Una storia della filosofia
contemporanea come mai si legge nei licei. Purtroppo. Zap Mangusta
continua a sorprendermi nei suoi prodotti cartacei. Spaccando il
capello in 4 trovato nell'uovo, esamina 26 autori spessamente
autorevoli in meno di 400 pagine, compiendo l'impresa che tutti gli
amanti della filosofia hanno sognato di fare ma nessuno ha mai avuto
voglia di fare. Me compresa.
Riesce ad attribuire perfino un punteggio ai singoli pensatori, in stelline e quarti, partendo dalla massima valutazione in cinque stelline per Adorno e Popper, procede a botte da quarti in meno fino Spencer, le cui striminzite due stelline lo fanno apparire quantomeno sprovveduto e reietto. Zap lo definisce: il pisquano. In partenza gli attribuisce tre stelline sulla fiducia, poi di quarto in quarto, lo riduce ad un disastro involutivo pari a due stelline. Ed è già tanto, dice Zap, conducendo in modo feroce la disanima del capello spaccato in quattro.
Un metodo chirurgico senza pietas che Zap realizza per 24 volte. Così ci abitua a capire la bontà di un pensiero a forza di quarti. Ma quando arriviamo ai suoi preferiti, restiamo spiazzati. Infatti vorremmo la stessa feroce disanima in positivo, ma non la fa. Accetta supinamente la grandiosità di Popper e di Adorno, lasciandoci come poppanti delusi, disattesi, disadorni.
Consigliato a coloro che hanno avviato un corso di studi metafisici, scientifici, letterari. E a quelli che, concluso il liceo senza proseguire, sono arrivati a fine programma accademico senza aver avuto la possibilità di esplorare il pensiero contemporaneo.
De IL FLIPPER DI POPPER la parte migliore è l'ultima, quella che trattandosi di autobiografia, sareste tentati di NON leggere: non perdetevela! Buon divertimento (intellettuale, ovvio!)
Riesce ad attribuire perfino un punteggio ai singoli pensatori, in stelline e quarti, partendo dalla massima valutazione in cinque stelline per Adorno e Popper, procede a botte da quarti in meno fino Spencer, le cui striminzite due stelline lo fanno apparire quantomeno sprovveduto e reietto. Zap lo definisce: il pisquano. In partenza gli attribuisce tre stelline sulla fiducia, poi di quarto in quarto, lo riduce ad un disastro involutivo pari a due stelline. Ed è già tanto, dice Zap, conducendo in modo feroce la disanima del capello spaccato in quattro.
Un metodo chirurgico senza pietas che Zap realizza per 24 volte. Così ci abitua a capire la bontà di un pensiero a forza di quarti. Ma quando arriviamo ai suoi preferiti, restiamo spiazzati. Infatti vorremmo la stessa feroce disanima in positivo, ma non la fa. Accetta supinamente la grandiosità di Popper e di Adorno, lasciandoci come poppanti delusi, disattesi, disadorni.
Consigliato a coloro che hanno avviato un corso di studi metafisici, scientifici, letterari. E a quelli che, concluso il liceo senza proseguire, sono arrivati a fine programma accademico senza aver avuto la possibilità di esplorare il pensiero contemporaneo.
De IL FLIPPER DI POPPER la parte migliore è l'ultima, quella che trattandosi di autobiografia, sareste tentati di NON leggere: non perdetevela! Buon divertimento (intellettuale, ovvio!)
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