sabato 1 febbraio 2025

ANIMALS Il Lato Oscuro dei Pink Floyd di Giovanni Rossi

Si suppone senza ragionevoli dubbi che i Pink Floyd risiedano sull'Olimpo della Musica per tutta una serie di motivi che non sta a Gloss elencare, pur musicofila. Ma se qualche lettore lo volesse sapere, legga ANIMALS Il Lato Oscuro dei Pink Floyd (PF), dove il lato oscuro non è della band, ma di Roger Waters, suo bassista per un certo periodo talmente convinto di incarnarne lo spirito dei PF da ingaggiare un’epocale lotta legale contro gli altri per poi uscirne annichilito.
E anche l’autore del libro in fondo non è uno dei suoi sostenitori, seppur contagiato dal fluido rosa. Pur riconoscendo grande merito creativo a Waters (arrivò persino a predisporre la copertina assolutamente innovativa dell’album Animals) il Rossi non è invasato come tant3 altr3 fans, perché conserva la necessaria lucidità critica e vede con chiarezza i difetti morali ed etici dei PF. Diatribe a parte, il libro si dipana sulle spinte motivazionali dei PF circa i vari album, da The Dark Side of The Moon a The Wall, da Ummagumma ad Animals, analizza la costruzione della loro roccaforte, i Britannia Row Studios, una “prigione (...) esclusivamente per loro, con poche distrazioni, funzionale e senza orpelli” come ebbe a dire Roger, ma soprattutto entra nei brani, parola per parola, minuto per minuto, elemento PF per elemento PF, ciascuno con la sua priorità, caratteristica, impronta, estetica, gioia di creare o no. E il Rossi traccia la pseudo contrapposizione tra PF e movimento punk, più precisamente con Rotten dei Sex Pistols, il quale, arguto precursore di azioni di guerrilla marketing, indossò una T-shirt che riportava in pennarello la scritta “I Hate Pink Floyd”, approfittando così dell’altissimo livello di notorietà raggiunto nella fine dei Settanta dalla band psichedelica. “(...) è Johnny Rotten stesso che molti anni più tardi avrebbe ammesso di amare i Pink Floyd di The Dark Side of The Moon (...) e pensare che (...) avrebbero persino chiesto a Rotten se avesse voluto unirsi a loro per suonare insieme alcuni pezzi, ma il terribile punk avrebbe rifiutato perché sentiva che una jam simile non avrebbe fatto per lui”. Ovvio! Sebbene i PF non fossero musicisti provetti, ma immensi creativi, Rotten (e qualsiasi altro punk - notoriamente incapaci di suonare) - non avrebbe retto il confronto. Sebbene l’album Animals non rappresentasse i “vecchi” PF, per Waters avrebbe invece dovuto incarnare un punto di svolta dalla psichedelia all’impegno sociale.
« Con Animals mi stavo sforzando di spingere il gruppo verso argomenti più specifici, cercando costantemente di essere più diretto. Visivamente cercavo di allontanarmi una volta per tutte dalle bolle psichedeliche, così che non restasse più molto da interpretare. »
Ci riuscì a tal punto che “diversi elementi di alcuni loro album come The Wall, The Piper at The Gates of Dawn e Ummagumma verranno spesso citati come fonte di ispirazione da diversi gruppi della scena. Animals è, non a caso, uno di questi. » Il libro in sé è divertente e rilassa: riporta la copertina dell’album cui si ispira, al suo interno ogni capitolo è decorato da una foto in B/N elaborata graficamente che alleggerisce la lettura, tratta gli argomenti con la necessaria leggerezza, “che non è superficialità.” Cit. Italo Calvino. Consigliato a coloro che, da musicofili, volessero andare al di là delle apparenze commerciali di una tra le band più iconiche del XX secolo.

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