vallata.”, night
club un po' più alla mano, ma con ragazze di lusso,: “Quel giovedì
si era deciso che saremmo andati al Porky’s (…) dove le ragazze
si esibivano in spettacoli di lap dance e striptease. Un posto
divertente e goliardico (…) senza per questo essere alleggeriti nel
portafogli, come accadeva nei comuni night-club.”, tanti casinò,
il lusso per antonomasia: “Le emozioni della sera prima mi avevano
fatto ritornare ragazzo, al periodo in cui i miei amici e io avevamo
iniziato a frequentare i vari Casinò della Costa Azzurra.” e club
privé in Costiera: “Da quando Barbara mi aveva prospettato l’idea
di andare in un club privé della Costa Azzurra ero diventato
un’anima in pena.”.
“Al ristorante – lo stesso della
volta precedente, come vuole la cabala – sentii che era arrivato il
momento di dirle la verità.”,“Il Re è nudo.”: Cabala e
determinati riferimenti fiabeschi svelano la raffinata formazione del
Passi, ma anche il gioco della Regina, che, senza svelarvi niente, è
un improvviso ribaltamento di ruoli. In linguaggio sessual erotico
potremmo definire switch.
Del Passi, mi sorprendo a ricopiarne
interi passaggi, perché ritengo da sempre che una buona scrittura
meriti di insegnarmi qualcosa. Bravo. Ma in fondo, proprio il Passi
(ed io con lui) ha scoperto la capacità terapeutica dello scrivere:
“Ricordo ancora il mio sorriso quando premetti il tasto Invia: i
pensieri negativi svanirono, Monica divenne uno sbiadito ricordo, e
una curiosa ondata di benessere mi prese la schiena.”
Evidentemente, è confermata la prima impressione ricevuta circa la
sua resilienza.
Le consuete considerazioni
sull'efficacia di vendita copertina, da Art Drector Pubblicitaria
attiva negli Anni della Milano da Bere, mi portano a valutare ancora
meglio l'opera del Passi: giocata su te colori, bianco, nero e rosso,
che simboleggiano essenzialità e erotismo, mette in scena un Re
(rosso, quindi dominante sessaulmente parlando) e un alfiere (bianco,
neutro). L'ombra della pedina del Re però si diparte da entrambi.
Consigliato agli amanti del genere
erotico che, da una punta di giallo, può solo trarre beneficio.
*https://www.sgi-italia.org/la-realizzazione-della-pace-kosen-rufu/
Poiché, secondo la visione buddista,
la Legge mistica è la Legge della vita che permette alle persone di
diventare felici consentendo di manifestare il loro più grande
potenziale, la Buddità, ed è quindi il motore del progresso degli
esseri umani e della società, agire per realizzare kosen-rufu
significa impegnarsi nella costruzione di una società pacifica e
felice.
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