Non ho mai letto Enzo Biagi per ripicca
contro l'intellighenzia borghese cattosinistroide che lo osanna da
sempre. Riconosco, dopo aver letto UNA SIGNORA COSI' COSI' che
sbagliavo. Trattasi di lunga intervista di cui si intuisce subito il
finale, tra un'attrice Maria Berti, di fama nazionale di mezza età
(ma cos'è la mezza età, per un'attrice?) ed un giovane giornalista,
Gian Marco, schivo ma dalle domande argute.
Quest'ultimo personaggio è solo un
pretesto per fare dire delle cose alla Gran Dama. Infatti la
narrazione delle vicende amorose o lavorative dell'attrice si reggono
da sole, senza la spalla del giovinotto, sfociando a tratti in un
denso filosofeggiare sugli accadimenti della vita. Biagi in fondo ci
fa un autoritratto: la protagonista Maria è a tutti gli effetti
maschile.
Il giudizio implicito nel titolo credo
sia stato solo per solleticare la morbosità dei lettori. In realtà,
Biagi non giudica, lascia scorrere via anche le facezie più
peccaminose senza ombra di anatema. Ho scritto tanto di sesso, sono
in contatto con Alvaro Zerboni che mi sta leggendo e criticando (se
non sapete chi sia, guglatelo), pur apprezzando il mio scrivere,
vorrebbe cose meno esplicite.
Ecco, penso di aver tratto da questo
libro di Biagi la giusta misura per raccontare sconcezze senza
pornografia.
Consigliato a chi ama le autobiografie
artistiche, ma soprattutto a chi sa che l'organo erotico per
eccellenza è il cervello.
Questo commento mi fa venir voglia di leggerlo. Grazie
RispondiEliminaBene! Questo è proprio l'intento di chi redige il blog, invogliare gli italiani alla lettura, per porre un argine al baratro culturale in cui sta per precipitare l'Italia. Grazie!
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