L'autore si chiama Edoardo Camurri e in 3° pagina di copertina è descritto come prefatore di alcune opere di Aldous Huxley. Ciò convince Gloss all'acquisto, assieme alla copertina di uno street artist contemporaneo visto alla Promotrice delle Belle Arti (post relativo sul blog L'ironia e la cultura assieme alla bellezza ci salveranno.)
Per fare una battutaccia, lette le primissime 20 pagine, dato il cognome dell'autore, Gloss ha pensato ‘Che Camurria!’, per poi raggiungere la convinzione che il Camurri abbia scelto il suo pubblico, esattamente come prescritto da Umberto Eco.
Nella sua ficcante postfazione a ‘Il Nome della Rosa’, lo stesso Umberto Eco ammette che le prime pagine dello scritto attuino la scrematura del pubblico. Il semiologo ne dispone addirittura un centinaio. Inconcludenti narrativamente parlando, indigeste, logorroiche, verbose e infarcite di citazioni latine. Come reduci di una battaglia che offre resistenza, i lettori e le lettrici godranno con più soddisfazione la parte rimanente del “romanzo”.
Il Camurri sembra fare eco a Eco. Solo alla pag.19 ‘Introduzione Alla Realtà’ comincia ad attrarre Gloss, in quanto vi trova riflessa la difficoltà di elaborazione di un lutto grave.
‘L’autocritica oscilla sempre tra il carcere e la rinascita. E bisogna avere una grande forza d’animo per voler rischiare di finire nel primo nella speranza di conquistare la seconda.’
‘Il cammello interstellare attraversa sempre la cruna dell'ago che sei. Sei tu la misura di tutte le cose.’
‘(...) il più grande allievo di Plotino, Porfirio, sa che la vita di un sapiente è sbadata.’
Sono solo una piccola parte delle affermazioni del Camurri che si ripercuotono in una serie di riflessioni umanistiche di Gloss riportate nel blog Il racconto della Rivoluzione Umana.
Questo è un blog che, invece, si occupa di presentare libri che fulminano. Dunque, Gloss preferisce rivolgere la propria attenzione al contenuto letterario. Il Camurri riporta una frase del poeta J.R. Wilcock che ci invita alla resa quando invece vorremmo confrontarci con la Realtà, quella “cattiva” che ci spinge ad attuare confronti, contrapposizioni, gelosie, invidie e financo guerre.
«Al primo accenno di impegno morale, mettersi a letto».
Infatti “ogni volta che ci contrapponiamo a un qualcosa lo facciamo perché riconosciamo nel nostro avversario una parte di noi stessi che ci sta reclamando (ogni accusa contro qualcuno è sempre autobiografica)”, dice lo stesso Camurri, offrendo il fianco a chi critica il buddismo Soka. Ops, ancora umanesimo filosofico.
Un buon libro fulmina i San Paolo sulla “strada per Damasco” e questo ‘Introduzione Alla Realtà’ lo fa, allo scopo di ‘aprirsi a un incontro profondo e trasformativo con la REALTÀ”, quella cioè più pura, più genuinamente umanistica e altruista. “Si viene attraversati da ogni essere vivente, si è ospiti ospitanti e ospiti ospitati, si diventa maschi, femmine, animali, piante, pietra, si avverte ogni dolore del mondo, si brulica come serpenti appena usciti dal guscio. Si è fiume e tutto scorre.”
Espropriazione ‘psichedelica’ che Gloss preferisce definire ‘mistica’, per non incoraggiare l’uso di sostanze illegali, ma che si può provare con il mantra buddista Nam-myoho-renge-kyo. “Ci si spoglia provvisoriamente di sé per condividere, condividere e connettersi all’universo che ci contiene. È amore, compassione, generosità piena e mai mancante.” Gloss ammira l’estrema concisione del Camurri con “Stai diventando un comunista acido”, ma preferisce evitare la sfumatura huxleyana: “Quattrocento milligrammi di LSD possono cambiarci la vita” ma anche darci dipendenza: cosa allora di meglio che cambiare la vita con qualcosa che non dà dipendenza?
Dedicato a chi ha forte spirito di ricerca e desidera di vero cuore approfondire la “REALTÀ” pur accogliendo la “Realtà”, affrontando lo studio sulla natura umana e la sua qualità noetica: perché per ogni Giordano Bruno c’è un Giovanni Mocenigo.
Gloss propone una bibliografia solo parziale della letteratura nel campo del cosiddetto Rinascimento psichedelico.
(seguente)
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