Ricevo dall'ottimo Alvaro Zerboni che
conosco come direttore della collana erotica di ATE e che ho già favorevolmente recensito, a lungo al
comando di nota rivista erotica internazionale, questo romanzo breve
che lui stesso definisce appartenente al genere giallo. A prescindere
che dopo CALDO AMARO di Sara Ferri ogni giallo mi viene a noia, quello di Zerboni
non vi si sottrae, caratterizzato in peggio da un incipit rutilante e
inutilmente verboso, con così tanti avverbi da inimicarsi qualsiasi
produttore cinematografico. Colgo però il forte intento visivo, come
se fosse un film. Incoraggio lo Zerboni, se mai volesse davvero
proporlo alla cinematografia italiana, di asciugarlo in avverbi e
aggettivi, perché per tutto il resto piacevolmente si avverte
deciso, per usare una terminologia a me cara, ovvero quella di
cinema, il “movimento di macchina.”
Il romanzo breve non
smentisce l'atteggiamento erotico dello Zerboni che, pur non
addentrandosi in particolari scabrosi, fa giocare il protagonista
Vittorio non tanto come l'antiquario che è, ma come un generoso
playboy. La tutto sommato semplice vicenda si svolge tra le via
Margutta, via del Babuino, Piazza del Popolo e il suoi locali, da
Rosati al Casina Valadier di Monte Mario di Roma, fino in Svizzera
nella Ginevra antiquaria e da qui alla Londra di un collezionista
cinese, passando per una crociera privata nel golfo dell'Argentario
(che diventa pretesto dello Zerboni per mostrarci meraviglie non solo
paesaggistiche), ad inseguire una rara opera giovanile di Antonello
da Messina accompagnandosi ad organizzazioni di criminalità organizzata.
“Se l'eccellente copia di un
dipinto riesce a dare le stesse emozioni del suo originale, non vedo
dove sta l'imbroglio!” Zerboni mette in bocca al suo
personaggio Marcello Silvestri detto “Sòla”, quotato creatore di
“falsi originali” una “teatrale concione” contro la
contemporanea società, fatta “di ricattatori, di corruttori,
di sfruttatori, di canaglie, di prepotenti, di trafficanti e di
spacciatori di droga... ogni tanto affiora qualche scandalo che
riguarda per lo più un operatore economico che con l'appoggio
politico ha ottenuto appetitose commesse arricchendosi di colpo... ma
poi viene messo tutto a tacere. Comunque quello che viene fuori
rappresenta soltanto la modesta punta di un enorme iceberg.
'Ndrangheta, camorra e mafia controllano intere regioni e interi
settori della vita pubblica, il mio lavoro in confronto è uno dei
più puliti e inoffensivi. Io, in fondo, riproduco un'opera d'arte,
scusate l'immodestia, alla perfezione.”
Lo scrittore mette a frutto la propria
capacità descrittiva e l'amore che prova per la Città Eterna: “In
quella stagione e a quell'ora l'intera città sembra sempre
stemperarsi in una luce dorata che tutto avvolge, impreziosendo ogni
cosa di uno struggente caldo languore. Abbagliavano al sole le rosse
tonache di giovani preti canadesi che uscivano dalla chiesa di Santa
Maria del Popolo; due pulmann sembrava che non smettessero mai di
scaricare un brulicare di turisti accanto a una delle fontane
laterali; alcuni ragazzi si baciavano sugli scalini alla base
dell'obelisco centrale; le carrozzelle erano in attesa di clienti.
Completava la scena un venditore ambulante di palloncini che cercava
di guadagnarsi la giornata avvicinandosi, come per caso, con il suo
variopinto e invitante carico, ai bambini accompagnati.”
scadendo però qua e là in errori da
basso Editor: “... volevo dimostrare in qualche modo la mia
riconoscenza a Marina Stern, con un pasto degno di … cher Maxim.”
Casomani, sarà chez Maxim. Tuttavia riesce a parlarci di tematiche a
lui care: la storia di Roma Antica, l'arte del Quattrocento, la
bellezza delle donne.
Finale frettoloso, consolatorio (due
difetti in uno) parzialmente compensato dal fatto che, almeno, è
aperto.
Consigliato a lettori non troppo
pretenziosi in fatto di gialli, ad amanti della storia di Roma, a
collezionisti d'arte quattrocentesca.
Nessun commento:
Posta un commento