venerdì 30 maggio 2025

'La Forza della Ragione' di Oriana Fallaci

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Durante il Salone del Libro di Torino edizione 2025 (SalTo25) Gloss ha assistito alla presentazione del libro del prof. Pier Franco Quaglieni sul pensiero del “Pannunzio liberale” Edizioni Pedrini di cui deve ancora iniziare la lettura. Nella conferenza, il docente ha citato il pensiero dell’Oriana Fallaci nazionale. Gloss ha preferito partire da lei, rileggendo il suo ‘La Forza della Ragione’. Chi segue Gloss, sa che ogni sua riflessione filosofico / umanistica decolla non da teorie, ma da esperienze personali. Quando lo lesse la prima volta, era ancora inconsapevole del tacito dilagamento in corso di esecuzione da parte dell’Islam.  

 

Già sul finire del Novecento a Torino, in zona Piazza della Repubblica, si era accorta dell’arrogante trattamento da parte di un egiziano da cui aveva acquistato una porzione di Kebab. Fino a quel momento, animata da un forte spirito di empatia e accoglienza, lo aveva stimato per l'efficace inserimento nel tessuto sociale italiano. Ma non diede peso: 'anche gli uomini possono avere le loro paturnie'. Non pensò potessere essere razzismo al contrario. Qualche anno più tardi, intorno al 2014, in cui si trovò nelle condizioni di vendere una proprietà nella bassa bergamasca, venne ospitata da una giovane vicina di casa araba i cui cinque figlioletti in età di scuola primaria guardavano i cartoni animati su un canale satellitare arabo, con protagonisti di tutte le etnie: quelli arabi prevalevano e tormentavano quelli europei. La trasmissione era in lingua araba con sottotitoli. I piccoli tra loro parlavano arabo e italiano, deridendo i personaggi europei.  

Fu in quel contesto che mise insieme i pezzi del puzzle (netta maggioranza di migranti mussulmani, sbarchi facilitati, ONG finanziate, prevalenza di operai nordafricani nelle officine italiane, scuole per l’infanzia piene di figli dell’Islam, appartamenti locati quasi esclusivamente a emigrati del nordafrica, specie in provincia dove gli alloggi costano meno delle grandi città, voto agli immigrati, 'ius soli') e si accorse dell’invasione silenziosa con dieci anni di ritardo sulla Fallaci.  

Nel compilare la presente recensione, come sempre si documenta. In Rete esistono dati incontrovertibili su personaggi noti e meno noti convertiti all’Islam, tra cui Cassius Clay, Sinéad O’Connors*, Cat Stevens (e forse perfino Whitney Houston e Michael Jackson a stare a ciò che viene dichiarato su un sito islamico che desidera non riportare per evitare di far pubblicità. È comunque disponibile a segnalarlo a chi le volesse fare richiesta). Oltre a cittadini privati, uomini, solo uomini, che, dopo la conversione all’Islam, sono diventati direttori di Istituti Culturali della Comunità Islamica, studenti di islamistica all'Orientale di Napoli, segretari di Associazione islamiche, segretari di Centri Studi Metafisici (tra cui quello di Milano), responsabili CO.RE.IS. Comunità Religiosa Islamica Italiana, leggi associazione islamica sunnita italiana, presidenti dell'associazione islamica che fanno lezioni quotidiane in moschee (come nella moschea "Il Misericordioso" di Milano), perfino un fotoreporter italiano famoso rapito nel sud dell'Afghanistan, che in prigionia trovò conforto nel Corano e un ex ambasciatore che rappresentavano l'Italia alle Nazioni Unite e che oggi dirige la sezione italiana della Lega musulmana mondiale. Lobbisti politicanti che si industriano presso i nostri parlamentari affinché sia proposta la lettura del Corano a scuola, perché sia tolto il crocifisso dalle pareti, perché sia accolta la Legge Islamica (leggi Sharia**) che, per inciso, punisce con la morte per lapidazione la donna per adulterio, che impedisce di impiegarsi lavorativamente parlando alle donne e che vieta l’istruzione alle donne talebane. Donne, solo donne.  

Gloss si è anche adoperata a reperire il significato di ISLAM: sostantivo verbale traducibile con "assoggettamento" [a Dio (ALLAH)], anzi, “sottomissione”, donare il proprio viso [a Dio (ALLAH)]. 'Sottomissione', non a caso titolo di un’opera di Michel Houellebecq.  

Il libro della Fallaci è una denuncia circostanziata di questa ‘invasione silenziosa’. Più di mille parole, vale la chiusura, che Gloss riporta integralmente. “(...) Il cervello è un muscolo. E come ogni altro muscolo ha bisogno di essere tenuto in esercizio. A non tenerlo in esercizio impigrisce, si intorpidisce. Si atrofizza come si atrofizzano le mie gambe quando per mesi e mesi sto a questo tavolino, sempre a scrivere, sempre a studiare… E atrofizzandosi diventa meno intelligente, anzi diventa stupido. Diventando stupido perde la facoltà di ragionare, di giudicare, e si consegna al pensiero altrui. Si affida alle soluzioni già pronte, alle decisioni già prese, ai pensieri già elaborati confezionati pronti all’uso. Alle ricette che, come le bilance elettroniche (che si sostituiscono al calcolo umano dei 307 grammi in più di merce) o i fornelli a gas (che sostituiscono la necessità di attivarsi per accendere il fuoco) o i computer (per non parlare della AI), l'indottrinamento gli somministra attraverso le formule del Politically Correct. La formula del pacifismo. La formula dell’imperialismo. La formula del pietismo. La formula del buonismo. La formula del razzismo, la formula dell’ecumenismo. La formula anzi, la ricetta del conformismo, cioè della viltà. Senza che lui se ne rendesse conto. Il fatto è che non può rendersene conto. Quelle formule e quelle ricette sono veleni incolori, insapori, indolori: polvere d’arsenico che ingerisce da troppo tempo. E niente è più indifeso quindi più malleabile e manipolabile d’un cervello atrofizzato, d’un cervello stupido, d’un cervello che non pensa o pensa con i cervelli altrui.”  

In conclusione, Gloss non desidera fare moralismo né essere retrograda, negando diritti fondamentali ai migranti, ma trasmettere i valori della Cultura di Occidente: ‘abilità combinatoria alfabetica, approccio strutturato al ragionamento, criterio estetico che guida la scelta e l'apprezzamento di opere della letteratura, rapidità e la flessibilità con cui si elaborano pensieri e si risolvono problemi di composizione letteraria, concisione e l'efficacia nell'esposizione delle argomentazioni, originalità e la creatività nell’esemplificare, contaminazione e il rimescolamento di diverse maniere di scrivere, tipiche di generi o epoche differenti risiedono alla base di un capolavoro dell’occidente’.  

Cit. ‘Della scrittura entropica’.  

Tutti elementi che un sapere basato esclusivamente sul Corano non può raggiungere. Salviamo la Cultura perché ci rende liberi.  

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*Sinéad O’Connors, in questo video in vesti islamiche. Impressionante osservare il suo sguardo verso il 4’50’’ Sinead O'Connor 'Nothing Compares 2 U' | The Late Late Show | RTÉ One  

**Sharia: Cos'è la sharia, spiegato bene - Il Post

‘Vai Avanti, Non Lasciarti Fermare’ di Angela Grimaudo

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Quest’anno Gloss ha voluto fortemente partecipare al Salone del Libro di Torino, ( a questo link sue considerazioni sul prezzo del biglietto ; per inciso, Gloss vi prega di iscrivervi al suo canale. A voi nulla costa, a lei invece gratifica) che per comodità gli operatori del settore chiamano SalTo con un numerino attaccato che corrisponde all’anno di edizione. Pertanto, sebbene tante sue colleghe e colleghi abbiano voluto snobbare il SalTo25 per sopravvenute intolleranze varie (la cui disanima sarà fatta prossimamente sul blog poetryreadingandotherside ) non partecipando nemmeno il suo editore da un paio di volte, Gloss ha trovato un efficace strumento di organizzazione, promozione e vendita nel Collettivo Scrittori Uniti (CSU) , dove tutt3* vendono tutt3, non solamente il proprio libro.  

Nella cosiddetta Area Self ha incontrato Angela Grimaudo che, al sentire della recensione fatta ad altra autrice self, Adriana Porto ‘Angoli Bruciacchiati’, ha voluto fare dono del proprio libro nella speranza di una recensione.  

 

Mentre Gloss stava pensando “Ecco un’altra sedicente scrittrice che giunta a bilanci di 'una certa', vuole parlare delle gioie e dei dolori della sua famiglia, come fosse una novella Allende che ha da insegnare ad altri. Quasi mai è così.” l’avvisa che il suo blog è ‘cattivo’ o perlomeno ritenuto tale, da chi si aspetta recensioni solo positive.  

Per esempio, il libro ‘Angoli Bruciacchiati’ ha “subito” una serie di critiche, ma costruttive, che l’autrice ha ritenuto con intelligenza di considerare quanto consigli per migliorare la propria scrittura. La Grimaudo ha accettato, evidentemente consapevole del suo valore.  

Gloss infatti ha dovuto ricredersi. Primo, perché la Grimaudo è una scrittrice accorta che sa scrivere con leggerezza che non è superficialità alla Calvino, soprattutto senza infarcire il testo di pesantezze grammatical/lessicali che impediscono la lettura e predispongono a recensioni negative ( Daniel Pennac docet ). Usa il siciliano come momento di divertimento (nel senso latino di [divertĕre] vedi 'M'Illumino di Mensole' di Roberto Marzano) e ironia (‘l’ironia salverà il mondo’ è uno dei motti preferiti di Gloss) inframmezzando le espressioni dialettali a denunce sociali sul rapporto Uomo/padrone e Donna/sottomessa che ritornano di pagina in pagina.  

Ecco alcuni esempi: nel narrare i giochi tra bimb3, (“Tre parole: non avevamo niente”) la Grimaudo scrive che “Naturalmente, neanche a dirlo, il trattorino era appannaggio dei maschi”. Le canzoni dell’infanzia insegnavano loro quale fosse il ruolo della donna in società: “tutto ci spiegava per filo e per segno cosa bisognasse o non bisognasse fare e quale fosse il destino delle dolci fanciulle.” La ragazza, o meglio, la bambina doveva essere bella sempre, pena il bando dall’entourage familiare e sociale. E zitta, anzi in siciliano “t’ha stari muta”, usato a mo’ di mantra dagli adulti.  

Nel raccontare la salita al Nord dove negli anni Sessanta c’era lavoro vero, scrive: “biglietto di sola andata per Torino, la città dove in seguito sentii dire che gli agnelli erano i padroni. Che strana cosa: da noi era tutto il contrario, gli agnelli dovevano obbedire ai pastori".  

Con la descrizione dell’abitazione torinese, il lettore accorto riesce a fare la tara delle condizioni di provenienza: “l’appartamento era al piano rialzato, camera e cucina tutta per noi e, non ci potevo credere! Quella casa era magica, c’era pure un lavandino con il rubinetto dell’acqua, un miracolo, praticamente avevamo l’acqua in casa e udite, udite… acqua a volontà."  

E dire che i nostri figli si lamentano se non si accende il boiler…  

“In merito all’uso del rinale, noi avevamo delle idee innovative, era utilissimo per i nostri bisogni, ma non quelli fisiologici, diciamo che ci serviva a fini strategici. Dato che si spostava facilmente e soprattutto che era trasportabile con tutto il contenuto, se messo al posto giusto al momento giusto e alla persona giusta, senza il minimo sforzo poteva essere di grande aiuto nella pulizia dei piedi.”  

L’emancipazione di Angela inizia già negli anni del collegio gestito da suore: alla scoperta dei pidocchi nelle ragazzine delle elementari, “le care sorelle grandi (chissà perché poi sorelle?) legavano le mani dietro la schiena affinché non si grattassero. Noi le controllavamo e appena giravano gli occhi, ci nascondevamo e slegavamo subito le mani.”  

Eppure l’autrice intitola un capitolo EMANCIPAZIONE molto più tardi, quasi a metà del libro, in occasione del taglio di capelli alla Caterina Caselli della sorella in stile “nessuno mi può giudicare” in pieno vigore di regime maschilista in cui “soffocare sul nascere qualsiasi accenno di rivolta o emancipazione arrivasse dal basso.” La sorella fu presa a zoccolate e definita per l’appunto “zoccola”. La Grimaudo già aveva anticipato scrivendo: “Nelle belle tiritere le donne erano appellate ‘fimmini’, mentre i maschi ‘omini’. Giusto per fissare meglio i concetti nella mente, nella totale indifferenza. Marcare il territorio con parole semplici ed efficaci, contribuiva a memorizzare meglio il concetto della diversità, per meglio incidere i distinguo nella mente di tutti. Il fine occulto era quello di placare sul nascere eventuali rivendicazioni delle donne, per meglio autoconvincerle della presunta inferiorità nei confronti dell'uomo."  

Quell'atteggiamento consolidato e stereotipato che riguardava la figura femminile conduce la Grimaudo dritta dritta a ribellarsi all’imposizione della scuola magistrale (“così se mi fossi stancata avrei potuto fare la maestra, un mestiere più adatto a una femmina”).  

Irremovibile coi familiari, vince la battaglia per il liceo scientifico, anticipando le lotte per l’affermazione femminile in campo di STEM, acronimo di science, technology, engineering and mathematics, che indica le discipline scientifico-tecnologiche e i relativi corsi di studio, in cui oggi le donne eccellono al pari dei colleghi uomini, ma che all’epoca erano di mero appannaggio maschile.  

Consueta considerazione grafica della copertina: essendo stata Gloss Art Director nella ‘Milano da Bere’ la considera un venditore muto. L’avesse dovuto acquistare il libro, non l’avrebbe fatto, perché le foto di famiglia l’avrebbero ingannata sul reale contenuto dell’opera. E se mai la Grimaudo un domani volesse rifarla, dovrebbe seriamente considerare di cambiarla e di scrivere un titolo meno discorsivo, più incisivo e accattivante, e anche di rimuovere anche l’appendice: non interessano le foto familiari se non a lei, tanto quanto la sua evoluzione da ‘fimmina’ sottomessa e “t’ha stari muta” a donna di carattere affermata lavorativamente ed emancipata.  

Insomma, anche con Angela Grimaudo il CSU ha dimostrato di saper scegliere opere di valore.  

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* bimb3: non è un refuso, è un modo semplice per prevenire le discriminazioni, specie quelle di genere. Gloss preferisce non usare gli asterischi - non perché Valditara li abbia vietati, ma perché ipocriti. E non vedo come qualcosa di non appartenente alla nostra lingua - il suono schwa ә - possa riguardare gli italiani. Piuttosto meglio l'utilizzo di un 3 come desinenza per non discriminare nessun3.  

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