Di Tinto Brass e Caterina Varzi. La
copertina si vende da sé: in campo roseo una Tour Eiffel, simbolo
fallico, ma capovolta: diventano le cosce strette di una signora.
Sottotitolo: un romanzo.
Prima ancora di chiedersi chi fosse la
Varzi, Gloss si è sono chiesta perché questo sottotitolo. Il Tinto nazionale
invece lo conosciamo tutti, per la sua porcellaggine nazional
popolare, considerazione che, che sulle prime, ha influenzato il significato del titolo.
Nel sesso esistono, e sono adoperate da molte più persone di quelle
che si possano sospettare, le cosiddette pratiche dannunziane, che
prevedono l'ingestione, anzi, Gloss suppone che la parola adatta sia
l'ingurgitare, delle nostre produzioni più intime, per ricavarne
piacere erotico. Perciò, visto l'autore, visto il titolo, pensava
già ad una pletora di tali pratiche, che, detto per inciso, aborrisce.
Quindi iniziò la lettura con malavoglia.
Niente di tutto ciò.
Pur essendo femminista, la sua onestà
intellettuale e lo spirito di ricerca che la sostengono, l'hanno condotta a sostenere che le donne siano
superiori agli uomini persino nel male. ('Standing Ovulation' saggio sociologico) Questo un romanzo,
senza fare spoiler, ne è la conferma. Vorrebe poter raccontare
qualche scena, ma evita per ovvi motivi di spoileraggio.
Quindi, ne parla per ciò che più l'ha toccata intimamente: il rapporto madre single/figlio invalido,
perché è il presupposto della sua vita dopo i quarant'anni. La
protagonista femminile, Antoinette, è per l'appunto una madre sola,
un tantino appassita ormai, alle prese con un onesto lavoro (la
Madame Pipì del titolo è lei, scopriamo subito dalle prime pagine
che è un nomignolo attaccatole dagli avventori del pub in cui lavora
come commessa ai bagni) e con le cure dedite al figlio handicappato,
che l'assorbono tutto il tempo libero, esattamente come successe a Gloss
per alcuni anni. In questo tratto del un romanzo, ha patito per empatia.
Abbandonata anni or sono dal partner,
nel suo intimo, la protagonista coltiva il sogno di incontrare un uomo che la
risollevi e la salvi dalle sue tristi condizioni. E qui Gloss ne ha prende le distanze, perché non ha cercato un uomo cui
poggiarsi. Antoinette invece lo incontra. È François, un uomo
colto, raffinato, un medico, un Master, come si direbbe secondo certa
terminologia cara agli ambienti BDSM. Costui non solo la domina
sessualmente, degradandola e togliendole progressivamente la libertà,
ma perfino le impone di rinchiudere il figlio in un istituto, perché
sia più libera e disponibile per le sue perversioni. Pur di
possederlo, Antoinette gli si sottomette e gli ubbidisce, fino a
quando. E qui Gloss si deve arrestare per fare alcune considerazioni.
Se nel primo tratto del un romanzo ha empatizzato negativamente perché vedeva sé stessa in Antoinette, nella seconda parte
invece la sua autostima ha subito una forte impennata,
congratulandosi nel suo intimo per aver cresciuto una bimba gravemente
invalida senza l'aiuto di partner alcuno. Col famigerato senno di
poi, forse avrebbe avuto bisogno di un uomo al suo fianco. Infatti,
tutta spesa e protesa nella cura e nel recupero psicomotorio della
figlia, un bel giorno il suo corpo la stoppò. La mente, mente. Il corpo non mente.
Con lo spirito di ricerca che la caratterizza, Gloss scopre che la Varzi è una specialista
di fenomenologia amorosa, nonché partner nella vita di Tinto
Brass. Il suo contributo nella costruzione dei due protagonisti si
rivela prezioso e assennato.
Resta inevasa la domanda: perché
un romanzo. La drammatica conclusione da
film horror è solo una delle tante possibili.
Consigliato a genitori di figli invalidi,
a lettori e fruitori di BDSM, ad appassionati di scene splatter.
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