venerdì 12 ottobre 2018

MENO DUE di Delia Deliu


Max Castellani è un chirurgo che decide di ritirarsi a vivere in montagna. La sua vita professionale l'ha così impegnato da non poter nemmeno dedicarsi all'acquisto di uno chalet. Deve conferirne
l'incarico ad un agente immobiliare. A cena con lui fa un incontro, così strano da sembrargli un'allucinazione (per due ben giustificati motivi, uno dei quali non ve lo si può svelare, se non nella sezione in calce Spoilerata). Scopriremo in seguito che è Greta con il suo inseparabile cagnolone bernese, che si chiama, non a caso, come il protagonista. È figlioccia del titolare del rifugio alpino, Mario. Greta è una creatura eterea come il suo colore dominate, l'albino.

«La mia professione mi ha dato tanto: fama, denaro, soddisfazioni, però anche poco tempo per
me stesso. Adesso, tutto è diverso.» Al mattino dipinge, finalmente il cavalletto e i colori a olio sono arrivati.” A lettura ultimata, mi accorgo che fin dal titolo si annida il segreto di Max, ma la brava Delia Deliu riesce a nasconderlo mirabilmente, pur ammiccandovi. Lodevole tecnica narrativa per  lettori investigativi.

Il sentiero stretto della montagna viene accompagnato da abeti e larici, il rumore delle ali di qualche uccello spaventato rompe il silenzio. Una piccola lucertola attraversa veloce il sentiero, lontano si vede la pelliccia di una volpe che, nascosta, li guarda.” Il che, contornato dagli improvvidi passaggi dei caprioli, fa pensare ad un poco verosimile paesaggio montano: io ci vivo da tre anni, e mai ho visto tanta fauna nelle mie passeggiate alpine. La Deliu si fa un po' prendere la mano nelle descrizioni idilliache, tuttavia penso sia un espediente per creare contrappunto letterario all'imminente dolore.

Helen preferisce sempre fare le cose giuste, a differenza di Betty per la quale l’unica cosa che conta è raggiungere i suoi scopi. Per quanto diverse queste due donne sono molto amiche.” Questo passaggio mi è pretesto per presentare i cinque studiosi inglesi, Helen, Elizabeth, Robert, Daniel Michael, (botanici e faunisti) che insidiano lo sbocciare della relazione tra Greta e Max.

Una piccola raccolta di imprecisioni di natura grammaticale/linguistica mi fa ricordare che la Deliu non è italiana, ma il suo editor sì: “Un sorriso furbetto dà allegria al volto di Elizabeth, che sposta le mani incrociate in avanti e alzando il piede destro sulla punta, imprime un lieve movimento al bacino, come una bambina che sta pendolando. Le tecniche ammalianti della seduttiva ricercatrice inglese giocano a nascondino con imprecisioni linguistiche, che amerei fossero neologismi, come pendolando. “Lui si intende poco e Greta...” Meglio forse lui se ne intende? “...ha notato oggi in paese: tante pattuglie di carabinieri. È molto strano, gli abitanti della valle si conoscono tra loro e hanno stretto delle vere amicizie durante gli anni. Qualcosa è successo, altrimenti non posso spiegare tutta la polizia in giro per il paese. E come mai facevano tutte quelle domande alla gente? Mah… più tardi farò un salto in paese. Se ci sono delle notizie, le devo sapere.” Troppi paese. “È come una bambina in un negozio di giocattoli, non sa dove guardare per prima.” Nulla segue dopo il prima. La Deliu avrà voluto scrivere per prima cosa?“«Quindi risotto al mirtillo e Teroldego, e costine affumicate di maiale con crauti?» «Va benissimo» risponde Anita per entrambi, regalando un sorriso a Mario.” Ma avrebbe dovuto essere “«Pappardelle al ragù di selvaggina e tagliata di cervo al mirtillo rosso...” come precedentemente proposto. “... commessure labiali” Un po' troppo medico scientifico per un romanzo di genere rosa.“«Sei molto talentuoso, è un dono che Dio ti ha dato.” Talentoso, lo dice anche l'Accademia della Crusca che, individuando la forma nei vari dizionari, afferma di esserci “unanimità, comunque, nell’indicare come forma prevalente talentoso.”
Non ha senso di raccontare che” In italiano funzionerebbe meglio senza il di.“... la prende per le spalle, la stringi forte” Forse era meglio coniugato alla terza persona singolare, stringe. “Lei mi parla di una cura, però come fa a saperlo? Max vuole dire qualcosa, però è bloccato.” Ci sono due però troppo vicini per essere eleganti. A piccoli tratti, il testo si riduce di corpo come pure l'interlinea e la spaziatura*, un difetto di stile, la cui correzione avrebbe potuto competere, nell'ordine, alla casa editrice, al suo editor, o in ultima analisi al grafico, come tutti i precedenti, per i quali uso l'elegante definizione di refusi. Sono certa che se lo rileggessi all'indietro, ne troverei altri. Caro signor Presidente della casa editrice Bre', le consiglio di investire in un buon editor, specie nei casi come quello della Deliu se vogliamo davvero fare un salto di qualità.

La vita ci insegna spesso che non sono le distanze che separano le persone, ma le persone stesse.” , “possiamo scoprire un amico nel nostro nemico e capire che talvolta il volto bello di una persona nasconde la sua malvagità.” , “La morte di un nostro caro porta sempre via con sé una parte di noi lasciando un vuoto dentro l’anima, come un buco nero che risucchia il dolore, la sofferenza, senza far trapassare la luce della gioia o il buio dell’oblio.” , “La forza dei pensieri a volte muove le montagne, imprese impossibili diventano realtà quando l’essere umano vuole con intensità. Volere è potere.” e infine anche Fare l’amore con l’uomo che ami non è un semplice scambio di umori come con uno sconosciuto, è un atto di complicità, affetto, passione. Ancora di più adesso che l’unione dei loro corpi è accesa dalle emozioni che entrambi provano; lui sogna un matrimonio, lei un volo negli Stati Uniti. La Deliu ci dona qua e là perle della sua saggezza di vita vera.

Mario, il padrino di Greta, è spesso occasione per la Deliu di regalarci un po' di ironia: “Cupido ha trovato la strada verso la mia baita. Devo stare attento, altrimenti mi trovo a baciare il bernese.

A parte qualche porca troia di troppo, La Deliu ha seguito i precedenti consigli di evitare volgarità durante le scene d'amore. Cito da leggolibrifacciocose: Tutta la narrazione è disseminata da organi genitali nella loro forma parlata più scurrile, senza fantasia, parafrasi, costruzione cerebrale. Sboccataggine a parte, nulla è più erotico di un cervello usato bene. Ma quando Delia Deliu scrive C e F (che non amo scrivere per esteso), per interpretare non serve il cervello, col rischio che quest'ultimo giaccia inutile appendice. 

Però a volte sono un fottuto egoista e per questo motivo ho scopato Elizabeth. Mi sentivo un figo, l’ego era in orbita. Dannato il giorno nel quale ho voluto solo avere un orgasmo! Amare invece significa regalare e io cosa ho da regalarti, Greta? Tanto amore, ma ...” devo fermarmi a questo ma avversativo, per non spoilerare.

«Come aver perso la mia identità, a volte non so più chi sono. E non dovrei, ho una figlia da amare. Sai quante volte ho pensato di togliermi la vita? Tante, e non è la mancanza di coraggio che mi impedisce di farlo, ma l’amore per Speranza e il senso di colpa all’idea di abbandonarla anch’io.»quanta sofferenza nel cuore della protagonista (e forse dell'autrice, che qui inserisce qualcosa di autobiografico).

*Negli anni della Milano da bere, fui Art Director free lance per svariate agenzie pubblicitarie.

Il finale non è lieto, come ci si potrebbe aspettare in un romanzo rosa, anzi: si avverte l'occorrenza da parte della Deliu di essere corretta, di non truffare i lettori, di non mentire a se stessa, che nella vita svolge una professione deontologicamente accurata, e che per privacy, non svelo.
Insomma, la Deliu conferma le sue capacità di narratrice: si avverte la sua urgenza di farlo, quasi la necessità, come fosse l'ultimo dei suoi giorni. Brava! Spero per lei che riesca ad ottenere più dedizione da parte dell'editore, allo scopo di eliminare quelle poche imprecisioni sintattiche e di senso, che le potrebbero guadagnare premi letterari italiani, pur essendo straniera.

Consigliato a chi necessita coniugare il colore rosa dell'amore, al giallo del mistero, divertendosi con qualche tocco di pepe.



Spoilerata
Hai un glioblastoma a farfalla»”(...) “«Vita di merda! Cosa ho fatto di male?» Parole estirpate dal profondo della gola.” (…) «È operabile?» Con lo sguardo implora Michele di dargli almeno una speranza. «Non lo so, però il glioblastoma interessa entrambi i lobi cerebrali coinvolgendo il corpo calloso.» «Quindi non è possibile la resezione del tumore.» Abbassa la testa e la incassa tra le spalle, incrocia le braccia, il volto tradisce lo stato d'animo: è sconfitto. «Però puoi fare la radioterapia e la chemioterapia allo scopo di ridurre la massa tumorale e far cessare o almeno ridurre le convulsioni.» «Per prolungare il mio calvario? Non ci penso neanche» grida Max.”

Nessun commento:

Posta un commento