Quando le viene proposta la lettura di un’esordiente, reduce da quella spinta di qualche anno fa, che la voleva “badante letteraria” allo scopo di sostenere i giovani che si accingono a questo “mondo difficile e felicità a momenti” che è l'Editoria italiana, Gloss accetta volentieri. Specialmente se l’esordiente è donna: in ogni ambito lavorativo, le donne sbattono contro il glass ceiling. L’autrice in questione è Adriana Porto: non è una sprovveduta, fosse solo per i plurimi impegni che ha (Polstrada, Ciclofficina, bicicletta).
Conosciuta ad aprile 2025 nell’ambito di una delle fiere promozionali del CSU (Collettivo Scrittori Uniti) si sono scoperte sintonizzate sia sull’editoria che sulla vita. La settimana successiva, il “Pennivendolo ubriacone” Marco Ferreri (qui intervistato da Alberto Grometto, Augusto Direttore di Erre18 radio di Mercuzio&Friends - per inciso, l’11 aprile è stata intervista dai Mercuziani anche Gloss -, ha chiesto a Gloss di leggere "Gli Angoli Bruciacchiati”di Adriana Porto allo scopo di partecipare al suo podcast “Pirati della Cultura”.
L’enorme ego di Gloss non ha potuto rifiutare un’occasione splendida per diventare ancora più trofico. Ma chi segue Gloss, sa che cerca di trasformarlo ogni giorno in qualcosa di utile per le altre persone. E così ha deciso di sostenere l’esordiente Adriana Porto. Chi segue Gloss, sa anche che in una narrazione pretende di trovare certi elementi che rendano la lettura non solo scorrevole, ma appassionante, che catturi i lettori e le lettrici fino a staccarsi solo alla parola FINE.
Pretende che sia un prodotto facilmente vendibile anche solo con il passaparola, in quanto le piccole CE in Italia non sono benefattrici ma imprenditrici, per sopravvivere devono poter vendere e non da ultimo ricavare qualche guadagno.
Pretende che il romanzo sia ben costruito, sia dal punto di vista della grammatica (senza essere una grammarnazi, chi segue Gloss sa che ritiene le regole grammaticali un sentiero che guida e non un'autostrada asfaltata dal dio della regola) sia da quello dello della logica consequenzialità della narrazione.
Chi conosce Gloss sa anche che uno dei suoi autori preferiti e che prende a modello è David Foster Wallace, capace di infarcire un romanzo di note a piè pagina facendone l’elemento caratteristico e scrivendo un libro nel libro senza annoiare, o di fare discorsi infiniti ben motivati parlando del nulla e comunque molto arricchenti linguisticamente e filosoficamente.
Gloss pretende che la narrativa abbia da insegnare qualcosa di utile a chi legge, non solo intrattenerlo, magari con banalità.
Che, in sostanza, crei valore. Ebbene, Adriana Porto fa tutte queste cose: una scrittura semplice e scorrevole, senza intoppi grammaticali, la narrazione delle “sue” donne coinvolge tutte e tutti, anche gli uomini perché trattano temi universali, seguono una coerenza intrinseca anche passando da un racconto all’altro. Soprattutto “Gli Angoli Bruciacchiati” crea valore, perché incoraggia uomini e donne incastrate in un qualche problema esistenziale (sia esso il mobbing lavorativo o un partner possessiv3 e tossic3 (a proposito di *, shwa e 3, Gloss vi invita a leggere qui), in un problema alimentare o un’impasse familiare) a mettersi in gioco, perlomeno a riconoscere di avere un problema. La Porto afferma di essere “talmente circondata da amiche insoddisfatte, stanche ed esaurite che davvero ho voluto far qualcosa per cambiare tale stato. E così ho esteso il “My family bike!".
I problemi sono fatti per essere risolti.Cit. Forforismi Pastorology, antica pagina Facebook che proponeva aforismi che danno grattacapi come la forfora.
Per provare a risolvere un problema, però, è necessario prima riconoscerlo. Adriana Porto invita le persone a mettersi in gioco. Già questa consapevolezza è una vittoria.
Qualche osservazione critica che vogliono essere costruttive per la Porto. La copertina: è il primo venditore muto. Da Art Director nella Milano da Bere, questa non parla e quindi non vende.
Le narrazioni sono tutte legate tra loro dal filo conduttore della bicicletta. E sono narrate tutte in prima persona. Il diario interiore è di gran moda in Italia, ma occorre anche trovare una “voce personale” per ogni protagonista al fine di distinguerle le une dalle altre, essendo esperienze reali di undici donne. Altrimenti, sembra che Adriana parli sempre con la propria voce.
Si alleni allora a fare due cose: la prima, ad usare la terza persona, a prendere distacco cioè dalla storia raccolta. Vedrà che imparerà a trovare uno stile adatto a ogni protagonista. Si alleni a copiare, sì, copiare, partendo dal Pirandello che si faceva dominare dai personaggi. Basti pensare ai “Sei personaggi in cerca di autore”.
Un terzo approccio per migliorare la propria scrittura è quello di leggere leggere leggere leggere anche autori e autrici che sente lontanissimi da sé: scoprirà mondi meravigliosi che la ispireranno. Essere scrittori non significa solo scrivere bene un bel temino, ma anche affascinare lettori e lettrici pur parlando del nulla.
Per concludere, Gloss le riconosce il merito di immettere nella sua narrazione alcune riflessioni che valgono anche se estrapolate dal contesto. Da filosofa umanista, Gloss le riporta volentieri. Magari vanno a vantaggio anche di chi legge queste modeste poche righe di recensione.
Quando la Porto parla di oggetti che finiscono per “prendere polvere senza essere utilizzati”, sottolinea: “oggetti che ci riempiono gli occhi quando li guardiamo e ci fanno vantare di possedere ma che in realtà sono ben lontani dal renderci felici” sorta di citazione del monologo iniziale del film Trainspotting.
Afferma di non poter stare ferma: “i miei punti di ruggine mi renderanno solo più bella e sicuramente avrò i segni della vita, ma sarò sempre io, viva, felice, piena e nuda”. Un po' come "portare le rughe come medaglie." Che è un ... indovinate nei commenti.
“Nella vita il giudizio è il male peggiore.” “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo!” A Gloss, buddista, sembra riconoscere del “buddese”.
In definitiva, il libro della Porto apporta valore alle persone, tra esempi proattivi, filosofia e saggezza, resilienza e vittoria su sé stessi tramite l'autoconsapevolezza. Gloss conclude che la letteratura, quella buona, deve poter insegnare qualcosa che non si conosce, in un mondo culturale come quello italiano dominato dal tronismo e dalla perdita di lessico: ne è esempio anche il termine “gravellate” che Gloss invita a ricercare, allo scopo di arricchire il proprio spirito di ricerca.
(seguente)
Nessun commento:
Posta un commento