lunedì 3 novembre 2025

'Il 49esimo Stato' di Stefano Amato

 Inizialmente pubblicato nel 2016, Gloss è stata costretta dall'Algoritmo di una piattaforma a riscrivere il post nel novembre 2026, dieci anni dopo. Misteri dispotici di Mr. Algoritmo.


Incappò Gloss nell'autore Stefano Amato per caso. Frequentava un corso di scrittura creativa dove reperì un suo libello dall'aspetto miserrimo. Gloss è lettrice vorace, per cui non si lasciò scappare nemmeno quella lettura che, dalle dimensioni, ben poco prometteva. Le dimensioni contano (evviva l'ironia, salverà il mondo). Ben fece perché si rivelò una pura amenità, che dall'agile trasmutava in gradevole attraverso le sfumature dello stupidario perfetto. Una sorta di raccolta di cretinate dette da clienti nella libreria dove lavorava l'Amato in Siracusa. Dall'alto (o dal basso del suo impiego, ideale per uno scrittore), si diverte a prendere in giro con raffinata ironia

l'ignoranza della provincia, facendola assurgere a esempio di quell'Italietta provinciale e scioccherella. Gloss si divertì a tal punto da desiderare condividere con l'autore il proprio sentire. Ne cercò l'e-mail (non sa bene come), gli scrisse e l'Amato le rispose con la medesima simpatia che troverà nel de 'Il 49esimo Stato', di ben altro spessore, non solo libresco, ma sempre venato di quella sana ironia che permette di superare, e guarire, dalle atrocità della vita.

Letto in meno di 10 ore, nonostante le sue 253 pagine e più, nonostante il rocambolesco escursus tra la fine della seconda guerra mondiale e i primi fuochi degli anni di piombo, piacevole perché leggiadro (non leggero). Chi, come Gloss, ha amato Pino Aprile e le sue teorie anti Savoia nel suo 'Terroni', ma anche Beatles, Rolling Stones, Aerosmiths, Who, e soprattutto Sid Vicious e Sex Pistols, Clash e Ramones, amerà per proprietà transitiva questo romanzo di formazione di una formazione punk rock, ovvero quattro  ventenni o giù di lì appartenenti a un'ipotetica Sicilia annessa agli altri 48 stati USA con lo sbarco degli alleati.

Lo scrittore ce ne racconta le peripezie (amorose, musicali, scolastiche, familiari) durante il periodo che li vede impegnati per il loro debutto a supporters dei Ramones sul finire degli anni '70, in occasione del concerto in Sicilia per il trentennale dell'annessione. Ci canta tutta la rabbia incontrollabile degli squattrinati anni adolescenziali, col loro linguaggio spiccio ma mai troppo volgare, (non alla Irvine Welsh), le loro paure e tensioni, la voglia di spaccare tutto, di diventare grandi. 

L'Amato non perde però l'occasione di descrivere un paio di gustose scenette di ribelle violenza. L'audizione in cui dovranno essere approvati a supporter di famoso gruppo punk, si rivela un'enorme fail. Pur non potendo suonare qualcosa fuori legge perché contro gli USA, interpretano il pezzo dei Ramones:

“I'm so bored with the USA”


Scandalizzati, i membri della commissione cercano di rimuovere l'amplificazione, ma uno del gruppo fa scudo all'impianto con la chitarra brandendola a mo' di sfollagente. Gli impedisce il passaggio. Non gli resta che scimmiottare Pete Townsend degli Who e sfasciare tutto. Il tutto condito da una delirante ed allegra energia che sono gli adolescenti pazzi sanno avere. 


Distribuito nel 2013, Gloss si meraviglia di come un ultratrentacinquenne come Stefano Amato abbia potuto conservare la freschezza tipica degli adolescenti. Quasi gliela rimprovera, perché alla sua età, dovrebbe aver maturato corde più spesse. Ma forse non sarebbe stato così godibile il risultato. Bravo Amato! Consigliabile a chi ha avuto una band o ancora la sogna.


(seguente)


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