martedì 18 settembre 2018

LE BRUTTURE DEI CUORI SCALZI


“Poesia è controllare la propria energia/ Per generare parole felici e strazianti. (tratto da POESIA È OSSERVARE IL TUO MALE PER CIBARMI DI BENE) Ecco, non è così che si fa: tutta la prima metà del libro parla di un sé straziato, artificialmente straziato. Si avverte netto l’artifizio delle parole, angeli, gonna rosa, inferno, marmo, sfregio, fiamma, disperante voglia, agonia, tormento, tomba, che sarebbero originali poeticamente parlando se tanti poeti baudelairiani prima di Maria Grazia Nappa non l’avessero già fatto, come negli esempi che seguono:
“E lasciami altrove./ Seduta a parlare con gli angeli” (tratto da AMARTI NELLA FINE)
“Mentre una foglia cade sulla tua gonna rosa,/ Io brucio all'inferno.” (tratto da BENVENUTI AL CIRCO)
“Accovacciata sul lastrico della paura, / Nessuna dolce attesa riscalda il marmo della mia rovina” (tratto da BUSTE DE FEMME AU CHAPEAU)
“C'è un po' di aborto dentro di me / Un po' di fitte che detestano il passato; /A meno che non mi senta poeta, / La mia vita è uno sfregio sul fianco destro (tratto da CAOS POETICO)
“Come in un'operazione a cuore aperto, ero fiamma nel vuoto.” (tratto da CONSUMARSI A PICCOLI TAGLI)
“Ma di luna ne esiste una sola e non bacia mai i belli; Soltanto le disperate come noi. (…) Sarà per i carboidrati al posto degli zuccheri e gli zuccheri al posto della dignità, / Che ogni tanto sento ancora il bisogno di mangiarti.” (tratto da COPIA)
“Ogni alba sarò disposta a rendermi sana e fiduciosa solo per te. Solo per te e per quel tuo sorriso che mi provoca umana, disperante voglia di esserci.” (da FERITA NARCISISTICA)
“Chopin non esiste tra i capelli che bruciano agonia e delicatezza;” (da FRANCESCA WOODMAN)
“Appropriarsi del nostro tormento è la tomba di ogni verso.” (tratto da IL RUMORE)

Poi, un cambio di registro in meglio, forse una raggiunta maturità poetica della Nappa, dopo la poesia che dà il titolo alla raccolta e che riporto in toto per la bellezza mai vista delle sue immagini:

LE BRUTTURE DEI CUORI SCALZI
Il tuo ventre crolla su di me, / Come se altro non aspettasse che queste grida ottuse. / Tu, puro e perverso, / Lotti vivo e affaticato / Le brutture dei cuori scalzi. / Ed è per questo che ho bisogno di te, / Delle tue ali forti, / Pronte a custodire ogni mia caduta; / Dei nostri maremoti / Dentro cui ogni granello di polvere / Trasforma la stanchezza / In versi da comporre. / Senza spegnerci mai.

A pag. 83 si ripete la stessa poesia proposta a pag.53, un errore grossolano persino per mero stampatore. Ascoltate vi prego cosa dico di “STAMPATORI/EDITORI” nell’intervista a RadioBigWorld, intorno al minuto 10.

Scopro che la sedicente “casa editrice” è la medesima del Galluccio, evidentemente non solo ha solo bisogno di un Illustratore di copertina, ma anche di un Editor. “Una tale improvvisazione nell'editoria italiana mi rattrista.” Cit. Stefi Pastori Gloss.

Con l’immagine delle brutture dei piedi scalzi, la Nappa inaugura una stagione di immagini nuove, scioccanti, forti, in cui immedesimarsi se si è provata una qualche forma d’amore poetico, nel senso di amore per la poesia:
“Scenderò a comprare un pezzo di terreno fertile e vi pianterò un po’ di crudeltà.” (tratto da NELLE LIBRERIE I POETI SONO TUTTI MORTI)
“Corro sempre come se fossi legata in cima a una poesia con un elastico ai piedi;” (tratto da NON LO SO)
“Splendo da sola nel disordine di un sgabuzzino.” (tratto da NON PROVARE A CAMBIARMI)
“Ricordi quelle lettere d'amore sbiadite che sbraitano in attesa del prossimo destino. /
Se solo tu ti ricordassi ogni tanto di te.” (tratto da OGNI ZECCA)
“Forse per questo riesco a raccontarle./ Male certo. Ma alla fine sono viva.” (tratto da SABATO)
“E cadrò vicino al sole. / Resterò albero senza radici, / Quello rimarrà il senso del mio piacere. / Per sempre.” (tratto da SIAMO MEDIOCRI)
“Ubriaca di solitudine / Il mio delirio sorride offeso” (tratto da SINFONICA SENSAZIONE)
“La rara vergogna che si prova quando si ama il proprio dolore così tanto da non volerlo più considerare tale.” (tratto da ULTIMO ADDIO)

A volte, basterebbe un po' di coraggio al Poeta nel voler cestinare le prime poesie, al quale forse è attaccato per affetto, ma non per valore, al fine di inserire dunque nella silloge solo cose vere e sincere. La diatriba preferita circa la copertina per una ex Art Director come me, se vende oppure no, questa volta si concretizza in un ritratto (della Poeta? Se sì, si potrebbe dire in stile cubista) che fortunatamente pare sia stato realizzato da un’amica della Nappa e non dalla casa editrice.

Mi chiedo perché autori così di valore, come il Galluccio e la Nappa, non credano sufficientemente in se stessi e non si rivolgano a veri editori. La Nappa, ahimè o evviva, dipende dai punti di svista, è una bella donna e sa come mettere a frutto, ovvero sfruttare, le sue doti fotogeniche, almeno su Instagram: è di una bellezza fosca e prorompente, come i suoi versi, che la fanno entrare di diritto tra i poeti maledetti.

Consigliato a chi ama il decadentismo, scoprendone uno nuovo aggiornato al XXI secolo, coniugato da un sentire femminile, valido però universalmente.

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