Provenendo da una famiglia cattolica e
praticante, mi impegnai nel mio liceo Bertrand Russell come
rappresentante degli studenti nel Consiglio d'Istituto tra le file di
CL. Percepivo la teorizzazione dell'impegno nella lotta armata di
alcuni compagni di scuola, che si autodefinivano "indiani",
come l'Algranati, detto Kochise. Si era già negli anni del
qualunquismo, dopo l'omicidio Aldo Moro infatti tutto veniva messo a
tacere. Però ho sempre provato fascinazione per quelle persone così
radicalizzate.
Ho letto PASSEGGIATA NEL DELIRIO di Maurizio
Rotaris che mi ha regalato tante emozioni ma anche tanta conoscenza.
Eccone un breve estratto che, pur tra le incertezze di un non
scrittore, riesce ad illuminare quel difficile tratto di storia
italiana che furono gli Anni di Piombo con una testimonianza efficace
perché diretta, direi persino da Prima Linea (e non è solo un modo
di dire). Nonostante il mio impegno con CL, ho capito che fui in
fondo anch'io un ultracorpo del disimpegno.
'“Il fenomeno della dissociazione dalla violenza politica fu un fenomeno tutto italiano di una grossa portata internazionale e storica, dove il livello istituzionale e governativo aveva saputo creare una cerniera di mediazione funzionale alla chiusura del fenomeno, diversamente da altri paesi (…) Purtroppo nel corso degli anni prevalse poi la rimozione e il fenomeno restò per i più incompreso e la storia di un'intera generazione politica andò nei decenni successivi ad assomigliare all'invasione degli ultracorpi.”
'“Il fenomeno della dissociazione dalla violenza politica fu un fenomeno tutto italiano di una grossa portata internazionale e storica, dove il livello istituzionale e governativo aveva saputo creare una cerniera di mediazione funzionale alla chiusura del fenomeno, diversamente da altri paesi (…) Purtroppo nel corso degli anni prevalse poi la rimozione e il fenomeno restò per i più incompreso e la storia di un'intera generazione politica andò nei decenni successivi ad assomigliare all'invasione degli ultracorpi.”
La copertina, nella sua
rappresentazione assoluta di degrado, dimostra quanto un non autore
come Maurizio Rotaris possa comunque realizzarne una efficace.
Il Rotaris ci tramanda una sorta di
diario intimistico e personale intriso anche di impegno non politico
ma addirittura bellico fino all'anno 1986, dipanato tra Milano ed
Amsterdam, con tutto lo strascico di imprecisioni linguistiche che un
non autore, in preda ai deliri degli stupefacenti, poteva annotare su
foglietti di fortuna. Da quell'anno in poi, la narrazione diventa più
letteraria, precisa, pulita, lucida, forse nettata da un editor,
comunque pulita dagli stupefacenti. La vita del Rotaris cambia
radicalmente, si fa coinvolgere dalle ronde
salvatossici/ubriaconi/barboni attorno alla Stazione Centrale di
Milano per diventarne man mano il paladino, fino a vedersi assegnare
un locale sotto la stazione allo scopo accogliere i senzatetto. Fonda
persino un gruppo musicale, lui che aveva trascorso la vita
precedente a tentare di strimpellare qualcosa di rock: la cosiddetta
BAR BOON BAND, per la quale riceve un riconoscimento. I tossici pian
piano diminuiscono, ma i senza tetto immigrati aumentano. Il Rotaris
ha assistito nel corso degli anni ai flussi migratori che si sono
succeduti (e tutt'ora si succedono) alla Stazione Centrale di Milano.
Animato da un sincero spirito di compassione, ha proseguito e
prosegue la sua opera di recupero e consolidamento, non solo a
livello delle vite stesse, ma anche delle peculiarità caratteriali
di ciascun individuo.
Consigliato a chi pensa di essersi
perso gli Anni di Piombo, le loro motivazioni profonde, a chi ha
voglia di provare stupefacenti, a coloro che vogliono comprendere
l'esperimento sociale che sta dietro ai flussi migratori.
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