Una preziosa raccolta di racconti che
si potrebbero definire “maledetti”, se fossimo ancora a fine
ottocento, ma con personaggi contemporanei immersi in un futuro molto
prossimo a noi, spesso ispirati a cult cinematografici, da IL
GLADIATORE, a BLADE RUNNER, a MAD MAX, a TRAINSPOTTING, a THE TRUMAN
SHOW.
AGENTI DI COMMERCIO: Il Tevini,
parlandoci di “vendita coatta” ci dipinge uno scenario
tregendesco di nuove modalità di essere agente di commercio, in
stile Gladiatore, mors tua, vita mea. “... provvigione e vacanza
sono a un solo cranio sfondato di distanza.”
In FINE APERICENA MAI, ci descrive che
fine faremmo in un futuro non tanto lontano se venissimo sorpresi a
sollazzarci in un' “adunata sediziosa e somministrazione di
intrattenimento non conforme”, quello che oggi si definirebbe
ad esempio un normale rave, ovvero subiremmo “una settimana di
show di rieducazione”.
In TALENT SHOW, la spaventosa quanto
verosimile realtà di uno spettacolo il cui titolo Il Boss del
Quartiere, il talent show per veri predatori, riflette solo
leggermente ciò che invece pesantemente accade.
PANE E CAMPIONATO: è la descrizione di
come avverranno le partite di calcio del futuro post-Grande Crisi, le
squadre classiche però sostenute da nemmeno poi tanto surrettizie armi: stampelle con
filo spinato, rozze spade artigianali, bottiglie molotov e fasci di
giavellotti sono solo alcuni degli esempi, ispirati al cult Mad Max.
Lo speaker è addetto a contare non il
numero dei goal, ma dei morti.
SOFFERENTE A DOMICILIO ci racconta di
come un empatico estremo assorba sensazioni/emozioni negative,
facendone il suo ben pagato lavoro. Qui ho la prova certa della
genialità nell'inventiva del Tevini, malefica, ma pur sempre
geniale.
In LIVESTOCK ci spiega come finisce una
coppia di litiganti, ma solo all'ultimo istante lo capiamo, tra
scrocchi esplosivi, rumori d'ossa rotte e sangue colato di un macello.
Altro non dico per non spoilerare.
SEME è la storia del futuro
dell'umanità, quando un virus sfuggito al controllo dei Governi
mondiali decima la popolazione.
Del VIGILE DI QUARTIERE, riporto solo
una frase del Tevini: “Il corpo lo cuciniamo stasera.”
UNA BIMBA TRANQUILLA ci allude alla
tortura della bimba stessa.
LE STRAGI DEL SABATO SERA altro finale
imprevedibile.
AMORE AGGRESSIVO: se stessimo guardando
Blade Runner, vedremmo in questo racconto un modello di lavoro in
pelle combattente denominato Mamy, con tutte le caratteristiche
più aggressive di una mamma che protegge il suo piccolo. Nonostante
il mio risaputo impegno dalla parte delle donne, la mia onestà
intellettuale mi induce a sostenere: le donne sono superiori agli uomini anche nella violenza.
BARTALI (OVVERO IL GRANDE CASINO 1948)
ci riporta come prologo una canzone di Paolo Conte, BARTALI per
l'appunto, ma virata come se in Italia avesse vinto il comunismo al
termine della rivoluzione di un certo 14 luglio, simbolicamente
rappresentata da un muro con determinate caratteristiche che il
partito vorrebbe abbattere, ma non gli riesce.
DOMANI SMETTO “...così centinaia,
poi migliaia, poi milioni di persone con le palle piene hanno smesso
di soffrire, di desiderare e, soprattutto, di produrre e consumare.”
A volte, mi sono chiesta pure io se tutti facessimo così, cosa
succederebbe. Il Tevini ce ne dà la risposta.
MACELLERIA “lo show dove vincono
solo i peggiori.” E non dico altro.
NON NEL MIO GIARDINO è un gioco al
bersaglio razzista a conta di LIKE.
EFFETTO CITOFONO racconto che, pur
ispirandosi alla modalità di fuga già vista in Matrix, pone le basi
per un ottimo romanzo di fantasy/scienza.
QUANTO CI PIACE L'UOMO NERO, LA
DEFERENZA INGANNA, FAMIGLIA NUCLEARE, IL BELLUM DELLA DIRETTA, sono
tutti racconti dove tornano puntuali gli stessi elementi che abbiamo
ormai imparato a riconoscere come poetica caratteristica del Tevini:
la meccanica descrizione di gestulità quotidiana (ad esempio
nell'uso della macchinetta del caffè) fa da contrappunto a tutto il
resto, che quotidiano non è, anzi. Non solo appartiene al futuro, ma
anche esplicita una quotidianità terribile, fatta di violenza
splatter, giochi sporchi, politically scorret, nella migliore
concertazione adolescenziale.
In CAVALLETTE CARIOCA reperisco le
migliori trovate metaforiche del Tevini, come “la vibrazione mi
fa quasi ingoiare i denti” o descrittive “Il governo
svende in blocco il Brasile senza fissa dimora come laboratorio a
cielo aperto al miglior offerente per la sperimentazione di tutti
quei prodotti sulla cui commerciabilità non si sia ancora certi,
principalmente per ragioni di sicurezza.” Leggere
cosa succede ai brasiliani fa rimanere divertiti ma anche scioccati.
MORIRE, TUTTI, UN GIORNO PER VOLTA: a
proposito di trovate metaforiche, meritano la citazione: “...
come se l'aria stessa fosse gelatina e il ronzio sommesso
dell'impianto elettrico la facesse tremolare.” “ ... diluendo con
qualche goccia della dolcezza qui rimasta l'impasto compatto della
sofferenza grigio cemento.”
ONE MAN REALITY SHOW, ispirata a The Truman Show. è la feroce critica contro l'obesità imperante,
racconto finale da STANDING OVULATION. Bravo il Tevini ad averlo lasciato per ultimo.
Scopro solo dopo aver scritto la recensione, cercando la copertina, quanto io abbia azzeccato nel pensare al Tevini come a uno scrittore che ha cari i riferimenti televisivi e cinematografici. In generale, il libro stupisce per
l'inventiva dissacrante e senza speranza, per i finali sorpresa, per
la dialettica dei dialoghi (e, scritto da un'ex dialoghista
cinematografica, è un apprezzamento sincero). Unica critica al
Tevini: in fondo, i protagonisti hanno tutti le stesse dotazioni
caratteriali, tagliati con l'accetta nel dominio del pessimismo, non
cosmico alla Leopardi, ma reattivo alla Trainspotting.
Consigliato a chi ami la fantascienza o
il fantasy, che nel Tevini si coniugano alla perfezione, ai malati di
pessimismo, a chi volesse conferma dell'avvento di un futuro da
tregenda, dalle cui pastoie non si può sfuggire, ma nello stesso
tempo, a chi voglia divertirsi.
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