venerdì 7 dicembre 2018

IL GIOCO DEL RE


Tramite una compagna di fede, ho ricevuto alcuni contatti utili allo scopo di sviluppare la mia attività per Kosen Rufu*, che, nella fattispecie, si propone di incrementare e favorire l'avvicinamento alla Cultura in modo democratico e open mind. Dopo alcuni mesi di intenso lavorìo, finalmente ricevo risposta dalla Libreria IL CAMMELLO sita nella periferia torinese, che ha il merito di aver avviato il Club degli Autori. Il quale organizza eventi letterari, invitando scrittori noti sull'intero territorio italiano, ma dà anche spazio ai cosiddetti “autori a Km 0”. Tra questi, vi è Flavio Passi, non solo scrittore, ma anche editore. È il primo a farsi avanti nel recepire una mia rece. Voi che mi seguite da ormai quasi due anni, sapete quanto sia pistina nel recensire, badando persino a piccolezze come la punteggiatura. Nonché al contenuto, allo sviluppo del plot e all'approfondimento dei personaggi, cercando di vestire i panni di un editore che è, prima di ogni altra cosa, imprenditore e guarda al libro come mero prodotto per guadagnare. Colgo infatti subito fin dalle prime pagine del suo IL GIOCO DEL RE il valore tecnico e letterario del Passi, che mi cattura alla lettura, risuonandomi nell'interiorità con passaggi che ricordano opere mie, come il seguente: “Un’altra estate è andata, pensai. Un altro anno è passato e non mi è rimasto niente: serate con amici, feste, avventure, donne… E poi? Cosa è rimasto?” Questo in particolare mi rimanda ad una delle mie POESIE SPOLLICIATE, in cerca di editore, scritta in quel di Bologna, in occasione di un workshop di Editoria ai tempi del Digitale, che della temporanea amicizia tra quattro donne aspiranti scrittrici, recita così:
“Ma Valentina la osserva e la incalza/con domande (giuste? Non sapremo)/Ed io la snobbo. Roberta si fa i suoi./Un bicchiere di vino condiviso/Alimenta l'amicizia di una sera./Cosa resta?”

“«Se c’è un problema, esiste la soluzione» diceva. «E se non esiste soluzione, allora non può esserci alcun problema.»” Circa l'ottimismo sempre, un mio Forforisma Pastorology afferma che “i problemi sono fatti per essere risolti”.  Senza ottimismo, non si va da nessuna parte. Evidentemente, il Passi lo sa bene. Deve aver sofferto molto nella vita, ma soprattutto essersene arricchito. Si chiama resilienza.

“«... ci tengo a mettere in chiaro che con me bisogna esser cauti. Non ho problemi a conoscere uomini, anzi direi che mi piace, ma preferisco il loro cervello al loro cazzo.»” E qui il Passi mirabilmente introduce al tema principale, ovvero l'erotismo, il cui principale organo è il cervello. Ovviamente profferito da una donna., che viene definita ninfomane. In realtà, è solo un'allegra porcellona, in quanto la ninfomania non lascia possibilità di scelta, è una malattia gravissima, mentre la protagonista femminile sceglie oculatamente i suoi amanti. Molti sono i passaggi letterari che si riferiscono al cervello come organo erotico, sempre con eleganza e mai volgari, tra questi: “Davanti al mio sguardo una mano si muoveva sinuosa in cerca di profondità, l’altra sfiorava veloce il pistillo di quel magnifico fiore che sembrava esplodere per quanto era grande. Non resistevo, provavo ad avvicinarmi con la bocca per assaporare quello spettacolo che si apriva davanti ai miei occhi, ma non ci riuscivo. (…) Era terribile ed eccitante allo stesso tempo.”,“Una donna capace di trascinarti negli inferi dell’anima, nel baratro della perdizione, in quel luogo in cui ogni emozione risultava amplificata, moltiplicata all’infinito. (…) Era un’avventura pericolosa, è vero, ma sarei stato disposto a qualsiasi conseguenza pur di non rinunciare a quel brivido.”,“Sapevo cosa avrei visto varcando quella soglia (…) Barbara era da sola sul letto, vestita soltanto di lingerie provocante, che si muoveva sinuosa come una pantera davanti agli spettatori increduli. Il grande materasso era circondato da sbarre, e Barbara aveva lasciato tutti fuori dalla gabbia. Non potevano toccarla, non potevano fare niente se non guardarla e provare ad avvicinarsi sperando di essere sbranati.”,“«Cambio molti uomini, ma lui è l’unico che resiste. (…) Ecco chi è il Re. Ma con te mi è successa una cosa strana: per la prima volta ho trovato una persona che lo ha messo in discussione»”,“Quell’abbandono, così violento e inaspettato, era stato come una terapia per me: poco alla volta, superare un dolore del genere, mi aveva fatto capire che, nonostante tutto, si sopravvive. E si vive.”

“«Un sottofondo musicale è quello che ci vuole» Pensai. E quella era la serata giusta: non potevo che mettere “The dark side of the moon”. Poi, dopo essermi seduto a fianco a lei, le offrii da
bere.” La musica attraversa anche l'opera del Passi, a conferma della necessità di trovarvi ispirazione. Conosco autori e poeti che, per raggiungere l'ispirazione, si fanno di erba, di crack, di sesso, di coca, di pere. Io mi faccio di musica. Ogni cosa che scrivo, sia essa prosa, poesia o saggistica, è dopata da una qualche sonorità musicale. Evidentemente, anche il Passi ne avverte il bisogno.

“«E… Qual è il gioco che più ti dà adrenalina?» Chiesi curioso. «Quello dove è più facile vincere.» Rispose ridacchiando. «E tu vivendo a Sanremo dovresti saperlo: chi gioca al casinò, se è intelligente, può giocare soltanto alla roulette, l’unico gioco più o meno onesto. Ma probabilmente non frequenti l’ambiente.»” In realtà, da amici sanremesi addetti ai tavoli da gioco, so per loro stessa ammissione che anche la roulette è giostrata sapientemente dalle loro stesse mani e da appositi congegni che pilotano le vincite.

“Mi vedevo per un attimo felice ma subito dopo pensavo alla mia condizione di infelicità: un’esistenza banale, senza amore e con pochi affetti. Una vita alla deriva, senza una meta, senza un obiettivo. Ma in fondo, mi chiedevo, la vita ha davvero un obiettivo?”,“Già, perché è così che funziona: viviamo cercando la felicità ma quando la troviamo non sappiamo riconoscerla e, dopo troppo tempo, alcuni posti, profumi, visioni ci ricordano momenti felici. E allora ci troviamo increduli a constatare come la felicità ci sia stata, ormai lontana e inutile, mimetizzata nella vita.”,“Fabio, sai qual è la triste verità? Che esistono persone con una vita talmente noiosa e monotona, che per sopravvivere hanno bisogno di vivere la vita altrui.”, ma anche: “«... quando il sipario sarà sceso su di noi, allora non ci sarà davvero più tempo, questo devi ricordarlo. Non buttare via la cosa più preziosa per la paura della fine. Ed è proprio per questo, perché il tempo corre troppo, che non devi sprecarlo. Quando arriverà il tuo momento non dovrai avere rimpianti, (…) nulla è eterno.»”,“Piansi. Guardai verso il cielo e piansi senza freni, senza controllo. Non era un pianto isterico, ma nemmeno un pianto di dolore o gioia. Era un pianto di trascendenza, un pianto che mi fece sentire una piccola parte del cosmo.”, “... l’innamoramento dovrebbe essere altruismo, ma in realtà è puro egoismo. (…) Difficilmente ci innamoriamo di chi ha bisogno di noi e, soprattutto, se stiamo con qualcuno e percepiamo che questa persona dipende da noi, cosa facciamo? Solitamente lo scarichiamo, perché non vogliamo accanto persone che dipendono da noi, vogliamo persone forti, utili a noi e a quello che cerchiamo, non vogliamo essere noi a soddisfare i bisogni altrui.” L'aspetto fisico del protagonista è un po' troppo 'reaganian godfereccio' per produrre simili pensieri. Mi verrebe allora da attribuirli direttamente al Passi, che deve essere un filosofo della vita.

A proposito di edonismo reaganiano, lo ritroviamo simboleggiato da auto di lusso: “Avrei potuto prendere la Smart, (…) ma qualcosa mi spinse verso le chiavi dell’Ammiraglia: così avevo ribattezzato la mia nuova Mercedes SL 500.”, da ristoranti di lusso: “Oltrepassammo il confine con la Svizzera e mi diede indicazioni per il ristorante, sul lago di Lugano.”, aperitivi di lusso: “«Oggi sono euforico e ho voglia di divertirmi! Ci vediamo alle sette qui sotto per l’aperitivo. Pensi tu ad avvisare gli altri?» «Okay, ci penso io. Alle sette al Sottovento.» Il Sottovento era proprio sotto casa mia, in Piazza Bresca, l’antica piazza in cui un tempo vivevano i pescatori di Sanremo perché situata proprio a ridosso del porto.”, abitazioni di lusso: “La piazza (Bresca) era diventata, col tempo, il ritrovo della movida sanremese. (…) Era una fortuna abitare lì.” ma anche: “Quando Barbara, dall’esterno, schiacciò un pulsante (...) restai a bocca aperta. Quella casa sembrava un’astronave galleggiante nel buio. All’interno si aveva la sensazione di volare: era stata costruita sul bordo della strada, verso valle e, avvicinandosi a una delle vetrate perimetrali, sembrava di essere divorati dalla gola di rocce che inghiottiva la vallata.”, night club un po' più alla mano, ma con ragazze di lusso,: “Quel giovedì si era deciso che saremmo andati al Porky’s (…) dove le ragazze si esibivano in spettacoli di lap dance e striptease. Un posto divertente e goliardico (…) senza per questo essere alleggeriti nel portafogli, come accadeva nei comuni night-club.”, tanti casinò, il lusso per antonomasia: “Le emozioni della sera prima mi avevano fatto ritornare ragazzo, al periodo in cui i miei amici e io avevamo iniziato a frequentare i vari Casinò della Costa Azzurra.” e club privé in Costiera: “Da quando Barbara mi aveva prospettato l’idea di andare in un club privé della Costa Azzurra ero diventato un’anima in pena.”.

“Al ristorante – lo stesso della volta precedente, come vuole la cabala – sentii che era arrivato il momento di dirle la verità.”,“Il Re è nudo.”: Cabala e determinati riferimenti fiabeschi svelano la raffinata formazione del Passi, ma anche il gioco della Regina, che, senza svelarvi niente, è un improvviso ribaltamento di ruoli. In linguaggio sessual erotico potremmo definire switch.

Del Passi, mi sorprendo a ricopiarne interi passaggi, perché ritengo da sempre che una buona scrittura meriti di insegnarmi qualcosa. Bravo. Ma in fondo, proprio il Passi (ed io con lui) ha scoperto la capacità terapeutica dello scrivere: “Ricordo ancora il mio sorriso quando premetti il tasto Invia: i pensieri negativi svanirono, Monica divenne uno sbiadito ricordo, e una curiosa ondata di benessere mi prese la schiena.” Evidentemente, è confermata la prima impressione ricevuta circa la sua resilienza.

Le consuete considerazioni sull'efficacia di vendita copertina, da Art Drector Pubblicitaria attiva negli Anni della Milano da Bere, mi portano a valutare ancora meglio l'opera del Passi: giocata su te colori, bianco, nero e rosso, che simboleggiano essenzialità e erotismo, mette in scena un Re (rosso, quindi dominante sessaulmente parlando) e un alfiere (bianco, neutro). L'ombra della pedina del Re però si diparte da entrambi.

Consigliato agli amanti del genere erotico che, da una punta di giallo, può solo trarre beneficio.

*https://www.sgi-italia.org/la-realizzazione-della-pace-kosen-rufu/
Poiché, secondo la visione buddista, la Legge mistica è la Legge della vita che permette alle persone di diventare felici consentendo di manifestare il loro più grande potenziale, la Buddità, ed è quindi il motore del progresso degli esseri umani e della società, agire per realizzare kosen-rufu significa impegnarsi nella costruzione di una società pacifica e felice.


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