A causa di un'inopportuna “dritta”
dell'autore Alessandro Toso, pensavo di aver iniziato un romanzo sulla falsa riga
delle CINQUANTA SFUMATURE, ambientato nella profonda provincia veneta
tra personaggi della Middle Class. Avendone letto a suo tempo LE NERE
e avendole ribattezzate CINQUANTA SFUMATURE DI NOIA, mi ero arenata
nella lettura (e nel giudizio) sulle peripezie di una coppia di
annoiati fedifraghi. Eppure A GALLA era ben scritto, con tratti di
originalità autentica. Pensavo lì per lì di mollarli alle loro
acrobazie erotiche, quando il romanzo cambia registro. R A D I C A L
M E N T E.
“Dopotutto, la piccola e media
impresa era il motore del NordEst, no? E i motori non si fermano
neanche per il weekend. Ora però la corsa del bolide si era
schiantata contro un muro di cemento spesso tre metri, portando via
con sé piloti e passeggeri. Nel giro di tre o quattro anni buona
parte degli artigiani e dei grossisti della zona avevano dovuto
chiudere bottega.”
È la svolta. Da questo momento in poi,
il romanzo si lascia alle spalle le SFUMATURE della Middle Class, per
assumere quelle della WorkingClass. E, in parte, del giallo. Tra
scioperi, okkupazioni con la cappa, rapimenti, innamoramenti
adolescenziali, prezzolamenti e morti coraggiose, il tutto si
riassume in un telegrafico periodo del Toso: “Purificazione.
Espiazione. Rinascita.”
Per poi finire moraleggiato da uno dei
personaggi meno moraleggianti, Marcellone, un ignorantone che se ne
sbatte delle istanze operaie, ma si redime con un nobile gesto di
chiusura. “È come quella canzone. Vivi in fretta e muori
giovane.”
Un appunto all'Editor, per altro
impeccabile. Un appunto che riconosco essere pignoleria pura, o che
vuole semplicemente mettere in luce la mia cultura. A pag. 418 il
personaggio principale parla con orgoglio della propria figliola,
come sua degna erede caratteriale avendola presa in braccio alla
nascita prima ancora della madre, come ad averle dato il suo
imprimatur.
Imprimatur deriva dalla locuzione
latina “Nihil obstat quominus imprimatur”, tradotta
letteralmente in “Non esiste alcun impedimento al fatto di
essere stampato.” Fu la chiesa che coniò l'espressione quando
concedeva il nulla osta in piena caccia alle streghe. Ma, se si
tratta di figli, temo che in questo caso vi sia un errore grossolano.
Se volessimo concedere loro il beneficio di non essere bruciati sul
rogo, allora sarebbe ammessa l'espressione imprimatur. Ma se vogliamo
definire una particolare modalità di apprendimento che può avvenire
solo nelle prime ore dopo la nascita, sarebbe meglio parlare di
imprinting, come ci insegnò l'etologo tedesco Konrad Lorenz.
Adesso forse mi è chiaro il titolo A
GALLA: sarà perché nonostante le grossolanità, (un incipit avulso
dal contesto, imprecisioni scientifico-lessicali) resta comunque a …
galla.
Consigliato a chi ha fatto delle lotte
operaie il proprio scopo di vita e a chi, pur essendo padrone, non ne
conosce ancora le istanze.
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