È la prima volta che leggo un romanzo
senza prendere appunti. Non l'ho fatto perché non ho potuto. Mi ha
travolta. L'ho dovuto finire subito perché è il finale a
determinare se un romanzo è buono oppure no. Il finale ha confermato
ciò che avevo sospettato fin da subito.
A chi mi ha passato AMORE OBLIQUO ieri avevo scritto le seguenti
parole:
“Sono solo alla pag. 33 di e mi
sta conquistando. Forse non sarà il romanzo del secolo, ma al
momento VINCE. È un autore che sa scrivere. Ti dirò il mio sì
definitivo in base al finale.”
Fin qui le mie riflessioni di ieri.
Premetto che non leggo mai in anticipo sinossi e note biografiche
degli autori, per non farmi influenzare. Stanotte l'insonnia complice
mi ha portato quasi a finirlo. Durante un errore di scorrimento
pagina, sono incappata nelle note bio. Fino a quel punto, si sarebbe
detto scritto da un uomo, ma l'autore è donna, Maria Teresa Casella
e questo mi sorprende per come ha gestito i comportamenti del
protagonista, uomo. Avevo visto giusto: si trattava di un'autrice rotta da tempo alla letteratura di qualità. Già alla pag. 83
mi aveva convinto del tutto la seguente frase:
“Morte di una bambina molto piccola con una sorella molto stronza. Fu un evento catastrofico ma non fui io a provocarlo. Io mi limitai a sfruttare l'occasione.”
L'incipit del romanzo non è fulminante come quelli di Angelo Ricci ed è un peccato. Il capitolo che finisce con quella frase invece sì. Chissà se l'autrice accetterebbe lo scambio.
“Morte di una bambina molto piccola con una sorella molto stronza. Fu un evento catastrofico ma non fui io a provocarlo. Io mi limitai a sfruttare l'occasione.”
L'incipit del romanzo non è fulminante come quelli di Angelo Ricci ed è un peccato. Il capitolo che finisce con quella frase invece sì. Chissà se l'autrice accetterebbe lo scambio.
Maria Teresa Casella si muove con
sorprendente facilità in un binomio di romantica memoria (in senso
letterario). Infatti, il movimento ottocentesco del Romanticismo
rispolverò il topos Amore e Morte strettamente connesse l'uno
all'altra, archetipo già esplorato nella Tragedia della Grecia
Classica. In più, sulla scorta di successi letterari come la
trilogia delle CINQUANTA SFUMATURE, la Casella riesce ad aggiungere
la freschezza del peperoncino, senza sconfinare nel facile porno. I
personaggi sono così ben tratteggiati, i loro atteggiamenti così
verosimili, i dialoghi così credibili, che il lettore resta
spiazzato dal finale disperante. Spiazzato in bene.
Unica critica, che vuole essere
costruttiva, per la copertina. Pur contenendo tutti gli elementi
giusti, è troppo giocata sui contrasti forti, essendo il
protagonista equilibrato tra i grigi.
Consigliato a chi cerca commistione tra
giallo ed eros. Agli adulti adolescenti, ad adolescenti resi adulti
troppo presto.
E queste sono gran belle emozioni. Grazie infinite per la recensione, Stefania, sia per l'apprezzamento sia per le critiche e i suggerimenti - sui quali mi sto interrogando. Spero alla prossima! Ti mando un caro saluto.
RispondiEliminaTerri