martedì 19 dicembre 2017

LE MOLECOLE AFFETTUOSE DEL LECCA LECCA

Il lecca lecca contiene molecole affettuose.
Nulla si può opporre al loro abbraccio.
Cit. Robert L. Wolk, Al suo barbiere Einstein la raccontava così.

Nello scegliere le opere da recensire, tra le decine speditemi ogni settimana, fino a oggi seguivo scrupolosamente l'ordine cronologico di arrivo per non fare torto a nessuno. Per non fare torto, invece, alla vita che è impermanenza, da oggi cambio. Darò un ordine di lettura seguendo la piacevolezza: del titolo, della copertina, delle caratteristiche somatiche dell'autore o dell'autrice. (ahi, il Lombroso), ma sempre nel rispetto di quelle poche regolette deontologiche che mi sono auto-imposte, ovvero: Pennac e l'autodeterminazione del lettore, non conoscere nulla né della vita né delle opere dell'autore, obiettività e distacco.

Oggi mi faccio scegliere dal titolo: LE MOLECOLE AFFETTUOSE DEL LECCA LECCA di Francesco Consiglio, sembra promettere bene, per le allusioni scientifico fanciullesche sessuali nemmeno tanto implicite. Promessa mantenuta fin dal primo spudorato istante: il romanzo, strutturato su tanti capitoletti che fanno avanti-indietro nel tempo secondo un comprovato stile moviola, inizia con [allora, sedici anni (pugni in testa)], in forma di flash di una paginetta che getta luce sui problemi psicologici della propria ragazza, certa Spinetta, risolvibili solo con mezz'ora di cunnilinguis. Unica condizione: ricevere per l'appunto pugni in testa, fino a trasformare il piacere in pena.

Tra collezioni di peli pubici, irrumazione (che nemmeno io, esperta di letteratura erotica, sapevo cosa fosse, grazie Consiglio) e altre amenità, come massime o considerazioni di filosofia varia che qui riporto:
... nulla è più illusorio di un orgasmo. Ci si crede re del mondo, una manciata di secondi, poi si torna uomini e ominicchi, conta nuovamente ciò che non siamo, ciò che non abbiamo saputo realizzare.”

... i cinquant'anni sono la linea di confine tra gioia di vivere e paura di morire, sono l'inizio di un tempo in cui non si ha più la possibilità di commettere errori senza doverli scontare.”

... che alla messa ci va gente che si squaglia l'ostia in bocca e appena uscita è pronta a uccidersi per un parcheggio...”

In questo mondo, se non hai il cazzo, lo prendi nel culo.” (ma io mi sento di osservare, avendo amici omo, che non è detto), posologie di assunzione di SUPERTITTI nonché di medicinali farlocchi per curare una presunta sindrome di Asperger, il Consiglio ci trascina nel turlupinante soliloquio con il protagonista e altre sue personalità, fino a scoprire che. Punto. Non vado oltre per non fare spoiler, trattandosi di un giallo.

Restano perle di rilevante creatività, ad esempio: il testo di “Ancora, ancora”, (canzone anni '80 che tutti ricordano ma il cui interprete nessuno ricorda), viene fatto cantare da Consiglio al suo alter ego, dialetticamente con un poliziotto. Un incredibilmente molto diffuso campionario di frasi fatte e di luoghi comuni nel battibecco da coppia straconsunta tra il protagonista e la sua Miou. Il cinema con Quentin Tarantino e la Nouvelle Vague a farla da padrone.I caratteri in senso cinematografico delle donne del protagonista, Miou Pompidou. Silvia, Mariangela, Titti, Spinetta. E ancora Miou Pompidou. Gli stereotipi dei film porno cui sono intitolati capitoletti con parafrasi di film di cassetta virati apposta alla pornografia. Un improbabile profumo da clochard, Eau de Tevere pour sans-abri.

Perla rossa. Tesoro del paradiso. Tempio di Venere. Arco di trionfo. Pantheona. Porta del piacere. Sono dei modi un po' complimentosi per descrivere la fica di Spinetta, addolcire Spinetta , convincere Spinetta a tenermi lì da lei tutta la vita.”

E poi la Gestalt, non tanto all'improvviso:
Allora ho capito tutto, d'improvviso, ma proprio tutto tutto, e non c'è bisogno che ve lo spieghi, visto che ero il solo a non aver capito.”

Per infine concludere con una buona dose di filosofia di vita, ma pronunciata da uno fuori di testa:
«... dopo essermi svegliato, ho pensato che la vita, la mia vita, meglio di qualsiasi altra, era l'esempio che tutto ciò che accade è privo di fondamento e di sostanza.”
Soltanto in ultimo scopro la piacevolezza della copertina che l'autore non mi aveva inviato: grazie a lei, l'avrei comprato. Noto con piacere che la casa editrice è la stessa de LA BAMBINA CELESTE di Francesco Borrasso, da me molto gradito. Ne traggo la conclusione che AD EST DELL'EQUATORE si trovino editori coraggiosi che vanno premiati.

Consigliato a nichilisti e a individui con comportamenti dal tratto autistico, perché ci si ritroveranno, a giallisti consumati, a buongustai della sessualità vanilla.

Nessun commento:

Posta un commento