lunedì 15 giugno 2020

QUALCOSA DI BUONO di Sveva Casati Modignani


La recensora non l’ha mai amata particolarmente, Sveva Casati Modignani, perché forse appartenente al mainstream cultural politico italiano. Tuttavia, a maturità raggiunta (o forse no, non si smette mai di imparare) ne affronta la lettura, ricavandone l’impressione che l’autrice ambisca a imitare Isabelle Allende, soprattutto nella narrazione di grandi saghe familiari a lieto fine, non riuscendoci del tutto. Forse perché l’Italia delle grandi famiglie non è popolana, tanto quanto la cilena. Tuttavia, resta valida l’ingegnosa trovata che dà l’incipit all’intera vicenda e che la Gloss non può rivelare per non spoilerare. Tuttavia, vi reperisce l’espediente di intitolare ogni capitolo con una ricetta, eseguita puntualmente nella descrizione delle azioni cui prelude o che accompagna, o che conclude, sempre in tema consolatorio, come se il cibo mitighi le angherie che si susseguono nella vita. Uno stratagemma letterario, come nella vita, che funziona molto bene.
La copertina, nei toni del rosso, riporta infatti un bricco, una tazza, un dolce: forse poco appariscente, ma in tema col titolo e il leitmotiv del romanzo.
Consigliato ai curiosi di ciò che accade nelle famiglie, nobili o meno nobili, e ai giovani scrittori la conferma che non si va da nessuna parte senza opportuni calci nelle parti posteriori.

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