venerdì 22 agosto 2025

Nobody Else Like Emory - una storia rock, di Laura Costantini


Il Collettivo Scrittori Uniti (CSU)  si è rivelato costante fonte di ispirazione per Gloss dal primo giorno cui ha aderito, nel Marzo 2025. Non si è concretizzato solo in plurime occasioni di vendita, sarebbe svilente considerarlo solo tale, ma soprattutto in costruttivi rapporti con altri autori e autrici, di scambievoli opinioni e incoraggiamenti, di reciproche autocritiche propositive, di approfondimenti nei più disparati argomenti biografici e non, specialmente di letture vivificanti, eclettiche, poliedriche, in una parola: ottime. 

Gloss ha maturato negli anni la convinzione che #ilibriscrivonoilibri e pertanto trova nel CSU l’opportunità di arricchirsi. Le e gli aderenti sono preparat3, studiano, approfondiscono, si fermano alla superficie solo se è funzionale alla narrazione. Sanno scrivere. Una di queste, è Laura ZG Costantini , che Gloss ama chiamare solo ZG, dalle iniziali che rendono onore ai genitori. Non interessa dire chi sia o cosa faccia. Lei stessa si definisce in modo autoironico e umile ‘sciupafogli, imbrattacarte, consumatastiere’. 


ZG potrebbe essere una giornalista RAI e ricevere il più spietato leccaculismo oppure essere una sguattera del più infimo tra i bar di Caracas e per questo essere accantonata nelle fogne. Nessuna delle due cose renderebbe merito alla sua scrittura: precisa, scrupolosa, a tratti implacabile. Per Gloss sono pregi, non difetti. E suppone che lo siano anche per il pubblico giovanile a cui si riferisce la trilogia che ZG chiama Diario Vittoriano. Appena riceve il libro con dedica che orgogliosamente mostra, come mai ha fatto in leggolibrifacciocose, Gloss si sofferma sui gadgets: tre dischi in materiale non deperibile con illustrazioni al tratto dei 3 co-protagonisti, Stan, Kiran e Robert, componenti di un trittico poliamoroso e della rock band contemporanea cui il sottotitolo si riferisce. Da Art Director della Milano da Bere Gloss apprezza e gli Avatar e la copertina, nel cui personaggio le sembra riconoscere qualcuno.

Ma certo, è Ethan Torchio, la batteria dei Måneskin. Il trio letterario si direbbe proprio ispirato a loro, una band che Gloss musicofila tifa dagli esordi a X Factor Italia e al cui concerto andò già anziana in anni non sospetti. Ora che ha concluso ‘Nobody Else Like Emory’ ha raggiunto la convinzione che ZG si sia proprio ispirata a loro, da apprezzare in questo video che elimina la separazione tra i generi, proprio come propone ZG nel suo romanzo, tra omofobia e poliamore, eredità, social e bullismo, invidie, pedofilia, rivalità, rock e K-pop, ricatti, parenti serpenti, omosessualità e tentazioni. Un intrico di situazioni facili da esplicare, anche senza aver letto le precedenti puntate della trilogia: ZG è capace di sintetizzare già solo nella scelta di un singolo termine un intero pregresso senza uscire dall’azione presente. 

 Senza spoilerare, Gloss si sente di poter affermare che ZG sappia scegliere il suo pubblico, giovanile, aperto, con aspirazioni verso il sincretismo tra concetti di bellezza, cultura, amore, musica universale. E senza tema di spoiler, le preme riportare, come sua consuetudine, uno dei passaggi più pregnanti. 

“KL e Claire P. (i due antagonisti musicali, il primo rock, la seconda K-Pop, n.d.Gloss) erano bellissimi assieme, male assortiti, diversi come il giorno e la notte, eppure perfetti. Stavano dando voce a due anime sconfitte dall’intolleranza e stavano dando speranza a chissà quante altre anime in ascolto. (...) [La madre di Kiran] Si sentì fortunata. Per l’epoca di grandi cambiamenti che stava vivendo, per il nipote che aveva ritrovato, e per l’uomo che aveva accanto. (...) Il potere della musica non era mai stato più evidente di quella sera. Era stato un trionfo. Una magia che gli aveva permesso di accantonare il dolore e di essere… felice. Sì, Stan toccò la felicità nel momento in cui, mentre ringraziavano il pubblico in passerella, cedette all’impulso e coinvolse Kiran in un bacio con casqué che infiammò il parterre in una salva di flash.” 



 I personaggi e una pletora di comprimari, quasi difficile da separare gli uni dalle altre (voluto?) agiscono su sfondi variegati tanto quanto le città nord europee, evidentemente una predilezione della Costantini. Come l’ambiente LGTBQ+ che Gloss può solo supporre lo conosca bene causa frequentazioni personali o studi approfonditi. 

 In generale, non un romanzo nelle corde di Gloss non solo per gusti personali, ma per età. Tuttavia i due elementi non condizionano il giudizio, che è positivo, per costruzione dei personaggi, per appropriatezza semantica di linguaggio, per accuratezza delle descrizioni, per profondità di esplorazione delle dinamiche nelle relazioni umane, parentali e d’amore. Consigliato a esploratori dei colori dell’arcobaleno, dell'affetto e vicinanza emotiva, come con familiari, amici e partner, nell'ambito lavorativo e sono spesso regolate da obiettivi comuni e gerarchie, nelle interazioni con la comunità e con gruppi più ampi, come i vicini di casa o i membri di un'associazione. La Costantini sembra avvisarci che le relazioni sono un continuo scambio e richiedono impegno e cura. La loro qualità dipende da fattori come la fiducia reciproca, l'empatia e una comunicazione aperta e onesta.

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