giovedì 17 maggio 2018

COME UN PANDORO A FERRAGOSTO


Tonino è il timido protagonista, tanto da trovarsi “come un pandoro a ferragosto” in svariate occasioni della vita. Diplomando presso l'Istituto Tecnico Carlo Levi di Torino, ragioniere, ma con la passione delle Lettere, ha una dettagliata e approfondita conoscenza dei nomi della grande letteratura e delle loro opere, dei personaggi e relative caratteristiche psicologiche. Solo la passione può far fare questo. E il Marzano lo sa bene. Ce ne dà la prova descrivendo i libri sul comodino della madre di Tonino: “Una pila altissima e traballante, che solo un miracolo perenne (la magia della letteratura?) teneva in equilibrio.”

Il pandoro svanisce quando in viaggio per le vacanze al Sud, Tonino conosce Claudia, con cui riesce ad instaurare subito un buon dialogo, ricco di allegria e ironia. Claudia gli racconta di un amico dal nome usuale da quelle parti e Tonino ci scherza amabilmente.
Se in una piazza affollata chiami Salvatore si girano tutti. Sai che sforzo dover variare all'infinito il nome per non confondere un Salvatore con l'altro?!” “Tore, Totò, Salvo, Turiddu... “buttò lì Claudia. “Sasà, Toruzzu, Turi...” rispose lui al volo. La ragazza di controbalzo: “Toto, Torillo, Sarbaturi...” ridacchiando. “Toruccio, Totore, Salvino, Salvuccio, Turicciduzzo!” esagerò Tonino.” 

Così nasce un amore da viaggio, destinato, dopo la vacanza, a sparire per la lontananza l'uno dall'altra. Con l'espediente di narrare della morte di un amore a distanza, il Marzano coinvolge il lettore. Ma l'Amore a quell'età rinasce subito. Tonino costruisce una nuova relazione con una collega di lavoro. Il Marzano ne descrive lo sbocciare con ciò che gli riesce meglio, ovvero la scrittura poetica: “Non appena varcata la soglia, fecero subito l'amore, in modo spontaneo e naturale. Senza nessuna inibizione alla voglia di esplorarsi, di cercarsi l'anima bocca con bocca, sprofondati in un brivido muto che sorreggeva i loro corpi di amanti, incollati nel dolce incanto di quella notte troppo breve. (…) Era un amore sbocciato a sorpresa, come un fiore di zucchino nella sua gialla, luminosa e sfacciata bellezza, comparso una mattina là dove la sera prima non c'era niente. Uno dei giochi sbalorditivi della natura che fa esplodere vulcani, fiori o amori a suo piacimento.”

Tonino passerà attraverso peripezie e disastri, anche economici, tanto da obbligarlo ad allevare galline pur di risollevarsi e di tornare indipendente economicamente.
Pensava che il rapporto con Dio, Allah, Buddha, o chi per loro, fosse una cosa intima e che riguardasse soltanto l'individuo.” Unico appunto al Marzano: Buddha non è un dio, ma un comune mortale. La storia è semplice e gradevole, anche se l'autore eccelle in altro campo. Direi infatti che la prosa non è la sua cifra migliore, ma la scrittura poetica, che gli consente assonanze, rime interne, i giochi di parole, come in M'ILLUMINO DI MENSOLE

A conferma, la sua prima prova di prosa conclude così, con un gioco di parole:
Hai visto dove ti sei messo? Sembra la tua insegna!» (…) Tonino si arrampicò lesto lassù fino al cartello sopra la sua panchina. Staccò la grossa “N” adesiva che componeva la parola “Nuova” e la trasferì proprio dove mancava la “r” di Torino. ToNino Porta uova.

COME UN PANDORO A FERRAGOSTO è uno dei tanti esempi di letteratura scritta in dislocazione, un'eredità di scrittura cartografica alla Salgari che descrisse della Malesia senza mai esserci stato. Il Marzano parla di Torino e ne descrive luoghi senza averci vissuto, con una differenza: oggi c'è la tecnologia di Google.
  
Consigliato alle persone rinate dopo un disastro economico e/o amoroso per identificazione, a quelle che lo stanno affrontando per ricevere un grande incoraggiamento: basta rimboccarsi le maniche per risollevarsi perché nulla è perduto.

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