martedì 19 dicembre 2017

LE MILLE VERITA'

Ricevo da Paolo Spinello e dalla sua casa editrice APOGEO, specializzata in prodotti dediti a suggestive ambientazioni in luoghi del Veneto, un paio di libri, tra cui LE MILLE VERITA' di Francesco Casoni. Un titolo che soltanto un giornalista idealista disilluso dal giornalismo e parlando
di giornalisti disillusi avrebbe potuto inventare, trasformando una meschina realtà in un giallo divertente e auto-ironico. Il giornalismo di provincia si scontra con la verità e il suo contrario, stemperandosi in altre mille versioni, tutte ugualmente verosimili. Non è un gioco di equivoci, ma, tramite il fenomeno Social delle bufale, è la solenne denuncia della mancanza di certezze, dell'impossibile voglia di approfondimenti nel mondo del giornalismo.

In questa recensione, vorrei parlare della copertina, veste magica quanto bistrattata. Magica, perché se ben fatta, “parla” del libro, come quella raffinatissima di Gabriele Borgna e la sua altrettanto raffinata silloge poetica ARTIGIANATO SENTIMENTALE. Bistrattata, perché alcuni autori disattenti, pur essendo di valore, non ne conoscono le estreme potenzialità, come quella de LA MIA VITA di Federico Fabbri.

La copertina de LE MILLE VERITA', a predominanza di giallo quasi a suggerire la sorellanza con la serie Mondadori che ne inventò il genere, già parla del contenuto. E se è vero che la copertina “vende” il libro, allora ci azzecca. Rappresenta una tenda, ma io oserei dire un sipario, che una mano anonima, maschile, scosta, a disvelare cosa c'è dietro. Ma l'oltre non è che buio totale, nero profondo, senza sfumature, che è come il finale del libro, il quale, sebbene giocoso e ridanciano e autoironico, ci parla dell'impossibilità, oggi, di fare del giornalismo una missione.


Consigliato a giallisti simpatici, a coloro che aborrono il giornalismo odierno, agli idealisti della notizia, agli amanti dei supereroi.

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