mercoledì 27 gennaio 2021

IL COMMISSARIO VEGA - indagine di sola andata - di Antonio Infuso

Nel recensire emergenti, raramente la Gloss si è imbattuta in letteratura così buona e pure con audace identificazione tra autore e protagonista. Forse l'opera di Lanzetta e il suo Warrior, anche se si è trovata su piani diversi. Se quella di Lanzetta è più un fantasy d'azione testoteronica, quello di Infuso è un giallo quasi noir, dove quel "quasi" rappresenta un rischio accuratamente evitato dall'Infuso: ovvero lo scadimento nelle macchiette tipiche del genere. IL COMMISSARIO VEGA è sull'impronta di un Fruttini&Lucentero nella DONNA DELLA DOMENICA per le ambientazioni torinesi - e qui è un massimo apprezzamento per Infuso, innamorati tutti e tre di Torino come dell'intrigo. Però "la Ditta" è votata anche all'invenzione stilistica, con personaggi delineati a tutto tondo fin dalle prime battute, mentre Infuso usa un lessico più alla portata del lettore medio, anch'egli dando ita a personaggi a tutto tondo fin dall'inizio, escluso il commissario (sarà sapientemente costruito un perché col passare delle pagine, il lettore curioso dovrà aspettare il finale). Meriti? Demeriti? Gloss non vuole giudicare, perché votata all'impronta stilistica del Vate - leggi D'Annunzio - che persino inventò la tecnica della "contaminatio" pur di prendere a esempio i Grandi della Letteratura, pur di usare il loro lessico aulico, pur di recuperare termini desueti e caduti in disuso, pur di sbalordire fino allo scandalo, ovvero "épater le bougeois" - direbbero altri decadenti, Baudelaire e Rimbaud. Tuttavia, è anche vero che la giallistica si rivolge a un pubblico medio, senza pretendere di istruirlo più di quanto già non lo sia e nemmeno di scandalizzarlo. E così facendo, Infuso vende. E questo è un ulteriore apprezzamento di Gloss. Infatti, la vera domanda è: a che serve scrivere, se il messaggio non raggiunge il lettore? 

Tornando al romanzo di Infuso, si legge in velocità, grazie alla rapida successione di eventi, quasi un colpo di scena dietro l'altro, non si rimane delusi dalla mancanza di azione come in altri noir, il lettore giallista soddisfa la voglia di intrigo, senza degenerare nel banale reiterato. Certa giallistica contemporanea ha abituato la Gloss, invece, alla riproduzione di stilemi che hanno avuto successo, forse nella convinzione che sia tecnica sufficiente per bissarne il favore da parte dei lettori. A Gloss resta solo una domanda: perché questo sottotitolo, indagine di sola andata, quando in realtà si presagisce nettamente una successiva puntata?

Consigliato ai lettori appassionati di gialli in cerca di novità investigative e di personaggi fuori dai soliti schemi come il commissario Vega. Ah, no, come Antonio Infuso.

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