mercoledì 19 febbraio 2020

"Le Spose Sepolte" di Marilù Oliva

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Per capire la tensione creattiva (sì, con due T) di Marilù Oliva che la porta ad uno spunto originalissimo come quello de "Le Spose Sepolte" (un pluri-omicida in serie di mariti che hanno ammazzato e sepolto le rispettive spose), bisogna che Gloss entri nella sua biobliografia. Gloss cita dal MadreWiki che ha curato la raccolta di racconti "Nessuna più, 40 scrittori contro il femminicidio" (Elliot Edizioni 2013), per cui ha scritto l'introduzione e il racconto "Io sono la chiesa"; è curatrice inoltre dell'antologia "Il mestiere più antico del mondo?" (Elliot Edizioni, 2016).
“Entrambe le antologie sono patrocinate da Telefono Rosa, associazione che ha determinato di portare allo scoperto il fenomeno della violenza sommersa, nascosta tra le mura domestiche. Associazione con cui la stessa Gloss venne a contatto nella persona della dr.ssa Nadia Muscialini nel 2008 all'Ospedale San Carlo Milano. Tra le esperte italiane di lotta alla violenza di genere, lavora dal 1993 presso il Servizio Sanitario Nazionale dove si è sempre occupata della salute e della tutela del benessere di donne e minori che accedevano ai presidi ospedalieri.
Alla dr.ssa Muscialini Gloss si rivolse per scrivere il suo "Rinascite Ribelli #siamotuttijoker".

La Oliva ha scritto altri romanzi a sfondo giallo e noir, indagando sui lati oscuri della nostra società e sulle categorie più esposte, da lei definitive "non protette". Infatti, si occupa da sempre di questioni di genere e ha realizzato due antologie patrocinate appunto da Telefono Rosa.

Gloss entra nel vivo della narrazione di "Le Spose Sepolte". Micol Medici è l’ispettora protagonista del giallo. Lei stessa porta sul volto il segno di una violenza e, vista la trattazione, noi lettori pensiamo subito a un’aggressione maschile. Niente di più sbagliato. Trattasi di aggressione fisica da parte di un’antica rivale in amore. A parte infatti il plot trainante, c’è un forte sottotesto e cioè che le donne sono superiori agli uomini, anche nella violenza (cit. "Standing Ovulation").
Un altro è costituito dalla convinzione clinica, da tempo confermata da esperti del settore della violenza sulle donne (tra cui il criminologo clinico Paolo Giulini, che tratta in carcere i sex offenders): le vittime cerchano i propri carnefici, a causa di violenze domestiche cui assistettero fin dalla prima infanzia.

Pur procedendo con leggera stanchezza a tratti, e utilizzando l’escamotage di tenere all’oscuro i lettori, fino all’odioso spiegone finale, il romanzo si investe della missione di raccontarci tematiche così difficilmente accettabili dai più con la grazia di una scrittrice forte e addestrata. E ci convince, più e meglio di qualsiasi trattato sulle violenze di genere.

Consigliato a coloro che volessero intraprendere la carriera di criminologia clinica senza addormentarsi su nozionistici libri di testo e agli appassionati del giallo, del tipo però che non permette al lettore di arrivarci con la propria arguzia.
(seguente)

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