Se fa scorrere le pagine del web alla ricerca di GIRO DI VITE dell‘ottocentesco Henry James, che ha conosciuto almeno diciassette adattamenti dalle sue opere per altrettante
serie TV o film, tra cui “Ritratto di Signora” (con un’eccezionale Nicole Kidman, scelta poi non a caso per THE OTHERS, di cui Gloss rileva un sospetto parallelismo a GIRO DI VITE) la recensora riscontra decine di classificazioni (già odiose di per il solo fatto di essere ritenuta necessaria la loro esistenza) che lo categorizzano nel genere horror se non addirittura gotico. Invece è un romanzo psicologico, se non addirittura tra i primi, qualche tempo avanti Freud. Se c’è un merito in GIRO DI VITE è proprio quello di aver inaugurato nuovi codici narrativi poco sperimentati prima, che faranno da modello a Proust e Flaubert. Henry James ha una prosa scorrevole pur essendo dotta, mai noiosa. Eppure,gli accadimenti del romanzo, le azioni necessarie a catturare il lettore, avvengono in ambiti ristrettissimi di spazio, reale e immaginario. Equivale a dire che non ci sono. Siamo nelle immediate vicinanze di una casa di campagna della Gran Bretagna di fine Settecento, e siamo costretti nelle pareti craniche della protagonista femminile, una giovane pulzella incaricata di sorvegliare due fanciulli in età elementare, inquietanti siccome precoci, perché guidati da presenze adulte a loro esterne che il lettore scoprirà irreali. Ma avvertite concrete nella mente dell’istitutrice. La vite cui la Gloss ha creduto ingenuamente facesse riferimento il titolo, in realtà è il plurale di vita: le vite dei personaggi si avvicendano, avvitandosi su se stesse, fino a morire. Chi muore e perché, la Gloss lascerà ai lettori il piacere della scoperta.
La recensora, da ex Art Directo della Milano da Bere, ha scelto il romanzo di Henry James dalla copertina, più efficace per la vendita, in cui sono rappresentati i due fratellini sotto una luce conturbante.
Consigliato a coloro che non si annoiano nell’addentrarsi nei meandri delle menti altrui.
Nessun commento:
Posta un commento