domenica 2 novembre 2025

Vivere Per Sempre - L'Aldilà ai tempi di ChatGPT di Davide Sisto

Nei suoi ultimi convegni, come quello alla Biblioteca Archimede di Settimo Torinese cui ha assistito anche Gloss, Davide Sisto racconta come Facebook sia diventato il luogo delle persone morte, anticipando persino la notizia del passaggio in latenza dei Vips, notizie fake o no. Il fidanzato di Gloss, Fabrizio, e lei stessa hanno comunicato il decesso delle rispettive madri proprio su questa piattaforma.


Indagando la tanatologia sui Social, Sisto enumera nel saggio numerosi canali che favoriscono la discussione e il confronto sul tema, inaugurando anni fa il movimento di ‘influencer della morte’. Questi ultimi l’affrontano utilizzando gli strumenti digitali con accortezza e creatività, confezionando scritti, video, persino outfit in maniera matura e consapevole. In poche parole, veicolando e accendendo consapevolezza in giovani e non, attraverso il coinvolgimento in conferenze, festival, dibattiti. In Italia e nel mondo.


Sisto analizza in modo approfondito e puntuale come la congiuntura dell'era digitale stia radicalmente rimodulando l'ontologia della morte, convertendola da transizione definitiva in una forma di presenza ininterrotta, anche se solo virtuale. Una Reperibilità senza interruzioni, una continuità della presenza, secondo il Sisto persino deprecabile. Per un paio di motivi. Vediamo quali. Intanto, va premesso che tale mutazione da passaggio conclusivo a permanenza perpetua si manifesta attraverso due vettori principali:



  1. La costituzione dei social network in veri e propri "sepolcri digitali" (digital tombs), spazi dove l'identità del defunto permane sotto forma di profilo perenne e archivio di interazioni.

  2. L'emergenza di applicazioni basate sull'Intelligenza Artificiale (AI), capaci di generare simulacri conversazionali dei defunti, di fatto annullando il concetto di assenza irrevocabile.


Le due constatazioni conducono il Sisto a una riflessione culminante nell'esortazione etica e sociale: la necessità di recuperare la funzione catartica e strutturante che la morte ha tradizionalmente rivestito nel consorzio umano. Solo riaffermando il suo ruolo quale limen definitivo e ineludibile, sarà possibile preservare la facoltà di elaborazione del lutto e, conseguentemente, ristabilire la capacità psicologica e sociale di "voltare pagina" (to move on). Gloss ha affrontato la dipartita della propria madre, scrivendone qui: MISTERI DI VITA E MORTE (prima parte).


Mentre assiste al convegno, Gloss rimembra come sia stata infastidita dalla spesso ipocrita mitizzazione della persona nella dimensione Social da parte di amici - fino a un attimo prima nemici. Ha affrontato finora diversi passaggi in latenza di conoscenti e amici veri, cioè off-line - i cui contatti erano tenuti vivi tramite i Social Media - rimuovendo l’amicizia. Il passato è passato e non torna, se non è di verdura. L’elaborazione del lutto non avviene, a suo avviso, tramite l’agiografica esaltazione delle gesta del defunto, (come le è capitato appunto di assistere su Facebook), ma a un livello più profondo e intimo. Personale. I grandi sentimenti acquisiscono maggiore importanza quando non palesati vantandosene. Come l’Amore o le opere di Bene.


Gloss tuttavia, stimolata proprio dalle riflessioni del tanatologo, si interroga non solo circa l’opportunità di restare connessi on-line con un’amica o un amico defunti, ma anche di conservare, accudire, coltivare accuratamente tale connessione, seppur solo virtuale, proprio allo scopo funzionale di far pace con l’assenza.

Su questa stessa linea, anche il Sisto arriva a ironizzare: “Tra qualche anno, magari, non ci stupiremo di vedere l’ologramma del morto celebrare sé stesso scolandosi qualche Guinness di troppo” Gloss deve ammettere il fascino che può esercitare tale vita infinita, in memoria dell’individuo passato in latenza. Ma è memoria o rischia di essere scambiata per immortalità? E poi: se ci si ferma alla Guinness è accettabile, ma quando a calare non è la birra ma l’abbigliamento intimo?

Riflettiamo su come a ogni luogo pubblico e/o privato siano state affidate confidenze o dati sensibili, (caselle di posta elettronica, documenti di viaggio, post sui Social, ritratti fotografici, ecc.). Dopo la morte del detentore dei diritti di accesso sono a potenziale disposizione di chiunque voglia sfruttarli, magari per intenti non del tutto trasparenti o nobili. A maggior ragione a fronte della notizia di questi giorni (siamo a fine ottobre 2025) della AI che monta teste di personaggi famosi su corpi nudi non loro e ne realizza lucro con oltre 7 milioni di utenti on-line. Una evidente forma di violenza, argomento caro a Gloss fin dal 2013 con la pubblicazione del saggio Corpi Ribelli per sensibilizzare circa la violenza sulle donne.


Esiste una parola chiave in questo contesto cui Sisto non ha ancora pensato. Vediamo quale.

La posizione di Gloss non si rifà al puritanesimo rinascente nei giovani, che peraltro contesta perché, ai fini di una crescita più responsabile, ai giovani è riservato l’uso della trasgressione. Quello di Gloss è constatazione di consenso (mancato). Il defunto infatti non può (più) esercitare i suoi diritti alla propria privacy. Dunque, la parola chiave è consenso. Da oggi, Gloss grazie al Sisto, ha conseguito un nuovo obiettivo di lotta per i diritti delle donne e di tutti: urge regolamentazione in proposito.

Consigliato a chi fa del memento mori fonte fondante di vitale meditazione.

E quando uno dei vostri amici o amiche passano in latenza, come vi comportate? Lo rimuovete o lo conservate?


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