"Quando pensavo di essere una persona spirituale e morigerata mi sentivo bene. Ma anche considerarmi una rockstar che soggiornava in suite costose e scopava con le spogliarelliste mi faceva sentire bene.
Quando riflettevo su questo paradosso mi buttavo in ragionamenti sofistici, dicendo che possedevo delle connessioni neuronali illuminate che mi permettevano di essere nel mondo, ma non del mondo."
"Avevo bevuto dodici o quattordici drink e sniffato crystal meth e cocaina. Avevo la vista annebbiata, ma mi sentivo come se il mio corpo fosse posseduto da un angelo caduto costantemente affamato che viveva in una busta della spazzatura piena di alcol e droghe. Ci spogliammo e facemmo sesso sul letto dove qualche ora prima avevo sniffato metamfetamina e scopato con Era." Mettete al posto di Era, una Giovanna Aurora Stefania Silvana Orietta qualsiasi e avrete la vita di Moby.
Di fronte all'ennesimo libro autobiomusicale, Gloss si sarebbe aspettata parlasse di musica.
Invece trattasi di mera operazione commerciale in vista dell'uscita imminente del nuovo album del Dj più famoso del mondo, che portò alla ribalta la possibilità di fare musica anche da parte degli incapaci come lui, che prendono pezzetti di musica altrui, stralci di brani cantati da altri, li frulla, li looppa e li porta al successo, conditi di MDMA e depressione. Il nuovo album sarà una raccolta di nuove invenzioni? No. Il remix di vecchi pezzi. Nessuna novità nemmeno qui. Come dice Moby di se stesso, "non è edificante". Ma leggetelo ugualmente, perché magari potreste scoprire che il primo passo verso la soluzione dei problemi è riconoscerli.
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