martedì 4 luglio 2023

FRAGILE di Bruno Giovetti

Gloss lo seguiva da anni, fin dai tempi in cui doveva scendere dalle Alpi in città nei Poetry Slam torinesi. Lo invitò più volte a rendere pubbliche le sue poesie per ricevere quella omologazione meritoria che arrivasse non solo da una stretta cerchia di amici Poetanti da Social, che si confortano a vicenda di non essere capiti, ma anche da un pubblico più largo. Ci vuole coraggio e apertura mentale per accogliere le critiche dei lettori, unici ad aver voce quando trattasi di opera letteraria. Bruno ha aspettato il suo sessantasettesimo compleanno selezionando sessantasette poesie.

Nel complesso, un'ottima operazione artistica come Gloss si sarebbe aspettata dal Giovetti. Ha scelto in modo accurato tra la sua immensa produzione, le poesie a suo avviso più ficcanti, le ha chiuse con l'anno di creazione, le ha raggruppate tra loro per senso, anche se a distanza di anni. Così leggendo e appuntando qua e là, Gloss si accorge di due temi centrali: il contado e il padre. Il Giovetti trova nel lavoro del mondo contadino, fatto di fatica, sudore, zolle dure, messi, il senso della vita, a lui però lontano. Quindi, quasi un rimpianto. E trova anche nella figura paterna il riflesso del contado, durezza, anaffettività, mancanza di abbracci e di consolazione, che però infine frutta in un amore mai molle, mai scontato. E a tratti, rimpianto. Lucido e sincero con sé stesso, mai indulgente verso la poesia, il Giovetti con FRAGILE (aggettivo nelle prime intenzioni attribuito forse a sé, ma poi a padre e natura) compie un'opera poetica raramente consolatoria. Qui risiede il suo pregio. Bravo. 

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