Per capire la tensione creattiva (sì, con due T) di Marilù Oliva che la porta ad uno spunto originalissimo come quello de LE SPOSE SEPOLTE (un omicida seriale di mariti che hanno ammazzato e sepolto le rispettive spose), bisogna entrare nella sua bio.
L'autrice ha scritto altri romanzi a sfondo giallo e noir, indagando sui lati oscuri della nostra società e sulle categorie più esposte, da lei definitive "non protette". Infatti, si occupa da sempre di questioni di genere e ha realizzato due antologie patrocinate da Telefono Rosa.
Micol Medici è l’ispettora protagonista del giallo. Lei stessa porta sul volto il segno di una violenza e, vista la trattazione, noi lettori pensiamo subito ad un’aggressione maschile. Niente di più sbagliato. Trattasi di aggressione fisica da parte di un’antica rivale in amore. A parte infatti il plot trainante, c’è un forte sottotesto e cioè che le donne sono superiori agli uomini, anche nella violenza. Un altro è costituito dalla convinzione clinica, ormai da tempo confermata da esperti del settore della violenza sulle donne (vedi il prof. Paolo Giulini, che tratta in carcere i sex offenders), che le vittime cerchino i propri carnefici, a causa di violenze domestiche cui assistettero fin dalla prima infanzia.
Pur procedendo con leggera stanchezza a tratti, e utilizzando l’escamotage di tenere all’oscuro i lettori, fino all’odioso spiegone finale, il romanzo si investe della missione di raccontarci tematiche così difficilmente accettabili dai più con la grazia di una scrittrice forte e addestrata. E ci convince, più e meglio di qualsiasi trattato sulle violenze di genere.
Consigliato a coloro che volessero intraprendere la carriera di criminologia clinica senza addormentarsi su nozionistici libri di testo e agli appassionati del giallo, del tipo però che non permette al lettore di arrivarci con la propria arguzia.
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