Per caso ho adocchiato questo libro di
Stephen Vizinczey nella libreria di un amico, dall'orrida
copertina. Ho superato la titubanza dettata proprio dalla sua
mancanza di attrattiva, per me che per 17 anni fui grafica. Mostra
un'occhieggiante donna di mezza età dall'improbabile seno ritto. Se
solo non si trattasse di una foto della Belle Epoque, si direbbero
innaturali risultati di poco accurati chirurghi plastici
contemporanei. Il colore di fondo della copertina appare sbiadito,
facendo sembrare il libro stesso vecchiotto e dimenticato. Insomma, a
far fede dalla copertina, non l'avrei manco preso in mano. Invece ero
in preda alla noia, questa grande e insostituibile maestra,
ispiratrice di creatività inusitate, per fortuna allungai le mani e
lo presi dallo scaffale. Perché fin dalle prime pagine mi conquista
la leggerezza di linguaggio dell'autore, seppur d'inizio secolo
scorso, ironico nel trattare ciò che ho sempre sostenuto, ovvero: il
sesso è uno strumento per conoscere il vasto mondo degli umani.
“Visto che mi accingo a scrivere
le mie esperienze, vorrei rassicurare il lettore che non intendo
sopraffarlo con la mia storia personale. Spero, al contrario, di
riuscire a risvegliare in lui la curiosità verso se stesso.”
“Dando per scontato che tutti mi
amassero, trovavo naturale amare e ammirare tutti quelli che
incontravo.”
“Se nel profondo del cuore le
odiate (le donne) se sognate di umiliarle, se vi piace dar loro
ordini, allora probabilmente verrete ripagati con la stessa moneta.
Vi desidereranno e vi ameranno nella stessa misura in cui voi le
desidererete e amerete - e sia lode alla loro generosità.”
Sono solo alcune estrapolazioni prese a
casaccio qua e là, la cui fresca amenità agevola la mia lettura
fino in fondo. Come sempre sostengo, il finale, se riesco ad arrivarci quando non impedita dalla mancanza di filo logico / plot / riconoscimento del genere, fa la validità di uno
scritto. Questo ELOGIO DELLE DONNE MATURE, percorso per tutta
la sua lunghezza da una sottile vena di ironica praticità, conclude
controbilanciandola con l'amarezza della ormai sopraggiunta età
matura. All'affermazione di una partner che constata la sua prima
cilecca: “Un orgasmo in più o in meno non fa differenza, non
credi?”, l'autore
conclude dichiarando: “ La verità di quell'istante e
l'umiliazione che provai, penso, segnarono, anche se in ritardo, la
fine della mia gioventù. (…) Ma le avventure di un uomo di mezza
età sono un'altra storia.”
Consigliato a
imberbi ragazzetti in procinto di spiccare uno dei voli più belli
della loro vita e a adulti nostalgici per aver perso la memoria di
antiche generosità adolescenziali.
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