La Vani legge, legge,
legge, legge. Cresce leggendo, per diventare scrittrice: mi auguro
assurga ad esempio a quei sedicenti scrittori che dicono di non aver
bisogno di leggere e che per controtendenza mi hanno ispirato uno dei
Forforismi Pastorology: i libri scrivono i libri (piaciatene per
favore la pagina Facebook).
La vicenda si snoda su
due livelli: quello di trasformare un altro professore bisbetico e
intollerante al pubblico (per tali caratterisitche, mi ricorda un amico mio che, guarda caso, fa il professore) in una persona facile da intervistare (fu
anni prima a sua volta ghost writer di altro personaggio famoso, ma
incapace di scrittura), per rinverdire la pubblicazione svelandone il
reale autore. E quello di aiutare Berganza a scoprire le mosse
strategiche di un mafioso agli arresti per pilotare i suoi scagnozzi
senza pizzini. È evidente che la Vani riuscirà in entrambi gli
intenti, ma la bellezza di tutto non consiste in questi due lieti
fini, cui arriva tramite tanti colpi di scena, ma nel linguaggio ad
alto tasso di ironia e sarcasmo di una hater di professione come la
Vani Sarca, che manda a stendere il pretendente ufficiale e ne
conquista un altro, ben più difficile da raggiungere.
Valutare positivamente la
copertina è facile, visto che ritrae la presunta protagonista
fotograficamente parlando. Però è altrettanto facile cogliere per
me che fui Art Direstor Pubblicitaria, si tratti di foto
preconfezionata, prelevata da data base. Fosse stato uno scatto predisposto
appositamente per il romanzo, probabilmente la ragazza sarebbe stata
più dark, con un impermeabile lucido che non toglie mai, dal
rossetto viola e lo sguardo arguto. Da togliere una stellina su
GoodReads, ma la scittura aveva già superato il massimo di cinque,
perciò la valutazione resta stabilizzata.
Consigliato agli
aspiranti scrittori che troverebbero guadagno nel fare i ghost
writer, nell'attesa di diventare famosi, agli amanti del genere
giallo, ma animati da sete di cultura a profusione.
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