Conosco online questo bell'uomo tramite
un altro amico poeta. Se la bellezza sta negli occhi di chi guarda,
sta anche però nella proporzione diretta tra aspetto fisico e
contenuti interiori. Al crescere dell'uno, crescono gli altri.
Gabriele Borgna ne è la conferma, fin dalla dedica: “A Stefania,
con l'auspicio che il mio scrivere possa trovare spazio dentro di te
…” Auspicio, che bella parola aulica, rarefatta.
Savonese, ha
ottenuto (lui, non la parola, anche se a dire il vero c'è perfetta
identificazione) premi, menzioni d'onore e segnalazioni a concorsi di
tutta Italia, nel continuare la miglior tradizione poetica ligure. Il
premio Nazionale di Poesia Inedita “Ossi di Seppia” lo consacra
continuatore di Montale. Gabriele mi spedisce questa sua prima
raccolta ufficiale: già dalla copertina, che mi dona una dimenticata
sensazione tattile, dopo anni di eBook, “sento”, anzi, “tocco”
poesia. Pacatamente nella tradizione ottocentesca, garbata la
copertina mi invita subito a leggere.
“Aiutami a impiccare ogni /singola
afflizione alle stese, educate all'inchino / duro della tramontana.”
Inconsueti enjambements proiettano nella dimensione del mare e
dell'amore nel componimento A CA' DE JOSE (au Portu).
Da TRANSUMANTE “Nel petto brividi
lividi percossi / da iridi di ieri, già ricordi.” sento lo
trascorrere del tempo che forse lenisce, forse no.
Il componimento
strutturato su più parti LA VITA È UN GIORNO (scegliendo Alba,
Mattina, Mezzogiorno, Pomeriggio, Tramonto) altalena tra mestizia -
“Tumefatto prima di cadere” “Padre a ore” - e
tenerezza - “Tu sarai la regina del mio tempo” “noi che nel
sogno già ci vivevamo”, tralasciando Crepuscolo e Notte, rivela quanta parte di vita del Borgna
risieda nelle prime ore della giornata.
Il forte sentire cristiano che a volte
balugina improvvisamente, è tutto dentro IL DONO dove l'amore per
una donna si vivifica nell'eucaristica immagine del pane spezzato,
nella confessione di essere “ingordo in Quaresima / e incredulo
a Pasqua”, per chiudere con“E
tu, sei giunta a Natale / come il più bello dei doni.”
Consigliato ai (presunti) pochi amanti
della Poesia, a chi si interroga dialetticamente con Dio, a chi ama
le immagini secche dei liguri muri a secco.
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