martedì 10 maggio 2016

BASTADDI

Tarantino: un nome, una garanzia. Fin dalla siringa di adrenalina nel petto di Una Thurman sono sua fan, pur a fasi alterne (non mi garbò DAL TRAMONTO ALL'ALBA e nemmeno JACKIE BROWN). Di PULP FICTION arrivai a leggere persino la sceneggiatura, per scardinare la sua logica. Ma che c'entra con Stefano Amato? C'entra, perché Stefano ha fatto la stessa mia operazione con INGLORIOSOUS BASTERDS, spingendosi oltre. Ne ha fatto, come la definisce lui stesso, da buon ex appartenente ad una boys band, una cover letteraria. Riuscendoci alla grandissima.

Come sempre nelle mie recensioni, cerco di spiegare perché, anche se non sarà facile.
Seguo Stefano fin dal suo GABBIANO LISTERINE, una faceta raccolta di strafalcioni dei clienti della libreria dove ha lavorato per anni fino a domenica 11 ottobre 2015, mi corregga lui stesso se sbaglio. Entusiasta per il suo fresco stile di scrittura, gli scrissi un'abbordante e-mail, alla quale Amato simpaticamente rispose. Gli chiesi se avesse un account Facebook. Negò, affermando di non gradire mettersi in mostra. Lo rimproverai, dicendo che io, da scrittrice meno affermata di lui, con FB ci lavoro. Mi abbonai letteralmente al suo blog, dove continuava a riportare le memorabili gesta dei clienti libreschi, e dove scoprii l'opera che me lo avrebbe fatto amare (Amato= Amabilissimo!), ovvero IL 49ESIMO STATO .

Sempre seguendolo sul blog, ho scoperto che finalmente aveva aperto un account su Facebook, così lo aggiungo alla schiera dei miei selezionatissimi amici, in buona parte autori. Infine, poco tempo fa, la notizia della sua imminente nuova opera, BASTADDI, ispirata al tarantiniano BASTARDI SENZA GLORIA, ma virato in MafiaStyle. Fremevo dalla curiosità. Già a luglio gli chiesi quando ne avrebbe fatta la presentazione a Milano. Disse: A ottobre. E il 14 ottobre fu. Gli scrissi: Prepara la BIC! Non sicura che l'avrebbe fatto, ne acquistai una io apposta per l'occasione. L'evento era stato creato con un'aura accattivante presso un localino un po' sinistroide com'è di moda in questi anni a Milano. Prometteva il doppiaggio in diretta di alcune scene del film in puro siciliano. Immaginavo una cosina fresca e ironica com'è nel suo stile!

NO.

Le AllStar del 49ESIMO STATO ai piedi, Amato esordisce con cupi toni da tregenda. Un giornalista che vorrebbe fare il simpaticone, lo intervista, con scarso successo perché Amato è T I M I D I S S I M O. Quindi parte la scena iniziale del film, i due seduti sotto il telone a cercare di sincronizzarsi con gli attori. Ovviamente non ci riescono. Sorpresa delle sorprese, Amato legge in perfetto italiano. Inoltre, è confermata una regola sempre valida: l'autore NON deve leggere MAI la propria opera. Insomma, un evento che sulla carta sembrava carino, si rivela un disastro. Ma il libro lo compro ugualmente e me lo faccio dedicare!

Lo confesso: anch'io avevo letto la sceneggiatura di BASTARDI SENZA GLORIA, da tanto mi era piaciuto il film. Perciò, leggendo la cover di Amato, riconoscevo passo passo lo sviluppo della storia, apprezzando man mano le rivisitazioni in chiave contemporanea e mafiosa attuate dall'autore siracusano. Alcune scene, anzi, molte, non rovinate dal tentativo di auto-lettura di Amato, sono di gustosa ironia. Come quando uno dei picciotti, durante il gioco in osteria, col biglietto attaccato sulla fronte che lo definisce come personaggio famoso, senza che lui lo sappia, chiede ai compagni di gioco:
“Aspettate un attimo! Sono un cantante e anche un ballerino?”
“Sì” dissero tutti in coro.
“E quando ballo, sembro un pazzo uscito dal manicomio?”
“Sì”
“Mi vesto come un frocio?”
“Sì”
“E mi vergogno di essere negro?”
“Sì”
“Allora sono Maikol Jekson” (scritto proprio così!)

Senza farne i veri nomi, si capisce bene che Amato ci descrive Totò Riina, Bernardo Provenzano & Compagnia Bella, dipinti nelle loro bassezze. Alla fine l'autore conclude con un'immagine che muove l'anima.
“I magistrati del pool antimafia Falcone e Borsellino brindarono all'interno del Palazzo di Giustizia di Palermo, e si presero una meritata vacanza.
Oggi sono in pensione e vivono senza scorta l'ultima stagione della loro vita.”


Consigliato a Magistrati in erba che ancora credono in ideali di purezza e giustizia.

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