Le recensioni negative che ho scritto
finora (poche, a dire il vero, perché cerco sempre di tirar fuori il
meglio), sono quelle in assoluto più lette. Chissà che non portino
fortuna agli autori, come Vito Introna. Questa, è una recensione
purtroppo negativa e lo dico con la morte nella tastiera. Non avrei
voluto pubblicarla, ma poi ho pensato al beneficio che l'autore
avrebbe potuto trarne e così mi sono decisa.
Il titolo mi avvinse: DISTRUGGETE
ISRAELE, è d'una forza inusitata, per noi pacifici benpensanti
europei. Credevo di approcciare un lagnoso trattato pro Palestina
contro Israele ambientato ai nostri tempi. Invece
sono all'istante trascinata nel futuro del 2046, con strade
intitolate agli uomini politici di oggi (Berlusconi, Alfano, George
Bush, Palazzo Matteo Renzi). Invece è tutt'altro.
Insomma,
l'idea, tuttavia non banale, di vie e piazze coi nomi delle strade
intitolate ai nostri politici avrebbe dovuto accendermi un campanello
d'allarme sulla verosimiglianza di ciò che stavo leggendo. Tuttavia,
la qualità del lessico, la capacità narrativa, l'estro creativo di
Vito Introna mi conquistano ugualmente. E quando arrivo a questa
affermazione da parte della partner Marika nei confronti del
protagonista Josè:
“Quanto ti hanno dato?”
“Ottanta crediti. Sono donna, non
posso prendere di più.”
… mi appassiono definitivamente al
testo e decido di proseguire. Ma sono immantinente travolta da un
uragano di complicazioni di nesso logico. Sembrerebbe ben scritto, i
personaggi strutturati in modo adeguato, le ambientazioni
futuristiche rese verosimili dal forte radicamento nell'attualità
contemporanea, ovvero il conflitto israelo/palestinese. Poi però,
arriva il disastro.
Il protagonista, Josè, diciannovenne
orfano di entrambi i genitori, viene scacciato dal suo modesto lavoro
di scribacchino presso un giornale e sopravvive arrabattandosi, si
aggrappa macilento all'unica donna che conosce, Marika, poco più
grande di lui, con mamma demente al seguito e figlioletto Fabio,
bimbetto reso autistico dai sistemi di indottrinamento della
dittatura vigente. Non c'è possibilità di sopravvivenza al di fuori
del Sistema. Perciò Josè decide di costituirsi alla Fratellanza,
sorta di confraternita clericale armata, ispirata alla Torah. Fin
qui, più o meno bene. Poi però, il lettore scopre che presso la
Fratellanza i redivivi come Josè sono accolti con libagioni
infinite, droghe pesanti e orge, illudendoli che quello sarebbe il
loro destino. Invece, nei giorni infrasettimanali, si ritrovano
obbligati a lavori forzati, a nutrirsi con immonda a sbobba, a
cercare di sopravvivere a ingiustificati bombardamenti nemici. Più
proseguo nella lettura, più mi accorgo che il plot si regge su
un'ulteriore accozzaglia di inverosimilia. Un esempio a caso. L'amica
e tutta la sua casa, il figlioletto, la madre demente, dopo due mesi
sembrano spariti in un cratere. Josè fa una piccola ricerca che
avrebbe dovuto richiedere anni per il lassismo degli impiegati
pubblici e il disordine dei registri pubblici, in realtà serviranno
pochi minuti per capire che l'amica non è morta, ma assieme al
figlio è dislocata in una casa di accoglienza non governativa, alla
mercé sessuale di questi pseudo avanzi di preti cattolici.
Rientrato nella sua confraternita, Josè
scopre di essere destinato in matrimonio ad una ragazzetta che
inconsapevolmente violenta tutti i giorni sotto l'influsso di chissà
quali droghe, di subire a suo turno la sodomia da più fratelli come
in un incubo senza possibilità di risveglio, per poi invece
svegliarsi solo quanto c'è l'apposita catechesi. Sedativi si
sovrappongono a stimolanti, facendo opportunamente svenire il
protagonista proprio quando è sul punto di prendere una decisione,
se fuggire o se sposare la ragazzetta. Non ce la faccio, non sono
bigotta, droga e sesso e preti non mi scandalizzano. Ho come un
rifiuto a proseguire.
Ciò che mi turba è l'incapacità di
essere coerenti, quindi abbandono il libro al suo tragico destino.
Sono dispiaciuta, perché l'incipit e le idee creative iniziali
sembravano promettere bene. Auguro a Vito Introna, che dal punto di
vista tecnico appare preparato, di trovare la sua strada, lasciandosi
irretire meno da allucinati amplessi anali, fellatio, sodomia e
droghe.
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