Tonino è il timido protagonista, tanto
da trovarsi “come un pandoro a ferragosto” in svariate
occasioni della vita. Diplomando presso l'Istituto Tecnico Carlo Levi
di Torino, ragioniere, ma con la passione delle Lettere, ha una
dettagliata e approfondita conoscenza dei nomi della grande
letteratura e delle loro opere, dei personaggi e relative
caratteristiche psicologiche. Solo la passione può far fare questo.
E il Marzano lo sa bene. Ce ne dà la prova descrivendo i libri sul
comodino della madre di Tonino: “Una pila altissima e
traballante, che solo un miracolo perenne (la magia della
letteratura?) teneva in equilibrio.”
Il pandoro svanisce quando in viaggio
per le vacanze al Sud, Tonino conosce Claudia, con cui riesce ad
instaurare subito un buon dialogo, ricco di allegria e ironia.
Claudia gli racconta di un amico dal nome usuale da quelle parti e
Tonino ci scherza amabilmente.
“Se in una piazza affollata chiami
Salvatore si girano tutti. Sai che sforzo dover variare all'infinito
il nome per non confondere un Salvatore con l'altro?!” “Tore,
Totò, Salvo, Turiddu... “buttò lì Claudia. “Sasà, Toruzzu,
Turi...” rispose lui al volo. La ragazza di controbalzo: “Toto,
Torillo, Sarbaturi...” ridacchiando. “Toruccio, Totore, Salvino,
Salvuccio, Turicciduzzo!” esagerò Tonino.”
Così nasce un
amore da viaggio, destinato, dopo la vacanza, a sparire per la lontananza l'uno
dall'altra. Con l'espediente di narrare della morte
di un amore a distanza, il Marzano coinvolge il lettore. Ma l'Amore a
quell'età rinasce subito. Tonino costruisce una nuova relazione con
una collega di lavoro. Il Marzano ne descrive lo sbocciare con ciò che gli riesce
meglio, ovvero la scrittura poetica: “Non appena varcata la
soglia, fecero subito l'amore, in modo spontaneo e naturale. Senza
nessuna inibizione alla voglia di esplorarsi, di cercarsi l'anima
bocca con bocca, sprofondati in un brivido muto che sorreggeva i loro
corpi di amanti, incollati nel dolce incanto di quella notte troppo
breve. (…) Era un amore sbocciato a sorpresa, come un fiore di
zucchino nella sua gialla, luminosa e sfacciata bellezza, comparso
una mattina là dove la sera prima non c'era niente. Uno dei giochi
sbalorditivi della natura che fa esplodere vulcani, fiori o amori a
suo piacimento.”
Tonino passerà attraverso peripezie e
disastri, anche economici, tanto da obbligarlo ad allevare galline
pur di risollevarsi e di tornare indipendente economicamente.
“Pensava che il rapporto con Dio,
Allah, Buddha, o chi per loro, fosse una cosa intima e che
riguardasse soltanto l'individuo.” Unico appunto al Marzano:
Buddha non è un dio, ma un comune mortale. La storia è semplice e
gradevole, anche se l'autore eccelle in altro campo. Direi infatti
che la prosa non è la sua cifra migliore, ma la scrittura poetica,
che gli consente assonanze, rime interne, i giochi di parole, come in
M'ILLUMINO DI MENSOLE.
A conferma, la sua prima prova di prosa
conclude così, con un gioco di parole:
"«Hai
visto dove ti sei messo? Sembra la tua insegna!»
(…) Tonino si arrampicò lesto lassù fino al cartello sopra la
sua panchina. Staccò la grossa “N” adesiva che componeva la
parola “Nuova” e la trasferì proprio dove mancava la “r” di
Torino. ToNino Porta uova.”
COME UN PANDORO A FERRAGOSTO è uno dei
tanti esempi di letteratura scritta in dislocazione, un'eredità di
scrittura cartografica alla Salgari che descrisse della Malesia senza
mai esserci stato. Il Marzano parla di Torino e ne descrive luoghi
senza averci vissuto, con una differenza: oggi c'è la tecnologia di
Google.
Consigliato alle persone rinate dopo un disastro economico e/o amoroso per identificazione, a quelle che lo stanno affrontando per ricevere un grande incoraggiamento: basta rimboccarsi le maniche per risollevarsi perché nulla è perduto.
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