Già il titolo della silloge di
Francesca Tini Brunozzi ne lascia intuire il livello di complessità.
Di Francesca se ne
riconosce subito la formazione, l'esperienza culturale (da Tien t'ai
a Sant'Agostino, da Dante a Tarantino, più alcune serie di
correspondences di baudelairiana memoria) e lavorativa (fisica
Quello che ci importa a noi
… Le voglie che ci bruciano a noi … A te ti piace
comandare ...) appoggiate qua e là, quasi a voler rendere più
autentico il resto, fino ad arrivare a veri e propri attorcigliamenti
su se stessi, che in linguaggio contemporaneo qualcuno li definirebbe
loop, (uno a caso: … un tempo / lontano ma non troppo si
diceva di due persone / innamorate si parlano o si parlano insieme /
Insieme diventa importante dire che insieme / si parlano due persone
ché se si parlano e solo / parlano forse è che a se stessi essi
parlano solo. Dalla poesia:
NELL'ARCO TEMPORALE DI DUE LUNE SOLE) che conferiscono al lettore
l'impressione di un empatico senso di incompiutezza. Le più volte
citate Chimera d'Arezzo ed Erato a questo punto non
interessa nemmeno più sapere chi siano.
applicata, soprattutto), di conseguenza le si perdonano certe formulazioni similerrori grammaticali (
applicata, soprattutto), di conseguenza le si perdonano certe formulazioni similerrori grammaticali (
Io che sono tanto pistina da arrivare a
leggere persino i ringraziamenti, noto che la Poeta precisa l'arco
temporale durante il quale ha compilato la silloge, arco che si
riflette nella sequenza delle poesie, quasi a voler narrare un amore
di quella stessa durata. Arco che si riflette anche nella
reiterazione del titolo, in almeno tre punti strutturali della
silloge. All'inizio (la scoperta di un amore) a metà (il punto della
situazione), alla fine (chiusura dell'amore stesso).
Ma sono due gli elementi della
scrittura della Tini Brunozzi a farmela sentire vicina. I frequenti
riferimenti al buddismo di Nichiren Daishonin (intellettualmente
divertente rinvenire le citazioni degli insegnamenti del Sutra del
Loto) e un motto La mente mente che sembra preso in prestito
dal mio La mente, mente. Il corpo non mente, da
lei scritto in tempi non sospetti, perché ancora non sapevamo l'una
dell'esistenza dell'altra. Ma ormai è risaputo, persino ai non
buddisti: il caso non esiste.
Consigliato a lettori che vogliono
tenere allenate le sinapsi, rinverdire le loro conoscenze letterarie,
filosofiche, bibliche e cinematografiche, agli estimatori della
poesia ermetica. A chi cerca una poesia d'amore che finalmente non
faccia rima con cuore.
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