Apprezzò anni or sono Gloss l'ULISSE di Joyce, un flusso di coscienza che ogni intellettuale degno di tal definizione ha letto, almeno una volta nella vita. Oggi le capita tra le mani questa raccolta di racconti, che riporta allo sguardo del lettore una serie di tableaux, come foto polaroid, ambientati nella città irlandese ai tempi di Joyce, ma che potrebbero essere benissimo quelli contemporanei. Vi si esplicano i sentimenti, le gioie e i dolori, sofferenze come contentezze delle genti cittadine. Lo stile dell'autore è tanto efficace da obbligare la Gloss a copiarne interi passaggi, tra cui il seguente, che rappresenta la chiusa non solo dell'ultimo racconto, ma dell'intera narrazione.
"Si posava a larghe falde sulle croci contorte e sulle lapidi, sulle punte del cancelletto, sugli sterili rovi spinosi. E lenta la sua anima si abbandonò mentre udiva la neve cadere lieve su tutto l'universo, lieve come la loro definitiva discesa, su tutti i vivi, su tutti i morti."
Consigliato a scrittori in erba che volessero apprendere come funziona un finale aperto, che non annoi mai il lettore.
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