lunedì 16 dicembre 2019

LA CONFRATERNITA DEI MANCINI



Ho scelto per puro caso dagli scaffali della biblioteca del mio paese questo che in copertina è definito dal The Sunday Time  “il maestro del noir”: in un vivace attraente tono di rosso corallo su fondo grigio cupo, non riconosco lì per lì la sagoma ivi rappresentata. C’è una coppia di cerini accesi nel mezzo. No, non per puro caso: da quando Art Director negli anni della Milano da Bere mi convinsi che la copertina di un libro è un venditore muto, scelgo i libri da leggere dalla copertina. Consciamente oppure no, non cambia.
Il titolo mi rimandava ad altre cose che mi accendevano sospetti di ecomaniacità (ovvero, scrittori che si ispirano a Eco e il suo NOME DELLA ROSA). Ma resto sempre aperta a qualsiasi possibilità, fidandomi del Sunday. E faccio bene. Si tratta di ben altro che fraticelli in preda a sconforti ammanuensi, ma di un ristretto club di adolescenti che usano esclusivamente la mano sinistra in anni in cui era ancora un delitto da correggere a bacchettate, aggregatisi per sostenersi a vicenda, bere qualche birretta, fumar degli spini e altre cosettine di poco conto. Tranne una: che scoprirete solo leggendo. Il Nesser ci delizia o crocifigge - vedete un po’ voi - con una profusione di personaggi che rischia di rendere la sua stessa opera farraginosa, se ogni tanto non provvedesse a far tirare le somme (o fili) dai propri burattini personaggi. Non sceglie la tecnica del narratore onnisciente, per dirla alla Verga, ma quella del creare personaggi solidi che poi conducano lo scrittore nella storia che sembrano creare da soli, quasi autonomamente, come dice Stephen King nel suo ON WRITING, «Se lavori bene, i tuoi personaggi diventeranno vivi e cominceranno ad agire per proprio conto.» Senza questo espediente, che il Nasser attua con regolarità, avrei esercitato uno degli imprescrittibili diritti del lettore di Pennac.
Un giallo noir soddisfacente per chi ama libri corposi che ti accompagnino in lettura per svariate ore, con trovate sorprendenti - ma con quel tantino di prevedibilità che gratifica il lettore appassionato del genere.

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